Verso il Giubileo delle Carceri. “Anche Gesù fu carcerato”
di Roberto Olivato
“Il primo uomo che salì in paradiso con Gesù fu un carcerato!”. Con queste parole il vescovo Simone Giusti ha chiuso giovedì 27 ottobre il Convegno “Giustizia e Misericordia, Pena e Riconciliazione”, svoltosi in Vescovado, in preparazione del Giubileo delle Carceri indetto da Papa Francesco. ” Per la prima volta – ha esordito monsignor Giusti- un Giubileo ha visto aprirsi molte porte Sante in diverse parti del mondo. Questa iniziativa di papa Francesco ha permesso anche a chi non poteva venire a Roma, di partecipare a questo grande evento ed anche in ogni carcere è stata scelta la porta che rappresenterà quella Santa, rendendo partecipi più da vicino i detenuti al loro Giubileo della Misericordia” . Organizzato dalla Caritas, Cooperatori Paolini e dalla Diocesi, ha visto grande partecipazione di pubblico a seguire gli interventi, di padre Michele Siggillino cappellano delle carceri livornesi, della dottoressa Cristina De Santis educatrice penitenziaria, Marco Garghella comandante della Polizia Penitenziaria di Livorno, suor Raffaella Spiezio presidente Caritas di Livorno, don Antonino Tarzia direttore rivista Jesus, Arnoldo Mosca Mondadori Fondazione Casa dello Spirito e delle arti. In prima fila padre Gino Buccarello Provinciale dei padri Trinitari. Scopo dell’ incontro, come sottolineato da suor Raffaella “quello di far uscire all’esterno le problematiche presenti nel nostro carcere e le necessità dei detenuti”. Padre Siggillino ha indicato nell’ascolto la dote principale del cappellano di un carcere : ” Bisogna saper ascoltare, perché il detenuto ha desiderio di parlare per capire di esistere come individuo e non solo come numero di matricola. C’è una difficoltà oggettiva – ha proseguito padre Michele – che è quella di riuscire a conciliare i rigidi regolamenti carcerari con la misericordia divina. I primi non permettono rapporti troppo amichevoli con i detenuti, mentre l’attività sacerdotale porta ad entrare in confidenza ed a conoscere anche eventuali esigenze famigliari a cui si cerca, nei limiti del possibile, di far fronte. Una battaglia quotidiana che solo con l’esperienza si riesce a gestire. ” Concludendo il suo intervento padre Michele ha ricordato che in occasione del Giubileo 7 carcerati di massima sicurezza delle Sughere saranno cresimati ” …e questo, è un altro segnale della Misericordia di Dio”
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