Al Goldoni Mascagni Vs Puccini. Il commento
di Gabriele Isetto
Il 7 dicembre 1863 nasceva a Livorno il compositore Pietro Mascagni e nella stessa data del 2016 il Teatro Goldoni di Livorno, come ogni anno, ha dedicato una serata al musicista. L’evento è stato suddiviso in due parti: nel primo tempo abbiamo assistito a una selezione di arie da Lodoletta in forma scenica, nel secondo è stato rappresentato Il Tabarro di Giacomo Puccini, che con Suor Angelica e Gianni Schicchi forma il famoso Trittico spesso rappresentato.
E’ importante sottolineare che il Rotary Club Livorno ha collaborato alla produzione di questo spettacolo. Daniele De Plano, regista di questi due allestimenti, ha diretto i cantanti, i quali sono stati scelti all’interno della Masterclass nell’ambito del progetto Verismo Opera Studio, accademia livornese di alto perfezionamento della Fondazione Teatro Goldoni coordinata dal soprano Fiorenza Cedolins. Tra tutti gli interpreti hanno spiccato: Clementina Regina (Lodoletta), Stefano Fagioli (Michele in Il Tabarro), Gesu Zefi (Giorgetta in Il Tabarro) e Francesco Napoleoni (Voce di tenore in Lodoletta e Luigi in Il Tabarro). L’Orchestra Filarmonica Pucciniana è stata guidata da Fabrizio Da Ros.
L’allestimento scenico ha lasciato un po’ perplessi. La scena della Lodoletta era estremamente essenziale. Essendo questo un dramma lirico in tre atti, le arie sono state giustamente unite dal filo conduttore di una voce narrante (Paola Martelli).
La scenografia de Il Tabarro è stata leggermente più ricca: era presente la stessa pedana della Lodoletta, che qui rappresenta la nave su cui si svolge la vicenda. Interessante la scelta di far “scorrere” sullo sfondo diversi dipinti, in tema con l’opera, del pittore viareggino Lorenzo Viani.
Non è stato possibile reperire notizie per la realizzazione dei costumi, dal momento che il libretto di sala non riporta né il nome di un costumista né se sono di repertorio, comunque sono stati scelti abiti adeguati alle epoche in cui i due melodrammi sono ambientati.
Il generale il pubblico ha apprezzato i cantanti, la musica e l’orchestra, ma non l’aspetto visivo, perché come già detto, estremamente essenziale rispetto a come deve essere l’opera.
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