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Protti: “Playoff col supporto della nostra gente”

Mercoledì 10 Maggio 2017 — 16:56

Il club manager del Livorno analizza il momento della squadra alla luce dell'inizio dei playoff e parla anche del suo futuro

I playoff, obiettivo minimo di inizio stagione, sono stati raggiunti. Adesso per il Livorno inizia un nuovo campionato con l’auspicio che sia il più lungo possibile perché in questo caso vorrebbe dire serie B. Gli spareggi promozione sono sempre stati un qualcosa di completamente diverso dalla stagione regolare, a maggior ragione ora che vedono coinvolte ben 28 squadre. Ad analizzare il momento del Livorno ci ha pensato il club manager Igor Protti. Lui i playoff se li ricorda bene e la sconfitta in finale con il Como del 2001 ancora brucia. Adesso che non è più in campo ma osserva tutto dalla panchina spera che l’esito possa essere diverso.
L’analisi dell’ex numero 10 inizia proprio dal terzo posto conquistato: “La stagione è iniziata tra mille difficoltà, c’era da ricostruire tutto dalla squadra alla mentalità perché due retrocessioni sono davvero pesanti da digerire. I primi due mesi sono stati complicati proprio per questo motivo. Dopo eravamo riusciti a costruire le fondamenta e i muri della casa, mancava solo il tetto. Tutto però è crollato nel terremoto post Como. Siamo dovuti ripartire di nuovo e ora siamo arrivati allo stesso punto: manca solo il tetto. Speriamo di poterlo costruire a giugno”.

Questa formula dei playoff non convince. 
“La trovo alquanto bizzarra con 28 squadre a contendersi soltanto un posto. E’ come se in serie A gli spareggi per la Champions League li facessero le squadre dal secondo al decimo posto. Noi affronteremo il Renate, una squadra ben allenata che non ha niente da perdere. In queste partite c’è bisogno della nostra gente e colgo l’occasione per ringraziare tutti i tifosi che ci sono stati accanto nei momenti più duri”.

Il Livorno arriva ai playoff in un buon momento di forma. 
“Siamo felici delle ultime due vittorie e del terzo posto conquistato. Ora viene la parte più difficile: ci sarà da combattere con il cuore caldo e la testa fredda”.

Tralasciando infortuni e sfortuna, cos’è mancato a questo Livorno?
“Qualche partita non è stata giocata da Livorno. Mi vengono in mente le sfide contro Lupa Roma e Tuttocuoio. Due partite fotocopia dove siamo passati in vantaggio e poi non siamo stati in grado di chiudere il risultato e abbiamo raccolto soltanto un punto. Tuttavia non voglio avere rimpianti. Indietro non si guarda se non per capire gli errori fatti e non ripeterli”.

Il Livorno al top della condizione fisica e mentale era la squadra più forte del girone?
“Sarebbe presuntuoso dire di sì anche perché i numeri purtroppo non mentono. Sicuramente posso dire che se tutto fosse filato liscio a quest’ora staremo parlando di un altro finale di stagione”.

Il giocare con due risultati favorevoli su tre può essere per certi versi un handicap?
“C’è il rischio di entrare in campo pensando che possa andare bene anche un pareggio e questo sarebbe un grande errore. I giocatori dovranno giocare come se la vittoria fosse l’unico risultato buono”.

Come è stato essere il club manager del Livorno?
“La mia idea era quella di entrare in punta di piedi anche perché avevo bisogno di capire costa stava succedendo. Volevo essere un qualcosa in più e poter dare maggiore apporto anche fuori dal campo. Per il futuro vorrei un ruolo diverso rispetto a quello di inizio anno. Tornassi indietro però rifarei tutte le scelte”.

Quanto sarà importante la riconferma di Foscarini e del gruppo a prescindere da come finirà il campionato?
“Ci sarà modo di parlare di questo una volta finita la stagione. Foscarini ha fatto un grande lavoro e sono felice che ha potuto finire il campionato. L’ultimo a riuscirci era stato Nicola nell’anno della promozione in A. Purtroppo in passato quando c’era un problema la colpa ricadeva per primo sull’allenatore e si sono viti i risultati. Il tecnico deve essere l’ultima persona sulla quale far ricadere le responsabilità. Quando sono tornato, dal 99 al 2005 gli allenatori sono quasi sempre rimasti al loro posto. Dal 2005 in poi non è mai stato così e certa gente ha riportato il Livorno in Lega Pro”.

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