Giada Robin: online il suo primo video musicale contro le dipendenze da farmaci
La cosplayer, cantante e modella livornese lo scorso 22 novembre ha lanciato il video della sua canzone "Get Me Away" nel cui testo ha cercato di raccontare la sua storia di dipendenza dalle benzodiazepine. La canzone è in inglese è fa parte del progetto musicale di Giada e del suo compagno musicista Sandro Capone, chiamato "The Pheromone Syndicate"
Un messaggio che utilizza il linguaggio universale della musica per raccontare un’esperienza drammatica e che al contempo vuol essere un simbolo di speranza e di aiuto alle altre persone che la stanno vivendo: la cosplayer, cantante e modella livornese Giada Robin, lo scorso 22 novembre ha lanciato il video musicale della sua canzone “Get Me Away” (qui il link per poterlo visualizzare) nel cui testo ha cercato di raccontare la sua storia di dipendenza dalle benzodiazepine. Contattata telefonicamente da Quilivorno.it, ha deciso di condividere le sue vicissitudini e di parlare del suo importante progetto musicale.
Giada soffre di Fibromialgia, una patologia caratterizzata da dolori muscolari diffusi associati ad affaticamento, rigidità, problemi di insonnia, di memoria e alterazioni dell’umore che colpisce più spesso le donne in età adulta. Quello associato alla fibromialgia è un dolore sordo e costante, in genere proveniente dai muscoli, che riguarda varie sedi corporee e che si acuisce quando è esercitata una pressione intensa su specifici punti del corpo, detti punti sensibili o tender points e viene valutata con un punteggio che permette di ottenere una diagnosi di certezza.
“Il problema di questa patologia – dice Giada – e delle altre malattie croniche attualmente poco conosciute è che molto spesso sono associate a disturbi psicosomatici e non vengono trattate come malattie autoimmuni. Quando discussi dei miei sintomi e mi venne diagnosticata la fibromialgia, mi vennero prescritte delle gocce che solitamente sono dirette a persone affette da depressione o che comunque devono riprendersi da un grande trauma o hanno disturbi derivanti dall’ansia. Cominciai a prenderne 15 per tre volte al giorno come prescritto dal medico ed in effetti i miei disturbi fisici sparirono, al punto che riuscii nuovamente a tornare in palestra”.
Dopo una fase di apparente rinascita, Giada racconta che i dolori derivanti dalla sua malattia cominciarono a tornare in modo sempre più violento. “Col consenso del medico che mi seguiva – prosegue nel racconto – cominciai ad aumentare la quantità di gocce, ma il problema non si risolveva. Oltre a questi dolori forti, cominciai ad accusare allucinazioni, stati di spossatezza, nervosismo, vampate di caldo e di freddo e tremori, oltre ad uno stato di depersonalizzazione. Andando da un altro medico riuscii a capire che erano quei farmaci, che dovevano risolvere il mio problema ad essere diventati, a loro volta, il mio problema più grande. Ero entrata in un vortice di dipendenza da benzodiazepine di cui sono stata schiava per sei mesi e che mi hanno portato ad avere fegato e reni debilitati. E più cercavo di diminuirne le dosi, più il mio corpo ne richiedeva di più”.
Nel video musicale ha cercato, anche tramite le immagini, di raccontare il suo malessere e della lotta per cercare di uscirne. “All’uscita della canzone, scritta di getto durante una delle numerose crisi di astinenza – afferma Giada – molte persone mi hanno scritto perché si sono sentite coinvolte e hanno detto di avere paura di parlarne. Questo è il mio obiettivo: favorire la condivisione, la voglia di combattere i propri scheletri nell’armadio e soprattutto sensibilizzare”.
La canzone è in inglese è fa parte del progetto musicale di Giada e del suo compagno musicista Sandro Capone, chiamato “The Pheromone Syndicate“, ed insieme costituiscono un duo di musica elettronica che mescola dance, pop e rock usando come ispirazioni Lady Gaga e Madonna. Sarà inserita all’interno di un album chiamato “Feel Alive”, il cui concetto alla base è quello del sentirsi vivo.
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