Città Diversa: “Un nuovo ospedale nell’attuale area? E’ possibile”
La proposta alternativa del gruppo di lavoro di “Città diversa” individua, all’interno dell’attuale area ospedaliera, gli spazi per realizzare la nuova struttura
Una città della salute dentro l’area dell’attuale ospedale? Per il “Città diversa” è possibile ed in tempi brevi. Il gruppo consiliare, nel 2010 prima e nel 2015 poi, aveva depositato una proposta alternativa alla realizzazione del nuovo ospedale livornese nella zona di Montenero Basso. “Possiamo dire di ritenerci soddisfatti – sostiene il consigliere Marco Cannito – Oggi gli enti istituzionali si stanno riavvicinando alla nostra proposta. L’ospedale nuovo può essere realizzato all’interno dell’attuale sede. Si tratta solo di non perdere altro tempo e di mettersi al lavoro per realizzare una struttura all’altezza dei bisogni socio-sanitari della città e delle necessità degli operatori”.
La proposta alternativa del gruppo di lavoro di “Città diversa” individua, all’interno dell’attuale area ospedaliera, gli spazi per realizzare la nuova struttura. Prevede l’abbattimento di un blocco non storico e la costruzione, in un’area di 15 mila metri complessivi, di un monoblocco verticali a 5 piani e dotato di numerosi ascensori. Il monoblocco consentirebbe di dimezzare tempi e costi di realizzazione rispetto a quelli preventivati, oltre al raggruppamento di tutti i rami specialistici e un numero complessivo di 675 posti letto. Sotto l’area sopracitata sono previsti posti auto per i dipendenti ed i visitatori dei ricoverati, in modo da liberare all’esterno parcheggi per i residenti. I locali dell’attuale struttura ospedaliera verrebbero adibiti a uffici amministrativi, di formazione, per dimissioni, visite, farmaceutica, hospice, attività socio sanitarie. Prevista una corsia ad hoc per le ambulanze.
“Montenero Basso non è adatto per la realizzazione di un ospedale moderno – afferma Luano Fattorini, ex medico specialista ospedaliero del gruppo di lavoro “Città Diversa” – Si tratta di una problematica che viene portata avanti da 30 anni e su cui deve essere posta la parola ‘fine’. L’Accordo tra Regione, Comune e Asl è stato fatto tra poche teste, senza il minimo coinvolgimento di cittadini e personale. L’interazione ed il confronto sono fondamentali”.
“La medicina – continua – adesso funziona in modo totalmente diverso. Prima le differenti patologie venivano confinate in blocchi autonomi: oggi le diverse discipline interagiscono tra di loro, un continuo scambio di conoscenze e pratiche interdipendenti. Per facilitare questo scambio, è necessario un monoblocco verticale dove si possa muoversi in modo celere”.
“Due sono gli obiettivi da raggiungere – dice Domenico Zucca, medico del territorio – Il primo è quello di non perdere altro tempo. Non possiamo più aspettare ed è necessario che si avviino i procedimenti. Il secondo è l’auspicio di un confronto tra istituzioni, forze politiche, professionali ed economiche. Solo in questo modo la questione potrà essere risolta velocemente”.
“E’ importante guardare al principio di rinaturalizzazione del territorio – conclude l’architetto Venio Cecconi – Il primo passo nell’edilizia è dare un peso specifico all’ambiente. L’aver pensato di poter realizzare una struttura ospedaliera nel parco Pertini è indice di mancanza di salvaguardia del territorio. Abbiamo individuato una zona di dimensioni equivalenti nel lotto ospedaliero che costituisce una validissima alternativa”.
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