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L’alternanza scuola-lavoro sbarca… in Capraia

Mercoledì 21 Febbraio 2018 — 07:48

Un progetto nato nel 2006 grazie ad un gruppo di docenti che ebbe il coraggio di immaginare una scuola aperta

di Jessica Bueno

Un progetto nato nel 2006 grazie ad un gruppo di docenti che ebbe il coraggio di immaginare una scuola aperta, che riuscisse a varcare i confini creati dalle 4 mura dell’aula e che fosse in grado di creare solide opportunità lavorative nel futuro degli studenti, fornendo loro le competenze chiave previste a livello europeo tramite un progetto di alternanza scuola-lavoro. L’amministrazione comunale dell’isola di Capraia e l’ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano sostengono questa esperienza partecipando attivamente, con una convenzione triennale, ai progetti “Un’isola per le scuole” e “La scuola nel territorio per costruire un territorio comune” a Rio Elba.  L’incontro di martedì 20 febbraio, durante il quale è stato presentato il progetto nei dettagli, è propedeutico alla firma di un protocollo d’intesa tra Camera di Commercio, Comune di Capraia, rete scuole ‘Outdoor’ (rete nazionale di scuole superiori che si occupano di alternanza scuola-lavoro) e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il progetto sviluppa il concetto di “outdoor”, trasferendo gli studenti all’aria aperta per riscoprire attività manuali e artigiane.

Foto Simone Lanari

“Il tema principale è quello di favorire un approccio diverso dei ragazzi al mondo del lavoro – dice Pierluigi Giuntoli, segretario generale Camera di Commercio Maremma e Tirreno – L’ambiente in cui i si vanno a rapportare, l’isola di Capraia, è particolare, molto legato al rispetto della natura e si intrecceranno con una biodiversità che gli consentirà di vivere un rapporto particolare con la natura e col mondo di lavoro. Potranno sviluppare attività propedeutiche ad un futuro occupazionale, col supporto della Camera di Commercio”.

Tutto questo è favorito dalla rete scolastica ‘Outdoor’, che tende da sempre a favorire attività all’aperto, nata nel 2006 da una scuola di Treviso ed espansasi in seguito fino ad arrivare in Toscana. Il modello sperimentato  – capofila il Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso – ha già all’attivo esperienze nel nostro territorio, nell’isola di Capraia e nelle altre isole dell’arcipelago, in particolare all’Elba.

“Il nostro intento  – prosegue Giuntoli – è quello di allargare la platea di ragazzi che possono vivere questa esperienza. Il progetto sta andando avanti da molti anni, trovando terreno fertile nel territorio toscano, in particolare modo livornese. Gli studenti che hanno avuto modo di provare questa esperienza ne sono rimasti totalmente soddisfatti, uscendone arricchiti e con nuove consapevolezze”.

Foto Simone Lanari

I progetti di alternanza scuola lavoro si esplicheranno in diversi tipi di mansioni, a partire dal recupero dei sentieri, ai rilievi sull’isola,  al turismo, all’ambiente sociale: ogni classe avrà modo di trovare l’attività più pertinente al proprio corso di studi. Non una classica ricerca didattica, quindi, ma una vera e propria esperienza sul campo. I ragazzi, inoltre, nella settimana del campus avranno modo di creare una piccola comunità autogestita, collaborando tra di loro nell’organizzazione dei pasti, delle pulizie, delle aule e per la suddivisione dei compiti.

“Viviamo in un Paese bellissimo – afferma Riccardo Breda, presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno – e al contempo fragile. L’ambiente che lo contraddistingue va tutelato con tutte le forze. Questo progetto, che vede giovani ragazzi impegnati nel presente, ha una grande valenza per il futuro, per la conservazione di questo grande patrimonio. La Camera di Commercio cerca di mettere insieme gli attori istituzionali e creando sinergie con le imprese affinché questo progetto prenda sempre più piede e si espanda, per il futuro del nostro Paese”.

Foto Simone Lanari

“Incontro spesso tanti ragazzi che lamentano la scarsità di lavoro – sostiene Silvia Velo, sottosegretario Ministero dell’Ambiente e Tutela del territorio e del mare – e ne incontro al contempo altri che non riescono a trovarlo per mancanza di esperienze precedenti a livello occupazionale. Questa può essere un’opportunità per cercare di migliorare l’attuale situazione. Non vuol essere uno sfruttamento di manodopera mascherato: il futuro è nel nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità e sulla valorizzazione dei beni”.

Appassionata e lucida l’esposizione del metodo outdoor fatto sia dalla dirigente scolastica del Liceo Duca degli Abruzzi di Treviso Maria Antonia Piva, che da Pier Paolo Traversari, coordinatore della Rete. “Livorno città di libertà, di ricchezza e innovazione. Non è casuale che oggi ospiti questo progetto per diffonderlo – ha esordito Piva – L’idea parte nel 2006, quando ancora non si parlava di alternanza e sostenibilità didattica. Tutta l’Italia è uno straordinario laboratorio didattico a cielo aperto. In Toscana, poi, è nata l’esperienza straordinaria di don Lorenzo Milani, in un contesto miserrimo, a testimoniare che la vera ricchezza è l’idea. I ragazzi sono i veri protagonisti, imparano facendo. Comprendono meglio i settori verso cui orientarsi. Lavoro e fatica, sbagliare e imparare. Questo non è turismo scolastico, è scuola a tutti gli effetti, e riguarda tutte le discipline”, ha detto. Interventi anche di Franca Zanichelli, Direttore Parco nazionale arcipelago, che ha accompagnato i campus didattici, e di Sofia Mannelli, curatrice di Capraia Smart Island. L’intervento di Claudio Gagliardi: “Abbiamo bisogno di esperienze come questa, abbiamo bisogno di una scuola outdoor, oggi le imprese – ne abbiamo intervistate 400mila – chiedono competenze trasversali (soft skills), adattamento e flessibilità, lavorare in autonomia, in gruppo, affrontare novità e risolvere problemi. Emerge anche l’attenzione alla sostenibilità ambientale e al risparmio energetico. “Tutto questo lo si fa con l’appoggio delle istituzioni, come la Cciaa, istituzione che mette in collegamento la scuola con le altre istituzioni, e può aiutare anche nel far acquisire le conoscenze necessarie. La Camera può trovare le imprese per collegarle col mondo della scuola. Il registro nazionale per l’alternanza serve, ma in questo contesto di dialogo e di supporto. Occorre iniziare a sperimentare un percorso di certificazione delle competenze, quelle che si acquisiscono in maniera informale, nei contesti di esperienza lavorativa o di alternanza. In Italia le Cciaa possono essere la piattaforma di un sistema di certificazione delle competenze, possono mettere insieme i soggetti e creare una rete facendo interagire soggetti diversi: lancio un appello alla Cciaa della Maremma e del Tirreno affinché sia protagonista di questo processo”.

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