Caos amaranto. Salvetti: “La resa dei conti si farà. Ora scendiamo in campo”
Il primo cittadino: "Ora c’è un gruppo di giocatori da far giocare per non rischiare l’esclusione del campionato. La resa dei conti? Chi fa del male alla squadra e ad una compagine dalla storia ultracentenaria non potrà più avere alcun appoggio della città"
Sono ore difficili per i tifosi amaranto. Nuvole nerissime e futuro incerto sulla gloriosa “Unione” che, ora dopo ora, si avvia inesorabilmente verso un baratro indegno per la storia centenaria che si porta sulle spalle. Dopo che sono ufficialmente scaduti i termini per presentare l’ormai nota fideiussione tutto sembra andare veramente verso un punto di non ritorno. In questo scenario ecco che il primo cittadino, Luca Salvetti, ha voluto puntualizzare alcuni aspetti di questa vicenda.
“Tutti noi abbiamo adesso un bene primario da salvaguardare: una squadra che deve poter andare in campo, giocare con indosso la maglia amaranto e onorare un torneo e la categoria. Tutto il resto viene dopo. Questo non lo dice il sottoscritto – specifica il sindaco in una nota inviata ai media locali – ma lo dicono migliaia di tifosi che in queste ore hanno manifestato il loro disappunto e le loro paure di fronte a voci, interviste e dichiarazione di vario genere. Questo elemento deve essere chiaro a tutti, alla famiglia Spinelli a Navarra e a Cerea Banca che rappresenta gli altri soci. Le varie posizioni, le ripicche, i malumori, il muro contro muro e le partite di poker che hanno tenuto banco in queste giornate estenuanti non sono più sopportabili, e non sono più accettabili le ore vissute tra fideiussioni non sottoscritte, giocatori da mettere sotto contratto, rischi di penalizzazioni, vendite e passaggi di quote a nuovi soggetti”.
“Tutti si devono convincere che adesso c’è un gruppo di giocatori da far viaggiare verso Olbia e da far scendere in campo per non rischiare l’esclusione del campionato. La resa dei conti – conclude Salvetti – dovrà avvenire dopo. E sarà una resa dei conti dove tutti devono ben comprendere che chi fa del male alla squadra e ad una compagine dalla storia ultracentenaria non potrà più avere alcun appoggio della città, che con la sua formazione potrà anche scendere nei bassifondi del calcio italiano ma ha, e avrà sempre, una dignità che non può essere calpestata”.
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