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Vicarello capitale del folk con il ventennale de “Ir Barroccio Fiorito”

Domenica 12 Maggio 2019 — 08:00

Il paese si animerà per due giorni, il 18 e il 19 maggio, ospitando ben 24 gruppi folkloristici da tutta Italia e dall'estero in occasione dei 20 anni de "Ir Barroccio Fiorito". Ci racconta tutto il fondatore, Nicola "Nick Folk" Cerretini

di Giacomo Niccolini

Chissà se quel bambino di 12 anni che nel 1986 si innamorò del folklore della festa del bicentenario del Monte Bianco, durante quel raduno e tripudio popolare montanaro, si sarebbe mai immaginato che la “sua” Vicarello si sarebbe trasformata in un centro del folklore internazionale per due giorni. Nicola Cerretini, prossimo 45enne, vicarellese doc e vera memoria storica del paesino colligiano, è l’artefice e il fondatore del gruppo folkloristico “Ir Barroccio Fiorito” che in questo 2019 compie i suoi primi vent’anni. Una ricorrenza che non poteva passare in sordina e che va dunque onorata in tutto e per tutto. Così per per l’occasione la piccola frazione del Comune di Collesalvetti, di 3800 anime, ospiterà ben 24 gruppi folkoloristici provenienti da tutta Italia e anche dalla Francia, oltre 500 persone che saranno alloggiate negli agriturismi del territorio durante il weekend del 18 e 19 maggio. Una due giorni, che inizierà proprio sabato 18  a partire dalle 18 con la sfilata in costume per le vie del paese, da non perdere dove ci sarà da ballare, da cantare da godere dello spirito di aggregazione e di tradizione che i gruppi folkloristici portano con sé per natura, dei veri e propri portabandiera di valori genuini e della voglia di star insieme. Un programma intenso che vedrà oltre alla gran sfilata, la cena e le esibizioni dei gruppi (dalle 21,15 in poi di sabato 18) anche il concerto delle fisarmoniche (ore 10,30 di domenica 19 maggio) e il concerto della Banda di Moena, val di Fassa (10,45, domenica 19 maggio). Appuntamento imperdibile poi sarà il pranzo del ventennale, in programma alle 13 di domenica 19 maggio, aperto a tutti coloro i quali vorranno festeggiare e godere di questa festa di paese e poi via alle esibizioni folk dei vari gruppi.
“Ir Barroccio Fiorito” nasce quindi nel 1999 grazie alla volontà di Nicola Cerretini di riportare alla luce le antiche tradizioni del suo territorio.

NICOLA CERRETINI, FONDATORE DEL GRUPPO FOLKLORISTICO “IR BARROCCIO FIORITO” DI VICARELLO

“L’idea mi era sempre rimasta dentro da quel 1986, quando mi inebriai della festa del bicentenario del Monte Bianco. Avevo 12 anni ma il seme era stato gettato. Ne raccolsi i frutti quando di anni ne avevo 24 – spiega Cerretini, o come ama farsi chiamare da tutti Nick Folk – Una sera mentre parlavo con mia nonna, Franca Martini, uscì fuori che anche qui a Vicarello avevamo un costume tradizionale folkloristico. Fu lei a farmi conoscere il costume del barrocciaio. E da lì mi si accese la lampadina. E da lì creai un embrione del gruppo folk che sarebbe nato l’anno successivo. Un insieme di contadini vestiti a festa dietro le processioni ufficiali del paese”.
E come lo riscopristi il vestito dei barrocciai?
“Dai racconti e da alcune foto d’epoca. Da lì lo facemmo cucire alle donne del paese e ricreammo questo costume dei barrocciai. Ma non ero ancora contento, volevo che il gruppo divenisse una realtà di paese conosciuta anche fuori dai confini come i veri gruppi che avevo visto nel lontano 1986”.
E quindi…
“Nel 1999 trovai un gruppo di circa cinquanta ragazzi volenterosi del paese che, una volta esposto il progetto, non esitarono a formare il gruppo. Insieme al cofondatore Enrico Massei riuscii ad organizzare quindi la prima uscita ufficiale il 25 luglio con la festa del patrono S. Jacopo Apostolo e della Madonna del Carmine. Era nato a tutti gli effetti il gruppo folkloristico di Vicarello Ir Barroccio Fiorito”.

