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Libertas-Cividale, le pagelle. Hooker: il cielo è sempre più blu. Adrian è un… Banks di nebbia

Giovedì 7 Novembre 2024 — 10:04

Adrian Banks in palleggio contro Cividale. Vero assente del match (foto NOVI)

Il rammarico è maggiore perché bastava veramente poco per portarla via, per intascare due punti che sarebbero stati del peso specifico dell'Osmio contro una corazzata che pochi giorni fa aveva fatto male e vinto contro Cantù. Hooker strepitoso, Banks a vuoto. Fantoni sicurezza assoluta. Ecco le pagelle che la redazione di QuiLivorno.it ha confezionato per la squadra che gioca in casa per il turno odierno

di Giacomo Niccolini

Una partita che da impossibile sulla carta diventa alla portata. E allora il rammarico è maggiore perché bastava veramente poco per portarla via, per intascare due punti che sarebbero stati del peso specifico dell’Osmio contro una corazzata che pochi giorni fa aveva fatto male e vinto contro Cantù (clicca qui per il tabellino).
In una serata dal volto un po’ così è Hooker che si mette il mantello da supereroe e trascina la Libertas oltre ogni confine. L’altro straniero invece rientra nel mood tristo-autunnale-decadente e ripete una serata a dir poco no. Filloy si illumina nel finale e Buca tiene botta sotto canestro con una prestazione che fa ben sperare.
Ed ecco le pagelle che la redazione di QuiLivorno.it confeziona per la squadra che, nel turno odierno, ha l’onore di giocare tra le mura amiche del PalaMacchia.

Hooker 8 – Maestoso. Nella prima parte del match è Mr. Incredibile. Gli riesce tutto. Come l’AI trasforma in realtà il pensiero. Pensi a un tiro da 3: ciuf! Pensi ad un assist cioccolatino da servire after the delle 5: taaac. Hooker è onnipresente, onnisciente e onnivoro: si mangia il campo, si mangia tutto. Prima della partita lo vedi: è carico a pallettoni, viene in tribuna stampa e batte il pugnetto gridando: come on, let’s go!. E noi letsgoiamo con lui. Letsgoiamo e un po’ gongoliamo. Perché vederlo giocare è un piacere per gli occhi e per il palato. Un po’ come con Carte D’or la Libertas si fa rapire dal gusto del folletto black. 22 punti segnati, 7 assist, 8 rimbalzi presi di cui 4 per il secondo possesso. E se fosse sempre così… IL CIELO È SEMPRE PIU’ BLU
Banks 4,5 – Aggiungiamo un mezzo all’ectoplasma di Adrian, chiamate i Ghostbusters e liberatelo dalla trappola degli acchiappafantasmi di New York: ridateci il nostro numero 2! Stasera è serata no. Gira a vuoto. Il primo canestro arriva solo dopo 18 minuti di gioco. Prima sono errori al tiro, palle perse e una stoppata subita. Vaga nel campo come una mondina senza cappello nelle risaie del PalaMacchia che si trasformano in sabbie mobili. Adrian ha un atteggiamento, come direbbero oltreoceano, da lazy bones, molle, fiacco. Bastava una prestazione da 6 in pagella per poter sperare di vincere… e invece. In via Allende, per Adrian, è Valpadana BANKS… DI NEBBIA!
Fantoni 7- Il capitano c’è. Specialmente nella prima frazione non molla di un centimetro là sotto. E come Bellerofonte cerca di uccidere la Chimera di Cividale, dimostrando che yes, we can, si può fare l’impresa. Mettendo muscoli e rimbalzi. Quello deve fare. E lo fa bene. A qualche mese dalle sue 40 candeline dimostra ancora che sa e vuole dire la sua. CERTEZZA
Buca 6 – Smanaccia, annaspa, salta, spinge. Sembra una poesia futurista di Filippo Tommaso Marinetti: Zang Tumb Tumb. Dorin fa valere i suoi centimetri sotto canestro. Schiaccia di foga l’alley-oop servito da Hooker come chef Locatelli chiama “al passo” i suoi piatti. Scarica la sua rabbia mostrando i muscoli alla Hulk Hogan. È un Buca che ci piace. È un Buca sempre più consapevole. ON THE ROAD AGAIN
Italiano 5 – I numeri sono impietosi. Si mette in fila con il numerino alla Sagra delle Palle Perse e ne ordina 4 da servire al tavolo belle fumanti. Peccato. Una di queste è letale e mortifera come veleno di imenottero. Ok, dai… andrà meglio da 3. Ehm… 1/7… con l’unica tripla che entra quando i crisantemi sono già stati lanciati e il corteo è già dietro al carro. Cerca di rimediare offrendo una buona garra difensiva. Apprezziamo. Ma non basta. Stavolta l’Italiano risulta un po’… SGRAMMATICATO
Fratto 5 – Tredici minuti di gioco e meno sette di valutazione con cinque falli commessi. Zero dal campo. Picchia Fratto, picchia Fratto eh. Così canta la curva. Così esegue il senatore amaranto. Ma a volte il randello deve essere riposto. Serviva qualcos’altro. Non arriva. Per me è no. WILMA DAMMI LA CLAVA
Filloy 6,5- Il gaucho amaranto si scatena nel finale con due triple consecutive (50-50 e 53-53) che infiammano il PalaMacchia (un po’ troppo anestetizzato, a onor del vero, forse dal comunicato da pompiere della società nel fare “ammodino” sugli spalti)  e tengono aperto il tunnel dimensionale verso la vittoria. Ma, proprio come nei film, proprio prima di saltarci dentro… il passaggio si chiude. Peccato. Ariel partecipa alla giostra cavalcando bene il puledro di una partita da 1-x-2. Non era facile. Il cavallo era difficile da domare. EL GAUCHO
Bargnesi 5,5 – Parte bene, mette a segno in penetrazione e fa girare la squadra chiamato sul parquet a gettone da Andreazza. Poi si scarica alla lunga. Come una lampada ricaricabile a energia solare, arrivano le nuvole e la luce si spegne. O per lo meno si affievolisce. Da lui serve più carattere. Specialmente nelle scelte offensive. Da solo nell’angolo con un tiro ampio e limpido e chiaro come Recoaro, non se la sente, penetra e rischia di perdere palla. Tira! Serve più voglia di sé. OH GARLO…GREDICI!
Allinei 6 – Venti minuti in campo. Quattro punti segnati. Si limita a non naufragare. Ma servono capitani più coraggiosi in questi mari di tempesta. Il tempo di studiare il vento sta finendo. Adesso è il momento di spiegare le vele. NOSTROMO
Coach Andreazza 5,5 – Imposta la partita come sa far lui: difesa forte, difesa dura. E ci riesce tenendo a 66 Cividale e la coppia degli stranieri a 13 punti e basta. Ma compie alcune scelte non azzeccate tra cui quella di ostinarsi a tenere in campo Banks quando, chiaramente, non è decisamente la sua serata. Quasi come un disperato bisogno di amore come cantavano gli Stadio. Ma il disperato bisogno d’amore, sempre proseguendo sulle note del gruppo bolognese, spesso… ti fa stare male e ti fa fare anche brutte figure. Ecco. Lo dice Gaetano Curreri (voce degli Stadio, per chi non lo conoscesse) al posto nostro. Non serve aggiungere altro. Stasera uno zampino “storto” lo mette anche Andreazza. La sfortuna non esiste. O meglio. I latini recitavano: Faber est suae quisque fortunae, ognuno è artefice del suo destino. SAGGEZZA LATINA

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