Lutto nel pugilato. Addio a Franco Nenci, argento a Melbourne nel ’56
Iniziò a tirare di boxe a 17 anni all'interno del Mercato Centrale dove aveva sede l'Associazione Pugilistica Livornese. Poi l'esperienza olimpica, la carriera da professionista e infine quella da maestro ed istruttore
Con Franco Nenci se ne va un pezzo di storia amaranto. All’età di 85 anni, a soli due anni di distanza dall’addio definitivo al pugilato in qualità di maestro, si spegne una delle fiamme dello sport olimpico livornese. Una storia fatta di sudore e guantoni, di corde e ring. Una storia gloriosa iniziata subito dopo la guerra, le cui bombe devastarono buona parte di Livorno, all’interno della palestra dell’Associazione Pugilistica Livornese che, ad inizio degli anni ’50 sorgeva all’interno del Mercato Centrale. A soli 17 anni Nenci salì su quei binari, su quel vagone chiamato boxe dal quale non sarebbe mai sceso fino alla fine della sua vita. La Grande Gioia, vestita da medaglia d’argento a Cinque Cerchi, arriva nel 1956 a Melbourne dove Nenci si era qualificato per la categoria dei pesi superleggeri.
Un percorso netto quello del nostro concittadino ai Giochi Olimpici interrotto solo con la sconfitta ai punti in finale contro il pugile dell’Unione Sovietica Vladimir Engibarjan. Nenci salirà sul secondo gradino del podio e tornerà nella sua bella Livorno, accolto come un eroe alla stazione dall’allora sindaco Nicola Badaloni, con un argento olimpico al collo che nessuno mai ha scordato.
Poi la carriera da professionista che lo ha portato a girare il mondo da Istanbul a Madrid, da Roma a Ginevra. Concluderà la sua carriera nel 1967 con una vittoria e con un record totale di 36 vittorie (3 per KO), 8 pari e 13 sconfitte (8 per KO) per una somma di 57 incontri disputati da professionista. Mica male.
Ma l’amore per questo sport lo ha portato a bordo ring a trasmettere la sua passione ai più giovani. A tutti quelli che si mettevano in guardia cercando di imparare qualcosa da quel mito vivente. Una carriera splendente anche quella di maestro che lo ha portato a vestirsi d’azzurro anche in quella occasione al fianco del D.T. Franco Falcinelli per circa 10 anni. Una decade dove ebbe l’onore di tornare a rivedere i Cinque Cerchi con i Giochi di Seul nel 1988 e quelli spagnoli nel 1992 con capitale olimpica Barcellona. E poi i tanti anni trascorsi come istruttore all’Accademia dello Sport, dove ha avuto il piacere di veder crescere tante promesse divenute poi realtà.
Livorno, con la morte di Nenci, perde uno dei suoi più grandi sportivi. Un gancio al volto duro da digerire per tutto il mondo del pugilato labronico, e non solo, che in lui ha sempre saputo riconoscere un esempio di lealtà sportiva, dedizione e passione infinita per il mondo dei guantoni.
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