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“Livorno città dei teatri”. Oggi se ne parla al Goldoni

Sabato 11 Febbraio 2017 — 17:33

Da mercoledì 15 febbraio, alle ore 16, si apre il ciclo di conferenze su “I Teatri storici livornesi” a cura di Fulvio Venturi. Ingresso gratuito

“Livorno Città di Teatri”: dal 1658 alla fine dell’Ottocento furono molti i teatri costruiti sul territorio livornese. Uno di questi, il Goldoni, è arrivato ai nostri giorni, sopravvivendo ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, altri sono scomparsi o ne rimangono solo tracce come il San Marco.

Da mercoledì 15 febbraio, alle ore 16, grazie ad un ciclo di conferenze ad ingresso libero in programma al Teatro Goldoni (Sala Mascagni) condotte da un musicologo ed esperto teatrale quale Fulvio Venturi, Presidente del Circolo Musicale Galliano Masini di Livorno, sarà possibile conoscerne la storia, i fasti, la sorte, con l’ausilio di immagini, notizie e aneddoti, sempre con interessanti riferimenti alla vita artistica e sociale del loro tempo. Un viaggio che dal passato arriverà ai giorni nostri in quattro tappe (prossimi appuntamenti il 23 febbraio e l’1 e 15 marzo), ogni volta con un particolare focus su uno di essi.

Il Teatro Rossini a Livorno dopo i bombardamenti

“E’ vero – spiega Venturi – Livorno era ricca di Teatri, una particolarità dovuta anche all’assetto politico della città con il suo porto franco, la presenza di popolazioni ospiti, di interessi culturali molteplici; questi aspetti favorirono l’esigenza e la percezione dei teatri come luogo di svago ma anche di frequentazioni, incontri e scambi non solo sociali, ma soprattutto economici, politici e culturali. Non è stato infrequente perciò che tali teatri siano stati costruiti spesso e retti con fondi provenienti dalle diverse “nazioni” che si trovavano sul territorio livornese”.

Si comincerà così dal Teatro di San Sebastiano, il primo dei teatri pubblici livornesi. Inaugurato nel 1658 come Stanzone delle Commedie nelle vicinanze del porto con lo scopo di fornire a chi giungesse a Livorno via mare ulteriori attrattive, questo teatro ebbe un notevole impulso a cavallo del 1700 in virtù dell’interesse del principe Ferdinando de’ Medici, figlio del granduca Cosimo III, e diventò uno dei palcoscenici più rinomati in Europa. Qui Carlo Goldoni incontrò il capocomico Giuseppe Medebach all’inizio della sua attività di commediografo, qui i grandi cantanti dell’epoca si avvicendarono regolarmente e si stabilì la grande tradizione livornese nei confronti del melodramma.

Il Teatro Rossini a Livorno dopo i bombardamenti

E qui, nel 1778, colse anche una vibrante affermazione la celebre cantante livornese Celeste Coltellini, figlia di quel Marco nella cui tipografia fu stampata una edizione dell’Enciclopedie di Diderot. Dunque tutta la storia più fulgida della Livorno luminista e liberale del Settecento passò da questo teatro. Chiuso nel 1781 per fare posto al Teatro degli Avvalorati, l’edificio che ospitò il San Sebastiano fu trasformato in pubbliche abitazioni e, ulteriormente modificato, scomparve dalla mappa cittadina con gli sventramenti del 1923.
Fulvio Venturi, nato e cresciuto a Livorno, è stato consulente artistico per la Fondazione Goldoni dal 2005 al 2012; direttore artistico ed organizzatore di rassegne e spettacoli lirici, già componente del CdA dell’Istituto musicale Mascagni di Livorno, svolge un’intensa attività di saggista, essenzialmente nel genere musicologico, con collaborazioni con importanti Teatri ed istituzioni in Italia ed all’estero.

Notevole negli anni la sua produzione e ricerca sul massimo compositore livornese, al quale ha dedicato la sua ultima opera editoriale “Mascagni e le sue opere/ and his operas”, il primo libro bilingue su Pietro Mascagni, uscito recentemente con la pregevole Casa editoriale Sillabe di Livorno.

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