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“Non troveremo gli sponsor”. Nogarin spiega il “Consorzio”

Mercoledì 31 Maggio 2017 — 07:00

Il primo cittadino Nogarin spiega il suo progetto per rilanciare il basket in città. "Non spetta al Comune trovare gli sponsor per la serie B. A Livorno serve un Consorzio per la pallacanestro cittadina"

di Giacomo Niccolini

A distanza di 48 ore dallo spegnimento dei riflettori su questa bellissima settimana che ha riacceso ogni tipo di amore sopito per il basket ecco che si affaccia ai “microfoni” il primo cittadino Filippo Nogarin, pronto a dettare la sua ricetta, a scadenza medio-termine da vedersi realizzata in massimo due anni, per il rilancio di tutto il movimento cestistico cittadino: il consorzio del basket livornese. Ma andiamo con ordine e sentiamo cosa ha risposto il sindaco alle domande di Quilivorno.it.
Quattromila persone al palazzetto per tre gare “infuocate” in un derby stracittadino pensiamo che al sindaco di Livorno non possano far altro che piacere.
“Al sindaco di Livorno,  nonché tifosissimo di basket, fa molto piacere. Io so bene che arde un fuoco sotto la cenere del mondo della pallacanestro. E lo abbiamo dimostrato ancora una volta ma…”.
Ma…c’è qualcosa che non va?
“Si, qui ancora non si capisce che le divisioni di natura interna non portano a nessun vantaggio per il movimento. Noi abbiamo bisogno di trovare coesione per fare una proposta concreta”.
Si spieghi meglio. Cosa significa coesione?
“Serve una forza di coesione per una proposta credibile su tutto il piano della pallacanestro livornese”.
Una fusione?
“No, no. Non sono così incline nel credere in un’idea di fusione. Credo che questi esperimenti in passato siano falliti e per Livorno siano fallimentari”.
Quindi cosa rimane da tentare?
“Io sono più per un’idea consortile. Di creare un Consorzio Basket Livornese in cui ognuno mantenga il proprio credo, la propria identità, ma che in qualche modo si trovi una forma integrata che possa legare anche le forme di sponsorizzazione anche di crescita dei settori giovanili. Un esperimento al livello di consorzio. Un’idea che non è di facile realizzazione perché poi ognuno porta avanti la sua idea e non si vuole piegare al resto. Ma è l’unica strada”.
L’unica strada per vedere del basket di livello in città?
“Si, esatto. Per rivedere la serie A dentro uno dei palazzetti più belli d’Italia, che è il nostro. Altrimenti saremo costretti, per  vedere la massima serie, ad andare a Pistoia per esempio”.
Cosa si intende per Consorzio nello specifico?
“Che ognuno rimane con la sua bandierina però utilizzando una sola maglia. Un solo sponsor per tutti o tanti sponsor che portano acqua al solito mulino, che alimentano il solito e lo stesso movimento cestistico livornese. Poi ognuno ha le sue identità per carità. La Libertas rimarrebbe Libertas, la Pielle rimarrebbe Pielle ma entrambe parteciperebbero e confluirebbero insieme alle altre realtà cittadine come la Labronica, il Don Bosco per fare altri due nomi ad esempio, in un unico consorzio del Basket Livornese”.
Come mettere d’accordo tutti in una piazza come Livorno?
“Bisognerebbe seguire dei criteri specifici. Il tesoretto sosterrebbe tutti e non qualcuno in base a qualche strano criterio deciso dal sindaco per esempio. Ognuno all’interno del Consorzio dovrebbe seguire un determinato settore e avere determinati compiti per perseguire un obiettivo e i progetti comuni al Consorzio che è quello della crescita del movimento cestistico cittadino”.
Ci faccia un esempio concreto…
“Ad esempio la società X si occuperebbe del basket giovanile fino agli under 14, la società Y dovrebbe curare le giovanili dai 14 ai 18 anni. La società Z gli under 21, la W del femminile e quella K si occuperà della prima squadra. Questo darebbe modo a tutti di avere a che fare con un parco umano enorme, molto più ampio di quello che per il momento sono abituati ad avere. Solo così si potrebbe avere un progetto futuro per il basket livornese, creare un movimento serio e oculato che potrebbe portare alla programmazione vera e propria per ritornare seriamente e con una certa presenza duratura in serie A”.
C’è alle viste un main sponsor pronto a buttarsi in questo progetto del Comune?
“No. I progetti che danno da mangiare a tutti sono fallimentari anch’essi. Il progetto deve essere sostenibile quindi bisogna iniziare a puntare sui vari settori: giovanili, femminili, disabili. Quindi c’è da mettere in piedi un progetto cestistico a tutto tondo. E per questo motivo ha un senso pensare un’attività che lasci vivere l’identità di ognuno e allo stesso tempo portare avanti un progetto complessivo”.
Tutto ciò significherebbe mettere al tavolino tutti…
“Lo abbiamo già fatto…”.

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E con che risultato?
“Il risultato è che c’è un cammino in corso. Allo stesso tempo è accaduta questa bella cosa che però, a mio modo di vedere, non ha agevolato certamente il percorso. Ha ripolarizzato il sentire e i sentimenti. Non ci scordiamo però che Livorno ha fallito sia come fusione, sia come due squadre singole che ormai non sono più sostenibili. Quindi dobbiamo cercare un modello diverso da queste due realtà. Certo che Livorno merita una pallacanestro di altissimo livello”.
Non crede che possano nascere contrasti quando si arriverà a toccare gli interessi della prima squadra dicendo: della prima squadra se ne occuperà la società X, si scontenterà così la Y…
“Se così dovesse accadere me ne dispiacerebbe. E’ anche vero che in questo modo non arriveremo mai a raggiungere i risultati sperati. Se vogliamo puntare in alto è vero che dobbiamo remare tutti insieme verso il massimo risultato della serie A. Se poi la società Y dovesse rimanere male dell’incarico per la prima squadra alla società X…allora rimaniamo tutti come siamo, facciamo un abbonamento per vedere il Pistoia e accontentiamoci al massimo di vedere la serie B nella migliore delle ipotesi”.
E per la prossima stagione il Comune non si prodigherà per trovare qualche sponsor per la B?
“Non sta a noi. Il nostro ruolo non è di sostegno a queste cose qui. Noi abbiamo un livello molto più alto. L’idea del Consorzio potrebbe vedere la luce tra una o due stagioni. Noi puntiamo a quello”.

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