“Provate a immaginare” stasera al Goldoni
Lo spettacolo è a ingresso gratuito. Posti numerati. Per INFO: 0586-20.42.90
Giovedì 20 aprile alle ore 21 al Teatro Goldoni va in scena “Provate a immaginare“, uno spettacolo promosso dal Coordinamento femminile di Anpi e Anppia per la Festa della Liberazione dal nazi-fascismo, curato da Arci Solidarietà in collaborazione con Caritas e Cesdi. Provate a immaginare è il titolo dello spettacolo, che coinvolge 10 richiedenti protezione internazionale inseriti all’interno dei progetti di accoglienza nella città di Livorno e 5 scuole di danza cittadine (Arabesque Centro Studi Danza, Atelier delle Arti, ArteDanza, Ex-it Danza T, Laboratorio di Danza e Movimento).
Lo spettacolo con la regia di Francesca Ricci e i testi di Bakary Jobe, Antoine Leiris e della stessa regista è un invito a provare a immaginare la vita dei richiedenti asilo, dal loro viaggio al loro arrivo in Italia, in un racconto che ha certo i tratti del dramma di chi fugge da un paese in guerra in cui ha perso tutto, ma anche il linguaggio del paradosso e dell’assurdità dello spazio e del tempo dell’arrivo, con le sue indecisioni, sospensioni e paure, ma anche con l’ironia della scoperta, lo stimolo della speranza, della ricostruzione anche a partire dalle contraddizioni. I testi dello spettacolo sono una miscela drammaturgica che raccoglie anche il testo di un racconto che è una testimonianza diretta del viaggio dall’Africa all’Italia di uno dei giovani richiedenti asilo di Livorno e frammenti del testo di Antoine Leiris “Non avrete il mio odio”, libro scritto dal giornalista francese dopo aver perso la moglie negli attentati terroristici di Parigi.
Fondamentale la dimensione della danza, della fisicità, per arrivare con il linguaggio universale del corpo anche dove sembrano non essere sufficienti le parole. «I laboratori di preparazione per questo spettacolo sono iniziati nel mese di dicembre. In questi mesi quello che ho percepito sempre più è che nel loro sguardo c’è sempre un vissuto profondo e turbolento. Ti accorgi di avere davanti dei ragazzi che la vita ha trasformato in adulti con brutalità. I concetti del tempo, del viaggio e dello spazio sono sempre al centro di uno scambio, di una contraddizione. Pensiamo a cosa viene in mente a noi occidentali quando pronunciamo la parola “viaggio” e a cosa può significare per loro. Per questo spesso ho utilizzato il linguaggio del paradosso per sottolineare certe assurdità nella condizione di privazione, dal viaggio della speranza, all’arrivo in un altro paese» spiega la regista Francesca Ricci. È la prima volta che il Teatro Goldoni ospita sul proprio palco giovani richiedenti asilo, senza alcuna esperienza teatrale e le ballerine/i di cinque scuole importanti della nostra città per la creazione di un “ponte” tra la comunità cittadina e quella migrante. Uno momento simbolico che intende mettere insieme le parti e far coincidere uno spazio e un tempo che sembrano perduti, sospesi, richiesti. Come il bisogno di protezione.
Lo spettacolo è a ingresso gratuito. Posti numerati. Per INFO: 0586-20.42.90, martedì e giovedì 10/13 e mercoledì, venerdì e sabato 17/20. Il ritiro dei biglietti al Goldoni parte dal 14 aprile.
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