Stasera Cristicchi in “Il secondo figlio di Dio”
Sarà il cantautore ed attore Simone Cristicchi a portare domenica 26 marzo, alle ore 21 al Teatro Goldoni, la grande avventura di un mistico, l’utopia di un visionario di fine ottocento
Una vicenda incredibile, ma realmente accaduta, una storia che se non te la raccontano, non la sai. La storia di un’idea. La storia di un sogno. Sarà il cantautore ed attore Simone Cristicchi a portare domenica 26 marzo, alle ore 21 al Teatro Goldoni di Livorno per la stagione di prosa (turno unico), la grande avventura di un mistico, l’utopia di un visionario di fine ottocento, capace di unire fede e comunità, religione e giustizia sociale: Davide Lazzaretti. Con lo spettacolo “Il secondo figlio di Dio. Vita morte e miracoli di David Lazzaretti”, l’artista romano torna così a stupire il pubblico dopo il grande successo di Magazzino 18, con un ulteriore esempio di un genere nuovo che con il regista Antonio Calenda hanno definito musical civile: “Ed è proprio grazie al raro talento di Cristicchi – spiega Calenda – che è nato questo spettacolo, dove la canzone dal vivo appare nelle vesti di testimonianza alta, che scopre la sua dimensione epica come strumento di racconto di grandi accadimenti”.
E la vicenda, poco conosciuta, ma di grande fascino, è quella ispirata alla vita di Lazzaretti, detto il “Cristo dell’Amiata” di cui Cristicchi tra canzoni inedite e narrazione, ricostruisce la parabola ambientata all’indomani dell’Unità d’Italia in un piccolo lembo di Toscana (Arcidosso e la Maremma grossetana) che diventa lo scenario di una domanda più grande, universale. Da figlio di carrettiere a predicatore eretico con migliaia di seguaci, con le musiche originali composte insieme a Valter Silviotti ed i testi firmati con Manfredi Rutelli, Cristicchi farà rivivere sul palcoscenico il suo sogno rivoluzionario, culminato nella realizzazione della “Società delle Famiglie Cristiane” per una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza. Un monologo abilmente interpretato dal protagonista, che riesce a coinvolgere ed emozionare, dando voce ed anima ad una varietà di personaggi, rendendo percepibile la realtà ed il tempo in cui Lazzartetti visse: dalla sua predicazione popolare, all’arresto per frode, dall’accusa di vagabondaggio e cospirazione politica, dalla quale venne tuttavia assolto, all’accusa di eresia ad opera del Sant’Uffizio, che agli inizi del 1878 mise all’indice ogni suo scritto. David decise dunque di rifugiarsi in Francia, ma solo per un breve periodo: nel luglio dello stesso anno, infatti, apparve nuovamente tra la gente di Monte Labbro, acclamato da un’ampissima folla. Il 18 agosto, con i fedeli seguaci alle spalle, il “Cristo dell’Amiata” dette vita ad un’imponente processione verso i santuari di Arcidosso e Casteldipiano, mete che non fu in grado di raggiungere. La cerimonia venne interrotta bruscamente dagli uomini della forza pubblica, che spararono indistintamente sulla folla colpendo a morte quattro persone, tra cui l’indomabile condottiero.
“E David Lazzaretti – aggiunge il regista – oltre che un secondo Cristo, è anche un novello Prometeo, che offre agli uomini il fuoco di una verità troppo scomoda per essere accettata dai potenti: che gli esseri umani sono tutti uguali e che bisogna vivere secondo regole di equità e giustizia. E perciò gli “dei”, coloro che governano i destini dell’umanità, lo puniscono”. Lo spettacolo, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con Promo Music, si avvale delle scene e costumi di Domenico Franchi, il disegno luci di Cesare Agoni, le musiche con esecuzione registrata di Marco Bianchi, chitarre e live looping Andrea Musto, violoncello Francesco Tirelli, percussioni Sebastiano Zorza, fisarmonica con il Coro Ensemble Magnificat di Caravaggio diretto da Massimo Grechi.
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