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Bellandi, il campione europeo che sogna l’UFC e lavora al mercato con il padre

Sabato 30 Giugno 2018 — 09:05

Dario "Neanderthal" Bellandi, 22 anni, campione europeo Mma (Mixed Martial Arts) per la seconda volta consecutiva si racconta a Quilivorno.it: "Amo dormire e il mare, faccio i cruciverba e leggo"

di Filippo Ciapini

La storia si ripete per Dario “Neanderthal” Bellandi, 22 anni, campione europeo Mma  (Mixed Martial Arts) dei pesi medi (83,9 kg) per la seconda volta consecutiva. Dopo aver conquistato Sofia nel 2017, infatti, un’altra città dell’Est-Europa (Bucarest) si è dovuta arrendere alla sua letale ghigliottina.
Dario parla a Quilivorno.it del suo futuro che lo vedrà entrare nel professionismo. Prima, però, vuole vincere il mondiale Immaf, in programma dall’11 al 18 novembre tra Manama e il Bahrain, negli Emirati Arabi, perché “è un importantissimo biglietto da visita”. Sì perché l’obiettivo numero uno di ogni atleta di Mixed Martial Arts è entrare nella Ufc, in America, dove questo sport primeggia per spettacolarizzazione e, chiaramente, ha un buon ritorno economico. Intanto Dario, in attesa del sogno americano, oltre ad allenarsi lavora con il padre. Ecco cosa ci ha raccontato…

Ciao Dario bentornato, come ci si sente a tornare a casa con un altro titolo europeo?   “Ciao a tutti! È una bella sensazione, la preparazione svolta nei mesi precedenti è andata bene anche se a questo giro qualche botta in più l’ho presa!”.

Avevi anche delle aspettative da rispettare…
“Si esatto, tra i dilettanti ci conosciamo quasi tutti e quindi il livello tecnico è sempre più alto. Fortunatamente insieme al mio team Rendoki abbiamo rispettato i pronostici”.

Che tipo di rapporto hai con il Rendoki?
“Quando ho capito di non poter giocare a calcio in Serie A mi sono catapultato in questa che è diventata la mia seconda famiglia. Con Massimo Rizzoli (il suo allenatore, ndr) ho due splendidi rapporti: come amico e come maestro. E’ davvero un punto di riferimento, mi ha preso da zero e mi ha insegnato veramente tutto”.

E adesso?
“A novembre andrò in Bahrein per disputare i mondiali, ci andrò con qualche possibilità in più di prima ma soprattutto con più consapevolezza nei miei mezzi. Indipendentemente da come andranno, poi, entrerò finalmente nei professionisti dove probabilmente scenderò di peso: categoria 77 kg”.

Una bella sfida, che cosa cambia rispetto ai dilettanti?
“Il cambiamento principale è che ogni atleta viene pagato a incontro e generalmente riceve anche un bonus per ogni vittoria. In poche parole, più vinci e più vieni pagato. In Italia un Pro non può vivere di questo sport, per farlo deve puntare all’Ufc, in America. E’ il circuito dove tutti ambiscono ad arrivare. E’ la Champions League della Mma. Lì la vita ti cambia davvero, soprattutto, dal punto di vista economico. Cambierà inoltre il regolamento: si potranno usare anche gomiti e ginocchia sul volto. E cambierà il numero dei minuti: cinque riprese da cinque minuti per incontri con il titolo in palio”.

Anche il livello tecnico si alza, giusto?
“In questo caso devo peccare di umiltà facendo una piccola premessa (ride ndr). Sono sincero, il livello tecnico di alcuni lottatori dilettanti è superiore ad alcuni professionisti. Quindi non andrò lì con la paura, non mi sento un pesce fuor d’acqua”.

Testa ai mondiali però…
“Certamente, devo vincerli per avere un importante biglietto da visita nei circuiti europei”.

Hai detto che in Italia non puoi vivere di rendita, quindi lavori?
“Sì esatto lavoro al mercato con il mio babbo. Lavoro tutti i giorni dal lunedì al sabato girando il litorale toscano. Abbiamo un banco di prodotti per la casa, profumi e cosmetici. Se volete venire a trovarmi il venerdì sono a Livorno! (Ride ndr)”.

Come concili lavoro e palestra? Quanto ti alleni?
“Tanta tanta forza di volontà. Mi alleno tre ore al giorno tutti i giorni. Alle sei di mattina “attacco” al mercato fino alle 14, poi dalle 19 mi alleno”.

Hai qualche hobby?
“Senza dubbio dormire! Poi faccio i cruciverba e leggo, l’ultimo libro letto “La Zona Morta” di Stephen King. C’è da dire, però, che un tuffo al moletto d’Antignano deve essere d’obbligo”.

Dario l’intervista è finita, direi di aggiornarci a novembre, magari con un’altra medaglia al collo…
“Speriamo! Vi ringrazio e saluto tutti i miei amici e familiari”.

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