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Gli studenti del Niccolini Palli incontrano Fabio Cantelli Anibaldi al Goldoni

Giovedì 22 Febbraio 2024 — 09:43

Circa 500 alunni e alunne del Liceo hanno partecipato al Goldoni ad un importante evento formativo, fortemente voluto dalla dirigente Teresa Cini, sul tema delle dipendenze da droghe. Intervistato sul palco da 5 studentesse, Fabio Cantelli Anibaldi ha fatto riflettere ed emozionare il giovane pubblico: "Cercate la felicità e coltivatela ogni giorno con dedizione e rigore. I tanti roghi nei quali ho rischiato di morire mi hanno insegnato che la felicità non è un incendio ma una fiamma da tenere accesa e custodita ogni giorno con cura"

Al teatro Goldoni si è svolto un importante evento formativo, fortemente voluto dalla Dirigente Teresa Cini, che ha coinvolto circa 500 alunni e alunne dell’IIS Niccolini Palli, appartenenti alle classi seconde, terze e quarte di tutti gli indirizzi liceali. Come si legge in un comunicato stampa del 21 febbraio ospite d’onore è stato Fabio Cantelli Anibaldi, classe 1962, scrittore, ricercatore, ex tossicodipendente, vecchio “amico” della Dirigente per esser stato da lei invitato in altre occasioni ad interloquire con studenti e studentesse. Cantelli Anibaldi è stato intervistato da cinque rappresentanti di alunni e alunne, una per ogni indirizzo liceale (Classico, Coreutico, Economico-sociale, Musicale e delle Scienze Umane) sul tema “Dipendenze da droghe, da relazioni, da ossessioni: conoscere i propri desideri per non diventarne schiavi”. L’incontro è stato preceduto da un capillare lavoro di approfondimento svolto nelle singole classi: in alcune è stata letta e commentata l’autobiografia “SanPa, madre amorosa e crudele” dello stesso Cantelli Anibaldi, in altre è stata visionata e commentata la docu-serie (che si in6tola semplicemente “San Pa”) visibile su NeYlix. Entrambi i lavori documentano l’attività della comunità di recupero per tossicodipendenti di San Patrignano, svoltasi, a partire dal 1978, tra luci ed ombre, encomi e condanne: l’autobiografia attraverso la voce dell’autore, ospite tossicomane e poi membro attivo della comunità per dieci anni, la docu-serie attraverso immagini di repertorio girate all’interno degli spazi di San Patrignano, “cucite” da interviste effettuate a vari ospiti della comunità stessa. In seguito al lavoro preliminare effettuato dai docenti nelle classi, è nata un’importante riflessione sul tema delle dipendenze che ha fatto scaturire una ricca serie di quesiti posti questa all’ospite d’onore sul palco del teatro Goldoni. In apertura dell’incontro, alunni e alunne del Liceo coreutico hanno offerto il loro benvenuto al pubblico e all’ospite con due toccanti e apprezzatissime coreografie, curate dalle Prof.sse Alessia Lera e Livia Benelli. Si è passati quindi all’intervista che si è snodata attorno a cinque macrotemi: “conduzione” della comunità di San Patrignano, tipologia e strategie di prevenzione alla piaga della tossicodipendenza, liberalizzazione delle droghe, dipendenze nell’attualità, risvolti interiori che le tossicodipendenze provocano. Sul palco si sono alternate in veste di intervistatrici Clelia Nerici per il Liceo classico, Bianca Mazzoni per il Liceo coruetico, Viola Demi per il Liceo economico-sociale, Mafalda Radogna per il Liceo musicale ed Elisa Stingone per le Scienze umane. Fabio Cantelli Anibaldi, spesso interrotto da applausi sorti spontaneamente, ha fatto riflettere ed emozionare il giovane pubblico, attento e interessato per quasi due ore. “Alla vostra età pensavo anch’io che la felicità fosse una fiammata, un’esplosione, un orgasmo. I tanti roghi nei quali ho rischiato di morire mi hanno insegnato che felicità non è un incendio ma una fiamma accesa e custodita ogni giorno con cura”. E ancora: “La felicità non è altro che la ricerca della felicità; occorre individuare una passione, qualcosa che vi restituisca la ragion d’essere, alla quale non rinuncereste per nulla al mondo; una volta individuata quella passione, coltivatela con dedizione e rigore ma senza preoccuparvi di forme e modelli proposti dal mercato, che vende illusioni e vi ruba l’anima”. Parole toccanti per i giovani e i meno giovani presenti in sala; evidente la commozione della Dirigente che ha osato portare “la strada” nella scuola, sottolineando come abbia voluto fortemente questo incontro perché ha profondamente a cuore il percorso educativo di ogni alunno e di ogni alunna della “sua” scuola.

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