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Tina Montinaro incontra gli alunni della scuola primaria Campana

Sabato 3 Febbraio 2024 — 16:56

Tina Montinaro, la moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, sarà alla scuola primaria “Campana” giovedì 8 febbraio alle ore 11 per presentare il libro “Non ci avete fatto niente – La lotta alla mafia di Antonio Montinaro e Giovanni Falcone, ieri, oggi e domani”

Tina Montinaro, la moglie di Antonio Montinaro, caposcorta del giudice Giovanni Falcone, sarà alla scuola primaria “Campana” nel quartiere Shangai (via Stenone 18), Istituto Comprensivo Micheli Bolognesi, giovedì 8 febbraio alle ore 11 per presentare il libro “Non ci avete fatto niente – La lotta alla mafia di Antonio Montinaro e Giovanni Falcone, ieri, oggi e domani”, pubblicato per DeAgostini nel 2023. L’iniziativa fa parte di un progetto congiunto tra la Questura di Livorno, l’Ufficio scolastico provinciale e l’istituto Micheli-Bolognesi. Saranno presenti all’iniziativa insieme alla dirigente scolastica Cecilia Semplici, il Sindaco di Livorno Luca Salvetti, la vicesindaca Libera Camici, il questore di Livorno Giuseppina Stellino e per l’Usp di Livorno Tiziana Rapisarda.

Tina Montinaro incontrerà le classi quarte e quinte della scuola Campana per raccontare la storia del marito, protagonista del libro (l’opera, di fatto, è una biografia scritta a misura di bambino – dai nove anni in su, infatti, è l’età consigliata per la lettura) morto insieme al giudice Falcone nella strage di Capaci, il 23 maggio 1992. Quel giorno, oltre cinquecento chilogrammi di tritolo fecero saltare in aria cento metri dell’autostrada A29, che da Palermo va a Mazara del Vallo, con l’intento di distruggere le auto sulle quali viaggiavano Falcone e la sua scorta; a premere il detonatore, Cosa Nostra. Insieme al giudice Falcone e a Montinaro, persero la vita Francesca Morvillo (moglie di Falcone, anche lei magistrato) e gli agenti di scorta Vito Schifani e Rocco Di Cillo.

Gli alunni e le alunne presenteranno i lavori che hanno preparato per questo importante incontro.

Tenere vivo il ricordo, tramandandolo nel tempo e di generazione in generazione, di tutte le vittime della mafia e di questi eroi che hanno dato la vita per servire lo Stato è un dovere di tutti – delle istituzioni, della scuola, delle famiglie e di ogni singolo cittadino.

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