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Il Senso del Ridicolo, Goldoni sold out per la Cortellesi. “Il cabaret? E’ come fare surf”. Il programma

Sabato 29 Settembre 2018 — 10:49

Dopo i saluti istituzionali i primi ospiti sono stati, con la loro lectio magistralis, la scrittrice Bianca Pitzorno e Davide Tortorella. In serata, al Goldoni, la Cortellesi intervistata dal direttore del festival Stefano Bartezzaghi

di Letizia D'Alessio

Dopo la decisione di non svolgere l’edizione 2017 in segno di rispetto per le vittime dell’alluvione, il 28 settembre la terza edizione (dopo quella del 2015 e 2016) de ‘Il Senso del Ridicolo’ ha aperto ufficialmente i battenti (foto in pagina di Simone Lanari).
Prima di iniziare ufficialmente con il weekend di incontri ed eventi è toccato al sindaco Filippo Nogarin, al presidente della Fondazione Livorno Riccardo Vitti e al direttore del festival Stefano Bartezzaghi fare gli onori di casa. “Oggi siamo qui ancora più convinti” sono state le parole di Vitti che ha ricordato i 350.000 euro donati per i danni dovuti all’alluvione provenienti da chi l’anno scorso ha deciso di lasciare come donazione il prezzo del biglietto e dagli artisti in programma che hanno rinunciato a parte del loro compenso.
Da parte sua Nogarin ha inviato “un abbraccio simbolico ai familiari delle vittime della sciagura avvenuta l’anno scorso” e ha ricordato l’investimento che la sua giunta fa per la cultura: “Abbiamo appena chiuso un’edizione di ‘Scenari di quartiere’ – ha aggiunto – che ha avuto molto successo e di cui hanno parlato anche a livello nazionale”. Il direttore Bartezzaghi ha ricordato che lo scorso anno, nonostante l’evento annullato, col suo staff vennero lo stesso in città e di come in questi mesi abbiano portato a Milano e nelle scuole delle nostra provincia il marchio de ‘Il senso del ridicolo’. “Io dico sempre che sarebbe più facile fare una rassegna di comici – ha detto – tuttavia per me questo festival è qualcosa di più: l’umorismo e la comicità vengono dalla sorpresa, da cose dalle quali non ce lo aspetteremmo”.

L’inaugurazione de “Il senso del ridicolo”. Foto Lanari

Dopo i saluti istituzionali i primi ospiti del festival sono stati, con la loro lectio magistralis, la scrittrice Bianca Pitzorno e Davide Tortorella (figlio di Cino, meglio conosciuto come Mago Zurlì) con ‘Dietro le quinte del Dirodorlando’. Insieme hanno rievocato il programma per la tv dei ragazzi che dal 1973 al 1975 con un linguaggio dal sapore medievale perlopiù inventato intratteneva grandi e piccini.

Ospite d’onore della prima serata del festival è stata un attrice molto amata del panorama italiano: Paola Cortellesi, che in un Goldoni tutto esaurito e prima in un incontro all’Hotel Granduca con i giornalisti ha parlato della sua carriera e di cosa è per lei fare ridere. “Il senso del ridicolo è una salvezza, è un modo di prendere le distanze e al contempo colpire anche le cose più dure. Ce l’ha anche chi non lo usa per lavoro. L’ironia è un’arma potente”. Livorno allora è, con la sede del Vernacoliere, la capitale dell’ironia e della satira: “Io mi sento legata a questa città – ha continuato – è dove sono venuta a girare alcune scene per un film, anche se Livorno non era dichiarata e dove sono venuta quando lavoravo al Teatro Sistina di Roma. Venimmo alla Gran Guardia, dove ci accolse Giovanni Lippi, perché il Sistina era solito debuttare a Livorno prima di partire per la tournée. Ora so che la Gran Guardia non c’è più ma per resta bellissimo ricordo, anche se un po’ malinconico”.

Paola Cortellesi intervistata da Stefano Bartezzaghi al Teatro Goldoni (Foto Lanari)

Da buona romana, che vede Milano come la sua seconda casa, ha detto che “Livornesi e romani hanno in comune l’arte dello sfottere”. La Cortellesi ha raccontato poi che non avrebbe mai potuto fare l’attrice di cabaret o la cantante: “Quando ho capito che per poter vivere più vite bisognava fare l’attrice ho iniziato la scuola di teatro. Da lì i miei inizi col maestro Enrico Vaime, l’approdo alla televisione e al cinema”. È proprio al cinema che in questi anni si sta imponendo con numerose pellicole di successo ma non esclude, un giorno, di poter tornare in teatro. “Amo tanto il genere della commedia, che è difficile e complesso, quando fatta bene tratta argomenti seri. Io sono grata a chi mi fa ridere e allo stesso tempo a chi mi ferma per dirmi che ha riso e passato una bella serata grazie alla mia interpretazione. Mi ricompensa di tutto l’impegno che metto per scrivere i testi, perché anche dietro a uno sketch di pochi minuti c’è un lavoro e una preparazione di settimane”.

Paola Cortellesi a Il Senso del Ridicolo. Foto Lanari

Nell’intervista-spettacolo della sera ‘Siamo stelle o caporali?’ l’omaggio evidente è al film interpretato da Totò. La commedia per molto tempo è sembrata un genere appannaggio maschile, tuttavia per l’attrice romana questo non è poi così vero: “Basti pensare a Monica Vitti, Bice Valori e Franca Valeri. Anche Anna Magnani aveva le sue vene umoristiche nonostante i ruoli drammatici. Oggi poi le donne si stanno riprendendo e anche nella coppia Vianello-Mondaini non è detto che Sandra fosse sempre la spalla”.  “Il cabarettista? E’ un po’ come il surfista… si butta e non sa mai cosa gli può capitare davanti”.

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