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Mamma Segreta, parti in anonimato anche a Livorno

Lunedì 3 Aprile 2023 — 11:42

Nella seconda foto la dott.ssa Rosa Maranto, che ringraziamo, direttrice ff UOC Attività Consultoriali e Responsabile Percorso Multidisciplinare - Area Consultoriale

Intervista alla dottoressa Rosa Maranto: "E' un percorso che viene svolto con un atteggiamento empatico e non giudicante. La donna può decidere di partorire in anonimato anche al momento del parto". Attivo il servizio telefonico di ascolto 055/4383001

Mamma segreta”, il progetto toscano per i parti in anonimato e il sostegno a madri e nascituri, compie ventiquattro anni e si ripropone nel 2023 con alcune novità. La giunta regionale ha aggiornato infatti di recente le linee di indirizzo del percorso e introdurrà una semplificazione nell’accesso e l’adeguamento a nuovi indirizzi giurisprudenziali. QuiLivorno.it ha intervistato, grazie alla collaborazione dell’ufficio stampa dell’USL Toscana nord ovest, la dott.ssa Rosa Maranto, che ringraziamo, direttrice ff UOC Attività Consultoriali e Responsabile Percorso Multidisciplinare – Area Consultoriale.

Cos’è Mamma Segreta? 
La nascita di un bambino è un evento importante che incide profondamente nella vita di una donna. Spesso è una grande gioia, ma talvolta non è così, perché non tutte le donne possono accogliere la maternità per tante motivazioni che è necessario saper ascoltare, comprendere e riconoscere. Il percorso Mamma segreta comprende una serie di interventi di assistenza e sostegno rivolti alle gestanti e alle madri, in situazioni di gravi difficoltà psicologiche e sociali, che manifestano incertezza o intenzione di non procedere al riconoscimento del bambino, avvalendosi del diritto a partorire in anonimato sancito dalla Legge italiana. L’obiettivo è la costruzione di un percorso di prevenzione e di tutela per tutte le donne in difficoltà, che decidano o meno di riconoscere il bambino, con la necessaria assistenza sanitaria e sociosanitaria per loro stesse e per il neonato e partorendo così in totale sicurezza e protezione. In base alle normative vigenti in materia di tutela della gravidanza possono accedere al percorso tutte le donne, senza distinzione di provenienza, nazionalità o stato giuridico e indipendentemente dalla loro residenza anagrafica. E’ un percorso delicato e quindi seguito da Operatori formati, con un atteggiamento empatico e non giudicante, per accompagnare una scelta certamente non facile, ma che tutela oltre la propria sicurezza, la vita del bambino e gli apre la prospettiva di essere subito accolto in una famiglia.

Come si accede al percorso e come funziona?
Per una miglior tutela è importante accedere al percorso già durante la gravidanza. Questo può essere fatto presso tutti i Consultori dove è possibile avere le informazioni sui diritti e le opportunità previste dalla legge e così nel contempo sia maturare con calma e consapevolezza una scelta, sia essere seguite e sostenute durante la gestazione. I Consultori hanno la possibilità di intercettare precocemente situazioni di grave difficoltà psicologica e sociale delle gestanti e accompagnarle verso i percorsi di assistenza più appropriati; hanno infatti equipe multiprofessionali costituite da Ostetriche, Ginecologi, Psicologi e Assistenti Sociali che possono accompagnare in modo globale la donna fino al momento del parto e sostenerla anche dopo la nascita del bambino. Anche il momento dopo la nascita è infatti molto delicato, ma è difficile dare il supporto psicologico necessario se non si è instaurato una relazione di fiducia in gravidanza. Una prima informazione può essere fornita anche da altri Operatori e Servizi, in particolare dai Servizi Sociali, dal proprio Medico, dai Centri per l’adozione. La Regione Toscana ha anche attivato, per un primo contatto, un servizio telefonico (055/4383001) di ascolto, informazione, orientamento e sostegno psicologico, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 15:00. L’intenzione di partorire in anonimato può poi essere espressa direttamente anche al momento del ricovero presso la struttura ospedaliera o al momento del parto o nelle fasi immediatamente successive ed è questa attualmente la modalità più seguita: il percorso è garantito in tutti i Punti Nascita della nostra Regione. L’Assistente Sociale dell’equipe Mamma segreta effettua quindi dopo il parto un colloquio approfondito con la donna, avvalendosi se necessario della mediazione culturale, fornendo informazioni circa il percorso di sostegno previsto e informando su tutte le opportunità offerte dal sistema dei servizi nelle fasi successive al parto ed all’eventuale non riconoscimento. Se la donna, una volta informata e consapevole, conferma questa scelta, le viene sottoposta una modulistica per dichiarare formalmente di non voler essere nominata nella dichiarazione di nascita e di non riconoscere il neonato e viene inviata una segnalazione alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni competente. Vengono inoltre raccolti alcuni dati anamnestici, non identificativi della madre o della famiglia biologica, che sono richiesti e conservati dal Tribunale dei Minorenni come “bagaglio storico” del bambino, nell’eventualità che nel corso della sua vita ricerchi informazioni sulle sue origini. Saranno poi a breve definiti a livello regionale procedure e protocolli per consentire, sempre nel rispetto dell’anonimato della madre biologica, ai genitori adottivi di programmare interventi profilattici e/o accertamenti diagnostici in caso di malattie pregresse o familiari.

