Il vescovo cresima 4 giovani a S. Ferdinando
di Roberto Olivato
Nella chiesa di San Ferdinando la S. Messa domenicale ha visto il vescovo Simone Giusti, alla vigilia di partire per la Terra Santa, celebrare l’Eucarestia in occasione della somministrazione del Sacramento della Cresima a quattro adolescenti parrocchiani, ai quali ha ricordato l’importanza del Sacramento che di li a poco avrebbero ricevuto: “Il passo che state per intraprendere è il coronamento di un percorso iniziato già da alcuni anni, nel corso del quale avete avuto la possibilità di conoscere ed amare Dio”.
“Tale conoscenza – ha proseguito monsignor Giusti – è fondamentale anche per i futuri sacerdoti ai quali al loro ingresso in Seminario sono solito domandare quando hanno incontrato Dio.” La domanda di per sé puerile, per il vescovo è sostanziale per valutare la reale vocazione dei futuri presbiteri: “Saper ricordare il momento in cui la voce di Dio è entrata nel cuore di ognuno di loro è la prova inconfutabile dell’intervento divino nella scelta che li ha portati a scegliere la strada del sacerdozio, perché con i tempi che viviamo dobbiamo essere certi che il desiderio di entrare in Seminario non sia dettata dalla sicurezza di un tetto o di uno stipendio, ma da vera vocazione”. Monsignor Giusti, in altra occasione lei ebbe modo di dire di voler impiegare il tempo libero dei seminaristi in attività parrocchiali, però alcuni organi di stampa hanno riportato voci all’interno della Curia , contrarie a questa sua idea …
“Non sono stati pensieri contro, ma voci che hanno meglio puntualizzato quanto da me affermato e cioè che fosse giusto che i seminaristi partecipassero alla vita delle parrocchie, ma esclusivamente nell’attività di vicinanza ai giovani e non certo per fare i sacrestani. Questo sarà anche un modo per rendere edotti i futuri presbiteri, della vita che si svolge all’interno delle nostre chiese”.
Le parrocchie sono pronte a questi ingressi?
“Assolutamente si, anche perché i seminaristi svolgendo opera aggregativa fra i più giovani, permetteranno alle parrocchie di avere più libertà nella conoscenza dei territori presidiati , riportando al Vescovo le problematiche e carenze rilevate per permetterci eventuali interventi mirati. E’ chiaro però, che la politica e le istituzioni sono i principali soggetti preposti alla soluzione dei problemi”.
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