Al Niccolini Palli una mostra dedicata alla figura del giudice Livatino
Una serie di pannelli ripercorre il percorso umano e professionale del giudice ucciso dalla mafia a soli 38 anni. Ingresso gratuito, su appuntamento, fino al 22 aprile. Ecco il link
“Sub tutela dei”. Così si intitola la mostra che l’Istituto Niccolini Palli, in collaborazione con Rimini meeting, Libera Associazione Forense, Centro studi Rosario Livatino e Centro culturale Il Sentiero, ha voluto dedicare alla figura di Rosario Livatino, magistrato siciliano ucciso dalla mafia a soli 38 anni e venerato come beato e martire dalla Chiesa cattolica. Una serie di pannelli, composti da immagini e didascalie, realizzati anche grazie al contatto diretto con le persone che lo hanno conosciuto, ripercorrono il percorso umano e professionale del celebre giudice, snodandosi tra i corridoi della sede di via Ernesto Rossi, 6.
“L’esposizione – commenta la dirigente scolastica Teresa Cini – sembra cucita addosso al nostro istituto, perché l’impronta giuridica è ovviamente molto marcata, anche se la tematica è talmente trasversale che diventa di importanza collettiva. Tanto è vero che abbiamo esteso l’invito anche al ciclo delle scuole primarie, perché è importante sin da piccoli, riflettere su questi argomenti. Qui vogliamo celebrare un giovane che aveva capito di avere un lavoro a servizio dello Stato”. Ad illustrare nel dettaglio la figura, una delle curatrici, l’avvocata Roberta Masotto (Gli altri sono Guido Facciolo, Matteo Filippi, Salvatore Taormina, Paolo Tosoni, Carlo Tremolada e Carlo Torti). “Livatino – spiega – aveva un’attenzione totale per ogni dettaglio, come dimostra ad esempio il suo schedario dei film, una delle sue passioni, estremamente curato, e che oggi si trova nella sua casa museo. Che si trattasse di un processo da preparare o di un aspetto della vita quotidiana, per lui tutto meritava la stessa attenzione. Era una persona riservata, non certo espansiva, ma con rapporti umani forti, importanti e con una grande fede. Una delle sue qualità più grandi era sicuramente l’umiltà, che lo rendeva consapevole di poter sbagliare, nonostante la grandissima preparazione tecnica, e capace di pensare ai condannati non esclusivamente in quanto tali, ma sempre e comunque come persone. Questo percorso offre una descrizione a 360 gradi, perché non volevamo creare l’immagine di un santo, ma di una persona vera, concreta”. L’esposizione è arricchita da un catalogo acquistabile in loco e contenente, oltre alle immagini dei pannelli, gli scritti reperiti dalle agende annuali del magistrato. La mostra è visitabile gratuitamente fino al 22 aprile dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18.15 (sabato solo 9 – 13) su appuntamento da indicare all’apposito link.
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