La mamma ci può ripensare?
Questo cammino lascia la possibilità di decidere e di cambiare idea, anche dopo la nascita. Ci sono donne che sono molto indecise e incerte su quale strada da intraprendere, c’è bisogno di tempo per riflettere perché alcune problematiche, se c’è un aiuto, possono essere superate, per altre questo non è possibile. Per questo è importante rivolgersi al Consultorio già durante la gravidanza, per essere aiutate e sostenute nella scelta. La mamma però che ha particolari e gravi motivi che le impediscono di formalizzare il riconoscimento e ha bisogno di maggior tempo per decidere, può comunque chiedere al Tribunale per i minorenni, presso il quale è aperta la procedura per la dichiarazione di adottabilità del neonato, un periodo di tempo per provvedere al riconoscimento. In questi casi si ha la sospensione della procedura di adottabilità che può essere concessa per un periodo massimo di due mesi, nel quale la madre mantiene con continuità il rapporto con il bambino.

Quanti “parti segreti” negli ultimi anni a Livorno?
I “parti segreti” costituiscono un evento statisticamente abbastanza raro nella realtà toscana. Negli ultimi undici anni, dal 2012 al 2022, sono stati circa 184. Anche a Livorno si sono sempre registrati pochi casi, anche se negli ultimi dodici mesi abbiamo registrato un numero maggiore rispetto agli anni precedenti. L’importante è sapere che c’è questa opportunità e che nessuna viene lasciata da sola. Ci sono poi mamme che avevano inizialmente espresso la volontà di non riconoscere il bambino, ma che poi durante il percorso o dopo il parto, hanno cambiato idea. Tutte sono state sostenute nel percorso, a prescindere dalla scelta effettuata.

Dopo il parto cosa succede al bambino?
Chi nasce è riconosciuto dalla nostra legge come “persona”, cui è attribuita la capacità giuridica e quindi questo vale anche per il neonato non riconosciuto. La dichiarazione di nascita viene fatta da chi ha assistito al parto entro i termini massimi di 10 giorni dalla nascita e permette la formazione dell’atto di nascita, e quindi l’identità anagrafica, l’acquisizione del nome e la cittadinanza. La segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni della situazione di abbandono del neonato non riconosciuto permette l’apertura di un procedimento di adottabilità nazionale e quindi la sollecita individuazione di un’idonea coppia adottante così da garantire in tempi rapidi al neonato il diritto a crescere ed essere educato in famiglia e di assumere lo status di figlio legittimo dei genitori che lo hanno adottato.

Il bambino (o altri) possono in futuro risalire alla mamma?
Tutta la documentazione è archiviata nella massima riservatezza. Il nome della madre rimane segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”. Nel nostro ordinamento giuridico, fino a pochi anni fa, nonostante il diritto dell’adottato di accedere alle informazioni sulle origini fosse riconosciuto da convenzioni internazionali, il “diritto all’oblio”, assicurato alla donna che optava per il parto in anonimato, prevaleva su ogni altra considerazione o richiesta del figlio che desiderava avere accesso alle informazioni sulle origini. Alla luce delle recenti sentenze di Corte costituzionale e Cassazione, il figlio naturale ultraventicinquenne non riconosciuto alla nascita può presentare istanza al Tribunale per i minorenni del luogo di residenza per ricercare informazioni sulle proprie origini. In conformità ai nuovi indirizzi giurisprudenziali la donna viene quindi informata, nella fase di dimissione dall’ospedale, su questa eventualità di futuro interpello da parte del figlio naturale. In questo caso la madre biologica potrebbe in futuro essere convocata dal tribunale per essere informata della richiesta avanzata dal figlio, ma in quel momento avrà la facoltà di acconsentire o meno che venga svelata la sua identità.

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