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“Musica Ribelle”, l’opera rock sbarca al Goldoni

Martedì 7 Febbraio 2017 — 18:00

Lo spettacolo verrà messo in scena il 10 e l’11 febbraio al Teatro Goldoni di Livorno e dal 21 al 23 febbraio al Teatro Era di Pontedera

di Cecilia Milazzo

Musica ribelle – la forza dell’amore. Questo è il titolo dello spettacolo teatrale di evidente estrazione rock, nuova produzione della compagnia Todomodo in collaborazione con Bags Entertainment, che verrà messa in scena il 10 e l’11 febbraio al Teatro Goldoni di Livorno e dal 21 al 23 febbraio al Teatro Era di Pontedera. Un’opera, questa, che “affonda le proprie radici nel territorio livornese”, come ha tenuto a sottolineare Pietro Contorno, direttore artistico della Todomodo e scrittore del soggetto dell’opera.

“Musica ribelle – ha specificato Contorno – nasce a Livorno ed ha anche un titolo abbastanza labronico: è tipicamente livornese, infatti, la capacità di contagiare gli altri e di esprimere forza vitale. Questo spettacolo non sarebbe potuto andare in scena senza il Teatro Goldoni: senza l’usciere del Goldoni, senza i tecnici, senza gli uffici, senza il direttore del Goldoni. Il sostegno, umano e relazionale, del teatro è stato fondamentale e per niente scontato. Dieci giorni qui a Livorno, in teatro e in giro per la città, devono essere motivo di vanto per questa città che porta a casa sua uno spettacolo nazionale. Abbiamo cercato di rinnovare il teatro musicale italiano, anche grazie all’aiuto di Stefano Brondi (direttore musicale) che ha reso musicale questo spettacolo, per sostanziarlo di qualcosa che non fosse semplicemente intrattenimento. Per questo- conclude Contorno-  l’idea è stata quella di  metterci dentro la musica, la poetica e la storia di Eugenio Finardi, attingendo prevalentemente dai suoi primi quattro lavori musicali, legati al movimentismo e all’impegno civile e politico degli anni ’70. Poi, però, c’era da cucire una storia, e così ci siamo imbattuti in Francesco Niccolini…”.

“Pietro Contorno mi ha passato un soggetto bello e complicato – interviene Francesco Niccolini, drammaturgo di Musica ribelle – Prima di tutto, ho cercato di capire come far stare in piedi questa struttura molto complicata, fatta di due storie che si intrecciano nello stesso spazio, ma in due epoche diverse: una che accade negli anni ’70 e dura sette anni e un’altra che accade ai giorni nostri e dura sette giorni. Un intreccio molto complicato che è diventato una scommessa drammaturgica divertente. Piano piano, infatti, siamo riusciti a capire come riempire questi sette anni e questi sette giorni, incrociarli e farli stare in piedi”.

Sono appunto due storie parallele, anche se profondamente congiunte e connesse, quelle che gli interpreti di Musica ribelle (fra cui ricordiamo Federico Marignetti, Massimo Olcese e Arianna Battilana) metteranno in scena mostrandoci, con schiettezza ed autenticità, due generazioni apparentemente distanti ma sostanzialmente vicine. Fa da sfondo alla storia uno scantinato nella città di Milano, che accoglie e raccoglie le esperienze, le passioni e i drammi vissuti dai rappresentanti delle due generazioni. Due generazioni, quelle degli anni ’70 e quella dei giorni nostri, che vivono le relazioni amicali e amorose, l’impegno politico e la passione per la musica scontrandosi in maniera schietta e cruda con la droga, l’alcool, la morte. Ed è quindi un doppio parallelismo quello che ci viene concesso dal cast di questa opera rock: equidistanti sono i protagonisti, il signor Hugo e Lara93, così come equidistanti sono le esperienze da loro vissute.

Riuscire a rappresentare una storia così intrinsecamente complessa non è stato semplice, come ha ricordato Emanuele Gamba, regista di Musica ribelle. Nel suo intervento, Gamba ha infatti sottolineato che “il livello di complessità dello spettacolo è alto perché incrocia e utilizza linguaggi diversi: recitazione, canto, video, azioni coreografiche. È uno spettacolo complesso poiché usa codici diversi e far in modo che tutto questo abbia un’organicità, una complessità semplice non è stato immediato. Nonostante il grado di difficoltà, il grado di passione e una vocazione ribelle ha alla fine contagiato il cast creativo. Ed è questo poi che può rendere pulsante, vibrante e vitale ciò che viene messo in scena, al di là del fatto che potranno esserci delle sbavature. Io ritengo sempre che il motore di uno spettacolo sia l’essere umano, il cast, poiché il fenomeno teatrale è un fenomeno umano che ha a che fare con chi, in carne ed ossa, sta lì a provare, a cantare, a ballare. Abbiamo un cast pazzesco: sono generosi, buttano il cuore al di là dell’ostacolo”.

Come per ricollegarsi alle iniziali parole di Pietro Contorno, Matteo Mantovanelli, project manager di Bags Entertainment, ha dichiarato che “questa è una produzione che si connota fortemente come livornese. Quindi è giusto che si chiami ‘Musica ribelle’ poiché Livorno è conosciuta come una città ribelle, forte, piena di passioni. Ci siamo associati a questo percorso perché ci è piaciuta molto la passione che c’era dietro. Il lavoro che ha fatto Todomodo in passato, ricordiamo ‘Spring Awakening’, è un lavoro di grande qualità e anche questo ci ha convinto a lavorare con loro. La qualità è la parte principale di questo progetto ed è una delle poche cose che funziona anche quando un progetto è difficile: se c’è una qualità, un impatto artistico forte, i progetti vanno avanti. La qualità sta anche nel cast. Il cast di Musica ribelle è forte, carico, molto determinato, appassionato”.

Le parole di Marco Leone, direttore generale della fondazione Teatro Goldoni, hanno invece sottolineato la storicità del Goldoni. “Il Goldoni – ha spiegato Leone – è un teatro di tradizione che come tale deve proteggere e promuovere la propria tradizione musicale, intesa come lirica ma non solo. La tradizione musicale del nostro territorio si declina infatti in molte forme. Con Musica ribelle è stata ‘livornesizzata’ una produzione che partiva da Finardi, dandogli delle radici profonde. Io penso che più una realtà produttiva, un’opera d’arte affonda le radici nella propria autobiografia, nella propria storia, nelle proprie identità, più è forte sul mercato perché è meno generalista, perché porta delle istanze, dei desideri delle pulsioni profonde”. L’appuntamento è quindi per il 10 e l’11 febbraio, nel teatro labronico, con Musica ribelle.
Per maggiori info: www.goldoniteatro.it

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