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Lombardi, primo posto al cardiopalma alla “6 ore di Teodorico”

Martedì 5 Settembre 2017 — 10:40

"Verso la quinta ora di gara ho un distacco dal primo di oltre 2 minuti - spiega l'ultramaratoneta labronico-  È in quel momento che spronato dagli incitamenti di mio padre Gino, che era lì per assistermi e supportarmi, aumento il passo e alla fine vinco"

Ancora una grande prova dell’atleta Marco Lombardi alla quinta edizione della “6 ore di Teodorico” corsa sabato 2 settembre a Ravenna. Questa gara era valevole anche come prova per il Grand Prix Iuta di ultramaratona. È una 6 ore bella ma non facile, caratterizzata da un percorso interamente sterrato di circa 1300 metri, impegnativo dal punto di vista del terreno e dalla presenza di svariati cambi di direzione.
Dopo aver passato un’estate infernale,  con infortuni vari, Lombardi non smette di allenarsi, stringe i denti seppur soffrendo, consapevole che solo in quel modo avrebbe potuto ritrovare lo stato di forma tanto desiderato. E così, aiutato anche dal ritorno di temperature un po’ più fresche, riesce a riallenarsi seriamente, e per ritrovare un po’ di fiducia in se stesso, decide all’ultimo momento di fare questa gara.
Partenza alle ore 16, con un forte vento che frenava l’andatura, Lombardi conduce la prima parte di gara nel gruppetto di testa, poi l’amico e forte ultramaratoneta Borlenghi allunga il passo e Lombardi decide di non forzare troppo cercando però di non perdere troppo terreno su di lui. Verso la quarta ora di gara, cala il vento, ma inizia a piovere copiosamente, rendendo il percorso ancor più difficile e scivoloso, reso già ostico dal buio della sera, poiché alcuni tratti erano poco illuminati.
“Verso la quinta ora di gara ho un distacco dal primo di oltre 2 minuti – spiega l’ultramaratoneta labronico-  È in quel momento che spronato dagli incitamenti di mio padre Gino, che era lì per assistermi e supportarmi, aumento il passo e provo a raggiungere il mio amico-avversario”.
A 30 minuti circa dalla fine della gara, lo svantaggio si riduce a circa 1 minuto e 30″.
Di lì in poi, ad ogni giro Lombardi guadagna secondi, fino a quando, quasi allo scoccare della sesta ora raggiunge l’amico Borlenghi e lo supera vincendo in “volata” con un vantaggio su di lui di qualche centinaio di metri.
Un finale al cardiopalma che difficilmente si vede nelle gare di ultramaratona, “anche se – commenta Lombardi- personalmente spesso mi è capitato di giocarmela all’ultimo secondo, come quando nel 2013 a Putignano, dopo aver corso circa 80 km, persi il titolo italiano della 6 ore su strada per soli 16 metri”.
“La cosa però che mi ha fatto piacere, al di là della vittoria, è stato l’abbraccio del mio avversario -chiosa il campione livornese-  appena finita la corsa, che invece di essere adirato o deluso, mi è venuto incontro facendomi i complimenti. Questo è lo sport che più mi piace e che amo: in gara te le suoni di santa ragione, lotti fino all’ultimo respiro esaurendo tutte le energie, sempre nel rispetto dell’altro, puoi vincere, puoi perdere, ma quello che conta è l’ammirazione reciproca e l’amicizia che si crea poi fuori dal campo di gara…forse perché, in fondo siamo tutti sulla stessa barca…il sacrificio, la dedizione e la fatica sono le cose che accomunano chi si cimenta in questa disciplina che prende il nome di Ultramaratona. Ringrazio il mio sponsor di integrazione Inkospor nella persona di Benedetto Catinella che grazie ai suoi consigli ed agli ottimi integratori mi ha aiutato a conquistare la vittoria. Ringrazio l’azienda Veloce Corporate nella persona di Gennaro de Concilio, che con le scarpe Zoot mi ha fatto fare la differenza. Ringrazio gli sponsor Sogese, Inlab e Cuore Sociale Liburnia e la mia società Atletica Libertas Runners e in particolar modo il presidente Giovanni Giannone. Dedico questa vittoria a mio padre Gino, che forse, grazie ai suoi incitamenti mi ha aiutato a conquistare questa grande vittoria.  Spero che in un futuro non troppo lontano- conclude Lombardi- qualcuno mi possa aiutare ad avere maggiori opportunità per potermi esprimere al meglio, in modo da avere più tempo per allenarmi, senza dover più inventare giornate da 48 ore, senza un attimo di respiro e serenità. In tali condizioni, a tutti i livelli, è molto difficile riuscire a trovare lo stato ottimale di forma ed essere sempre al top”.

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