Marco “Effe”, storia di un deejay internazionale dal cuore livornese
La storia di Marco Paoletti, 34 anni, che il 7 sarà impegnato al Goldoni con I Figli del Mare: il debutto come deejay a 17 anni a Le Spianate poi una lunga serie di partecipazioni e inviti che gli permettono nel 2008 di presentarsi al mondo con il suo primo disco, da lui interamente composto, dal titolo Wet June
Una vita divisa fra una travolgente passione per la musica che lo ha portato a girare il globo e una frequente nostalgia per la sua terra e la sua città natale: l’avventura che vogliamo raccontare oggi è quella del deejay di fama internazionale Marco Paoletti, conosciuto con il nome d’arte di“MarcoEffe” (foto in pagina di Rudi Croce, Francesco Luongo e Gianluca Pardelli), nato 34 anni fa a Livorno tra i palazzi del quartiere Fabbricotti e oggi “cittadino del mondo”. Marco ha abitato a Berlino dove ha lavorato per 5 anni in importanti locali di musica, oltre a discoteche di mezza Europa, partecipando a svariati festival di livello mondiale. Inoltre è anche un affermato compositore capace di far ballare migliaia di persone di una miriade di paesi diversi. Ma da dove parte questo sfrenato slancio verso la musica techno? Tutto parte durante gli studi liceali che Marco fa come geometra ma già da ragazzo intuisce che il suo futuro prevederà ben altro. Al pari di buona parte dei suoi coetanei, di ieri come di oggi, il giovane Paoletti era attratto dall’ambiente della discoteca e dall’atmosfera ricca di emozioni che si respira durante un dj set, dall’armonia di tutto il corpo che si fonde con la musica circostante fino al rapporto unico e diretto che si crea tra il dj e il suo pubblico. E’ addirittura precoce il suo esordio in un locale da ballo (soltanto 12 anni) ed è altrettanto degno di nota il debutto come deejay a soli 17 anni nella fu “Le Spianate” di Castiglioncello ben 16 anni fa. “Mi sembrarono un’eternità quei 20/25 minuti di musica – ci racconta emozionato Marco – indaffarato com’ero a cambiare i miei pochi dischi fra adrenalina e paura di sbagliare. Dopo quel momento capii che quello che avevo sentito durante la mia performance volevo provarlo per il resto della mia vita”. E così fu.
ph Rudi CroceDopo una prima età prettamente amatoriale in cui il giovane Paoletti doveva “combattere” con i primi approcci all’attrezzatura e fare le prime registrazioni a casa della nonna, iniziano per Marco una lunga serie di partecipazioni, inviti, serate e collaborazioni che gli permettono nel 2008 di presentarsi al mondo con il suo primo disco, da lui interamente composto, dal titolo Wet June e nato sulla scia dei successi anni 90′ e inizi 2000 che avevano costellato la fantasia di tanti adolescenti amanti della techno. Da autodidatta, cresciuto a pane e musica elettronica tedesca, sentire il proprio pezzo eseguito da artisti internazionali nel giro di pochi anni voleva dire per Marco il raggiungimento del sogno. In seguito, con una nuova opera intitolata Jellied Eels prodotta dalla famosa etichetta discografica Cocoon di proprietà del suo idolo di gioventù Sven Vath significò aver mirato bene e centrato l’obiettivo con talento e ambizione. In questo ambito nasce anche il soprannome Effe, al quale Marco è veramente affezionato perché, pur volendo mantenere il segreto sulla sua origine, ci riferisce essere molto legato al suo primissimo periodo di contatto con l’universo del mixer e, di conseguenza, porta con sé significati del passato che non vuole dimenticare.
ph Francesco LuongoNel 2011 Marco decide di andare a far visita a Berlino a un suo amico dj Ilario Alicante con il bisogno di sperimentare luoghi, cultura e atmosfere diverse anche se con l’idea di rimanere lì solo pochi mesi. Alla fine Paoletti sarebbe rimasto ben 5 anni, assaporando completamente l’aria creativa della Berlino Est e fondando un progetto musicale di sua invenzione (insieme a Luca Albano) battezzato Impress e realizzato all’interno del locale Watergate Club. “Un’esperienza emotiva eccezionale per il fruitore – descrive il concept Marco – che inizia come viaggio fra differenti esibizioni live di artisti internazionali, dalla pittura alla danza e ovviamente la musica, per poi tramutare l’ambiente in un dj set a tutti gli effetti”. Un progetto che punta molto sull’interazione e, a detta del suo ideatore, con grande coinvolgimento emotivo. Intanto Marco Effe inizia una carrellata di tour che lo porteranno su palcoscenici planetari, quali Cina, Inghilterra, Giappone, Brasile, Francia, Honduras, Stati Uniti, Ecuador, Vietnam, Thailandia, Australia, e a esibirsi in importanti kermesse di techno music a livello mondiale, come il Timewarp Festival a Milano, il Music Inside di Rimini, l’Ade di Amsterdam o il Sonar di Barcellona. Ma in tutto questo paradiso, la chiamata del suolo natio era forte. Dopo un lustro a giro per il mondo, Marco ritornò a casa, trovando Livorno esattamente come la ricordava (“Ed è questo il suo bello: è una città in continuo movimento ma l’aria di grande famiglia che si respira qua non la si trova da nessuna parte”).
Marco vive con la compagna da ormai 3 anni a Viareggio ma Livorno è e rimarrà casa sua. Il suo presente lo vede impegnato con Elena De Carolis e il Teatro Goldoni con lo spettacolo “I Figli del Mare” (7 dicembre 2019) ma nel futuro prossimo di Marco “Effe” Paoletti sono previsti nuovi tour intercontinentali e l’uscita di nuovi brani che, siamo sicuri, faranno ballare mezzo mondo sulle note di questo artista livornese.
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