Livorno-Pescara 0-0. Gli amaranto sbattono tre volte contro il palo. Le PAGELLE
Partita dominata dall'undici di Breda che trova sulla sua strada un super Fiorillo e i legni della porta avversaria
di Simone Panizzi
La pausa non ha arrugginito il Livorno, che contro il Pescara disputa una gara volenterosa e a tratti di qualità seppur senza riuscire a sbloccare il risultato di partenza (clicca sul link in fondo all’articolo per consultare la fotogallery del match).
I 90 minuti contro gli abruzzesi sono stati di chiara impronta amaranto, capaci di affacciarsi più volte della parti di Fiorillo (decisivo in diverse occasioni) e di colpire tre volte il palo, una con Gonnelli e due con Diamanti. Due punti persi e la classifica (clicca qui per consultarla) che si muove ma continua a piangere, oltre alla ormai note carenze in organico, ad esempio una punta che porti in dote gol pesanti.
Dopo una prima fase di studio il Livorno prende in mano il gioco e sfiora due volte il vantaggio con un’azione personale di Gonnelli e un tiro da dentro l’area di Giannetti, per gli ospiti da segnalare solo un tentativo da fuori di Kanoute e tanto affanno. L’intervallo non spegne la “garra” degli amaranto, che prima con Di Gennaro, quindi con un sinistro a giro perfetto di Diamanti vanno vicini a bersaglio grosso. Al 60′ altra occasione enorme per Diamanti che da dentro l’area piccola calcia a lato. La partita si spegne progressivamente, col Pescara che prova a pungere in contropiede e il Livorno che controlla senza rischiare fino al triplice fischio. Molti rimpianti, ma anche la consapevolezza di avere una propria identità di squadra. Nell’attesa che dal mercato arrivi qualche volto nuovo, mentre rischia di salutare anche Gonnelli che per stessa ammissione di Breda sta spingendo per andar via.
Il tabellino
LIVORNO: Mazzoni, Di Gennaro, Bogdan, Gonnelli (85′ Marie-Sainte), Fazzi, Luci, Agazzi, Valiani (81′ Canessa), Diamanti, Giannetti, Murilo (69′ Kupisz). A disp. Zima, Romboli, Gasbarro, Gemmi, Soumaoro, Porcino, Raicevic. All. Breda.
PESCARA: Fiorillo, Balzano, Gravillon, Scognamiglio, Del Grosso, Memushaj, Kanoute (81′ Bruno), Melegoni, Marras (72′ Ciofani), Mancuso, Antonucci (55′ Monachello). A disp. Kastrati, Farelli, Bettella, Perrotta, Crecco, Capone, Del Sole, Machin. All. Pillon.
Arbitro: Piscopo di Imperia (assistenti Muto e Formato)
Note: ammoniti Agazzi, Gravillon, Bruno; calci d’angolo 9-2; recupero 0’+4′; spettatori 5277.
Mazzoni 6: prevalentemente senza lavoro, giusto il minimo sindacale per arrivare sereno a fine turno.
Gonnelli 6,5: dimostra di poter essere un titolare affidabile, fosse entrato quel destro avrebbe segnato un gol da raccontare ai nipoti (85’ Marie-Sainte sv).
Di Gennaro 6,5: a suo agio da centrale al posto di Dainelli, chiude bene alcune ripartenze e sfiora il gol di testa.
Bogdan 6,5: conferma ormai di essere una certezza per la squadra, un difensore solido contro il quale Mancuso la vede poco.
Fazzi 5,5: sembra aver un buon passo nei primi minuti, poi si intristisce in una serie di errori abbastanza banali.
Luci 6: appoggi sbagliati e recuperi, la sua gara è un continuo saliscendi. Il voto finale è una sufficienza meritata ma senza acuti.
Agazzi 6,5: si muove di più e meglio di Luci e assiste molto bene le due fasi. Pedina chiave in mezzo al campo per Breda.
Valiani 6: si adatta ancora una volta sull’esterno destro, gioca con raziocinio dando spesso appoggio agli attacchi (81′ Canessa sv).
Diamanti 6,5: come al solito, nel bene e nel male è l’anima della squadra. Colpisce due volte il montante, ma sbaglia anche un paio di occasioni che avrebbe dovuto e potuto sfruttare meglio.
Giannetti 5: un attaccante come lui che vive sulle palle vaganti deve capitalizzare quelle che capitano, oggi è mancato negli ultimi 15 metri.
Murilo 5: bellino a vedersi ma anche leggero, non dà mai l’impressione di poter spaccare la partita con una giocata (69′ Kupisz 6: entra e si vede che ha gamba, peccato che venga assistito poco e male).
All. Breda 6,5: il Livorno gioca bene e con convinzione nei propri mezzi, proseguendo nel percorso di crescita già avviato a dicembre. Se la società non fa mercato non è colpa sua, sta tirando fuori il meglio dalla rosa che ha.
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