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La prof. Buchetti fra gli autori del primo sillabo di lingua cinese in Italia

Sabato 3 Giugno 2017 — 08:53

Se ben presto anche la lingua cinese, in Italia, avrà un suo sillabo, sarà anche per merito di una professoressa livornese, o meglio di una docente che, pur vivendo a Pisa, insegna presso l’unico istituto di secondo grado, in città, nel quale il cinese è lingua curriculare, ovvero il Vespucci.

Stiamo parlando, ovviamente, della professoressa Chiara Buchetti, ormai conosciuta in città per le molteplici attività che l’hanno vista protagonista in questi due anni di insegnamento nell’indirizzo Relazioni Internazionali per il Marketing del Vespucci.

Giovane, brillante, entusiasta docente, amatissima dagli alunni e stimatissima dai colleghi, Chiara Buchetti è l’unica insegnante di un istituto di secondo grado toscano  (l’altra èdi Ancona, poi di Torino  e di Roma) che ha preso parte alla stesura del primo sillabo per l’insegnamento della lingua cinese, in Italia. Con lei , infatti, solo docenti degli Atenei di Roma, di Milano, di Firenze, di Napoli e di Urbino coordinati dalla dottoressa Carmela Palumbo, Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici, il prof. Federico Masini, ordinario di lingua cinese di Sapienza Università di Roma, come coordinatore scientifico e la professoressa Gisella Langè, esperto DGOSV in materia di didattica delle lingua straniere, come coordinatore delle attività di gruppo.

“Il lavoro è frutto di un percorso iniziato nel settembre 2015 – spiega la professoressa Buchetti-  quando il Miur chiese la disponibilità a partecipare ad un tavolo di lavoro per costruire il sillabo , poi ad ottobre 2015 il primo di una serie di incontri a Roma al Ministero, ma anche a Trieste e altrove, fino alla prima stesura, quella attuale, che dovrà essere testata dai docenti, al fine di riaggiustare eventuali incongruenze segnalate. Il test sul campo è fondamentale, dichiara la prof. Buchetti, anche perché eravamo solo due docenti di scuola pubblica e una di un convitto, ma con un monte ore più che doppio di lingua cinese, già dal primo anno, per cui con esigenze diverse dalle nostre”.

Quali le difficoltà riscontrate durante i lavori? “L’aspetto più difficile è stato equiparare lo studio della lingua cinese con gli standard del Quadro di Riferimento Europeo e delle altre lingue – afferma Buchetti-  non essendo il cinese una lingua alfabetica: infatti c’è tutta una parte di apprendimento della composizione dei caratteri e della scrittura che porta via molto tempo. Altra difficoltà è stata come stabilire il lessico e la grammatica di riferimento per ogni anno, perché le realtà fra le scuole in cui si insegna il cinese sono molteplici: licei, licei linguistici, istituti tecnici o professionali, con necessità linguistiche diverse. Ultimo aspetto, le parti di cultura, che sono state, anche su mio suggerimento, suddivise scrupolosamente fra licei e tecnici, in base alle necessità e agli indirizzi di studio. Ad ogni modo adesso il sillabo esiste e questo è un punto di partenza per la didattica in Italia, quindi la soddisfazione è davvero elevata”.

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