IL LOGO DEL VENTENNALE DISEGNATO DA VALERIA BARGAGNA

E cosa fa di preciso un gruppo folk?
“Prima di tutto è portatore di tradizione e storia. Poi durante i nostri spettacoli riproponiamo i balli antichi che usavano fare i nostri avi, come le mazurche, le quadriglie e tutte le danze tipiche che si facevano nei giorni di festa, compresi gli stornelli”.
Serve una grossa preparazione…
“Facciamo tanti allenamenti e i balletti hanno bisogno di coreografie studiate. Per anni se ne è occupato il mio amico fraterno nonché storico membro del gruppo Francesco Lotti che sta avendo, come sempre, una parte importante nella preparazione di questa festa che coinvolge tutto il paese e non solo”.
Cosa richiama il costume che indossate?
“Il nostro vestito, rosso e nero, riprende il colore del barroccio tradizionale che erano tutti, si parla di fine ‘800, rossi e neri. Il costume che indossiamo richiama e ricalca fedelmente il vestito del barrocciaio a festa il giorno del matrimonio e, come i colori del barroccio, anche questo risale alla fine dell’ottocento. La caratteristica del barrocciaio era la fuciacca, la cintola che si metteva ai pantaloni, e il pezzolino del barrocciaio che veniva annodato con la fede nuziale e il cappello caratteristico di feltro nero da abbellire con eventuali penne degli uccelli catturati durante la battuta di caccia. Il giorno del matrimonio sul cappello si mettevano anche dei nastri multicolori che penzolavano fino alla schiena. Le donne invece indossavano la gonna rossa con il grembiule di pizzo, se era un giorno di festa,  o di stoffa se andavano nei campi a lavorare”.
E le prime uscite ufficiali a quando risalgono?
“Tutto risale all’anno seguente la fondazione quando nel 2000 andammo alla festa dell’ospite in Val di Fassa e conoscemmo il presidente del gruppo folkloristico Aizempöneri di Predazzo, Ivo Morandini. Grazie a lui facemmo la prima esibizione insieme al suo storico gruppo, che tradotto in italiano significa Immigrati, il 22 ottobre del 2000 qui a Vicarello alla Festa d’Autuno. Poi nel 2002, per la prima Festa della Fienagione a maggio, venne la banda di Roncone delle Valli Giudicarie e portarono i paioli con la polenta carbonera. Altra data importante fu quella del 2004 quando istituimmo il gruppo dei Fienaioli Maggenghi”.
Cosa sono?
“Sono un gruppo di figuranti in costume che si inserisce all’interno della cornice de Ir Barroccio Fiorito riportando in auge gli antichi mestieri di una volta. Ne fanno parte gli anziani del paese che mostrano i vecchi lavori come e con che attrezzi venivano svolti”.

LA STATUA DEL BARROCCIAIO

Hai detto che verranno 24 gruppi folkloristici per il ventennale del 18 e 19 maggio. Ci puoi fare qualche nome?
“Tra i tanti ci sarà il gruppo folkloristico Pavullese con i loro variopinti e grandissimi cappelli a punta, il gruppo storico della Livornina, i Battitori di Grano da Usigliano di Lari, i Gigetto del Bicchiere di Pistoia, i Lou Tintamaro di Cogne, il gruppo di Val Bios di Falcade di Belluno e due gruppi francesi: Les Chettas de Xertigny e L’Epinette des Vosges”.
C’è anche un logo ufficiale per questo ventennale…
“Esatto, un logo che è stato disegnato dalla nostra grafica Valeria Bargagna, colei la quale ha sempre dato quel tocco in più a tutte le decorazioni barrocciaie. Per l’occasione abbiamo creato anche un vero e proprio merchandising con cartoline commemorative, tazze, spillette e t-shirt”.
E poi, ultimo, ma non per ultimo… la ricollocazione della statua del Barrocciaio.
“Esatto. Si tratta della statua del Barrocciaio che ci era stata regalata dallo scultore Alberto Gasperina Geroni, della Val Comelico Superiore, realizzata in legno grumolo. Verrà ricollocata nella piazza della chiesa. Per noi è un grande vanto e orgoglio poterla nuovamente esporre”.

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