Scherma, Pierucci è campione d’Italia “Giovanissimi”. Le lacrime di babbo Beppe a fondo pedana
Un sogno condiviso tra padre, allenatore, e figlio, neo campione d'Italia. Stiamo parlando di Beppe e Giovanni Pierucci, coppia vincente del Circolo Scherma Fides. Giovanni è salito sul tetto d'Italia di fioretto nella categoria Giovanissimi. "Un sogno che si realizza"
Guardatela. Fermate solo per qualche secondo il tempo. Premete pausa e concentratevi solo sullo scatto, ancora una volta d’antologia sportiva, di Augusto Bizzi che vedete in pagina. Potete sentire forte i loro cuori che spaccano la foto. Potete sentire i singhiozzi delle loro lacrime di gioia. Potete assaporare il caldo delle mani di Beppe che “strizzano” forte quel corpicino di Giovanni, 12 anni, neo campione d’Italia “Giovanissimi”. Un’immagine che vale più di un Monet. Un’immagine che racchiude più di una Divina Commedia. E’ l’abbraccio in lacrime tra un babbo e un figlio più che tra un maestro e un allievo. Un’impresa che a babbo non era mai riuscita, accarezzata sì, sfiorata, ma mai portata a casa nonostante i tantissimi titoli vinti in carriera. Ma questo trofeo mai. Una gioia al quadrato. Giovanni Pierucci, figlio d’arte, sabato 9 ottobre 2021 con il suo fioretto ha conquistato a Riccione il gradino più alto del podio d’Italia in questo Gpg (Gran Premio Giovanissimi) da incorniciare (clicca qui per rivedere al minuto 52:00:00 circa l’assalto finale e il post gara con le interviste a Beppe e a Giovanni).
Un giorno particolare in tutto e per tutto per la famiglia Pierucci se si considera che questo sabato è stato assegnato anche il decennale del “Premio Silvia Pierucci”, il riconoscimento intitolato alla zia del neo campione italiano di fioretto della categoria Giovanissimi. Il premio su indicazione della Commissione GSA viene attribuito al miglior arbitro emergente della stagione e quest’anno è andato a Davide Comito.
Un titolo italiano conquistato con la mano “sbagliata”. Eh sì perché Giovanni è destro in tutto e per tutto: gioca a ping pong con la destra, calcia di destro e scrive di destro ma… tira di mancino. E lo fa per un motivo particolare. Quando iniziò a ripercorrere le orme del padre al Circolo di Scherma Fides, vide il fioretto di zia Silvia, un fioretto per mancini e a babbo Beppe disse: “Io voglio fare scherma con questo che era della zia”. Il padre ha provato a dissuaderlo spiegandogli che avrebbe potuto tenerlo come ricordo ma che lui era destro. “Vorrà dire che tirerò di mancino”. E così è stato. E così oggi è il migliore d’Italia, il destro-mancino più forte di tutti.
“Sono due ore che piango e non riesco a smettere – ha commentato l’allenatore-babbo Beppe Pierucci contattato al telefono un’ora dopo la vittoria del titolo italiano di suo figlio – Per me e per Giovanni è un sogno. E’ un’emozione che non so descrivere per mille motivi. Oggi veniva assegnato anche il premio in memoria di mia sorella Silvia e Giovanni che ha iniziato a fare scherma di mancino per imitare la zia. Oggi mi guardo indietro e c’è tanta gioia, tantissima. Ora mi voglio sbaciucchiare Giovanni, se lo merita”. Le parole si impastano con le lacrime. Accanto a lui anche la moglie Elizabeth, pazza di gioia per la vittoria del figlio.
In finale Giovanni arriva dopo aver battuto Nicolò Rossi (SchermaBrescia) per 10 a 7. Durante l’assalto finale il “Pieruccino” va avanti senza problemi. Giuseppe Di Martino del Club Scherma Salerno, che combatte contro il livornese, subisce la tecnica e la veemenza del leoncino labronico. Il risultato sembra in cassaforte quando Giovanni mette a segno la stoccata che vale l’8 a 1. Ma nella scherma vince sempre chi mette l’ultima e Pierucci vive gli ultimi minuti come un thriller con il salernitano che recupera terreno fino al 9 a 7 e i fantasmi di un Gpg mai vinto dai Pierucci vengono a galla fino quasi a soffocare. Poi a 20 secondi dalla fine la reazione di carattere. Giovanni attacca, Di Martino si difende, le lame si aggrovigliano. Poi la stoccata della gioia a distanza ravvicinata. La pedana si illumina di rosso e dalle telecamere si sente solo l’urlo guerriero di babbo Beppe. Un urlo che racchiude un mondo. Beppe si inginocchia, poi l’abbraccio più bello che possa esistere. “Una gioia che auguro a chiunque di provare almeno una volta nella vita”, dirà Pierucci a fine gara. Ci sono le lacrime, ci sono le ore di allenamento, ci sono gli “in guardia” sul terrazzo durante un lockdown duro, c’è la zia Silvia e il suo fioretto mancino, c’è mamma Eli, zia Simona, ci sono i nonni Massimo e Teresa. C’è tutto un mondo infinito che quei due si sono detti con quell’abbraccio. Perché non c’è niente di più bello e puro, al di là delle vittorie, al di là delle medaglie vinte o perse, di un sogno condiviso, e realizzato, tra padre e figlio.
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