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La grinta di Protti: “Voglio vincere tutto, anche i torneini del mercoledì”

Giovedì 30 Novembre 2017 — 18:33

L'ex bomber amaranto elogia i giovani e la loro passione per questa maglia: "La ricetta sta nelle piccole cose, nei piccoli gesti. Sono obbligati, ad esempio, ad ascoltare l'inno in pullman prima di ogni partita"

di Filippo Ciapini

Primo momento di difficoltà per la squadra amaranto e prima conferenza per il club manager Igor Protti per parlare ai giornalisti in vista del delicatissimo match contro l’Arzachena in programma domenica 3 novembre alle 14,30 all’Armando Picchi.
Nonostante la delusione iniziale, l’icona amaranto, ha voluto fin da subito chiarire che lo spogliatoio ha reagito bene ed è già al lavoro per i prossimi impegni. Allo stesso tempo però ha chiesto alla città di rispondere “presente” come ha sempre fatto nel corso di questa prima parte di stagione, dimenticando in fretta l’amara sconfitta.

Igor, quali sono le sensazioni che stai vivendo ?                                                                              “Non mi sono mai sentito così carico come in questi in giorni, sappiamo di aver perso una battaglia importante e per questo è giunto il momento di compattarci, anche insieme ai tifosi, per ottenere l’unico grande nostro obbiettivo”.

Parlando dei tifosi, quanto ha inciso la loro assenza in questo derby?                “Ringrazio di cuore tutti i ragazzi che sono venuti sia all’allenamento che al corteo, è stato un gesto fantasticamente folle e per questo aumenta il dispiacere. Sono sempre dell’idea che un derby senza tifosi, avversari o meno, non è un derby, nel nostro caso siamo andati da soli”.

E’ evidente, però, il fatto che il Livorno abbia forse giocato la peggior partita della stagione, ma l’arbitro? E’ giusto dire che anche lui “ci ha messo del suo”?                          “Non voglio che si cada nelle giustificazioni da perdenti e nel vittimismo. Bisogna essere consapevoli di ciò che è successo, poi è chiaro, sul momento, può succedere, ma ripeto, è necessario non cadere in questo auto-tranello. Contro lo Spezia nel 2002, abbiamo fatto peggio del Livorno di domenica, eppure sappiamo tutti benissimo come è andata a fine la stagione”.

La squadra quindi non subirà il contraccolpo, vista anche l’assenza del portiere titolare Mazzoni?
“Stiamo cercando di costruire una squadra che gioca a calcio e quando ti accorgi che la vittoria per chi ti batte è considerata quasi come la vittoria di uno scudetto, non deve far altro che aumentarti l’autostima. Sarà molto importante dare dei segnali nelle prossime partite e la città dovrà caricare i ragazzi come ha sempre fatto fin ad ora. Per quanto riguarda Luca, sente la maglia del Livorno come una seconda pelle, sa di avere sbagliato e sono convinto che questa esperienza gli servirà in futuro. Abbiamo il portiere più forte della serie C e questo episodio deve essere di esempio per tutti gli altri. Bisogna mettere insieme l’essere tifosi e l’essere sportivi, senza però tralasciare l’attaccamento a questa maglia, sarebbe inaccettabile”.

Anche i giovani, vista la partita di mercoledì in Coppa Italia contro l’Arezzo, sembrano, piano piano, credere in questa maglia. Qual è la ricetta giusta per trasmettere questi valori?           
“La ricetta sta nelle piccole cose, nei piccoli gesti (ride ndr). Sono obbligati ad ascoltare l’inno in pullman prima di ogni partita, magari qualcosa entra, magari una virgola. La passione arriva grazie anche alla gente che si presenta in migliaia con i motorini o che canta dal primo all’ultimo minuto, giocare nel Livorno vuol dire vivere Livorno”.                                                                                                                                                                                                                                                                                         Questo attaccamento è anche merito di Sottil?                                                                                   “Senza dubbio, abbiamo stima reciproca e un modo molto simile di vedere il calcio. Tutte le scelte sono solo ed esclusivamente sue, ma la determinazione è sempre la stessa. Vogliamo vincere tutto, anche i torneini del mercoledì. La Coppa Italia vinta nel 1987 è un ricordo ancora vivo”.

 

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