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Cisl, ecco il documento programmatico sul sistema socio-sanitario integrato

Lunedì 21 Gennaio 2019 — 09:16

Quadro di riferimento. In tema di sanità, la linea-guida di questa Organizzazione Sindacale è scolpita nell’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Quel principio è oggi attuato dalla legge per il tramite del Servizio Sanitario Nazionale1. La legge statale provvede anche ad assicurare condizioni e garanzie di salute uniformi per tutto il territorio nazionale2. Sono le Unità Sanitarie Locali, gli enti pubblici che hanno il compito di erogare le prestazioni di prevenzione, di cura, di riabilitazione e di medicina legale, assicurando i livelli delle prestazioni sanitarie che devono essere garantite a tutti i cittadini3. Per le prestazioni di cura, l’assistenza medico-generica e pediatrica è prestata dal personale dipendente o convenzionato del servizio sanitario nazionale operante nelle unità sanitarie locali o nel comune di residenza del cittadino, mentre le prestazioni medico-specialistiche, ivi comprese quelle di diagnostica strumentale e di laboratorio, sono fornite, di norma, presso gli ambulatori e i presidi delle unità sanitarie locali di cui l’utente fa parte.

In Toscana il Servizio Sanitario Regionale è caratterizzato, tra gli altri, dai seguenti principi costitutivi:

Ø  centralità e partecipazione del cittadino;

Ø  universalità e parità di accesso ai servizi sanitari per tutti gli assistiti;

Ø  rispetto del criterio di attenzione alle zone disagiate, montane, insulari e di confine, alla loro identità territoriale, alle esperienze ospedaliere maturate;

Ø  sussidiarietà istituzionale e pieno coinvolgimento degli enti locali nelle politiche di promozione della salute;

Ø  concorso dei soggetti istituzionali e partecipazione delle parti sociali agli atti della programmazione sanitaria e sociale integrata regionale;

Ø  libertà di scelta del luogo di cura e dell’operatore sanitario nell’ambito dell’offerta e dei percorsi assistenziali programmati;

Ø  valorizzazione professionale del personale del servizio sanitario regionale e promozione della sua partecipazione ai processi di programmazione e valutazione della qualità dei servizi.

Un elemento fondamentale del sistema toscano è l’integrazione delle politiche sanitarie con quelle sociali, ovvero il “coordinamento ed integrazione tra i servizi sociali ed i servizi sanitari al fine di assicurare una risposta unitaria alle esigenze di salute della persona, indipendentemente dal soggetto gestore”.

2.     LA PIATTAFORMA REGIONALE DI CGIL, CISL E UIL

In questo quadro di riferimento normativo, la CISL di Livorno si riconosce nella “Piattaforma regionale per il confronto con la Regione Toscana sul processo di riforma dei servizi socio-sanitari della Toscana”, approvata il 14 luglio 2016 dagli attivi unitari, confermando la perdurante attualità delle linee-guida in essa contenute.

2.1.     L’EFFICIENTAMENTO DEL SISTEMA SOCIO-SANITARIO

L’obiettivo primario di tutelare la salute come fondamentale diritto dell’individuo richiede che le limitate risorse disponibili vengano utilizzate in modo efficiente, “senza sprechi e con obiettivi di appropriatezza degli interventi nella gestione”.

Per quanto concerne la spesa sanitaria corrente, nel 2016 la Toscana ha investito 7,293 miliardi di euro. La spesa pro capite, pari a 1.948 euro, è superiore a quella media italiana (1.855 euro) e la nostra regione risulta 8^ tra le 21 regioni e province autonome.

Se principio ispiratore del Servizio Sanitario Regionale è la “centralità e partecipazione del cittadino, in quanto titolare del diritto alla salute e soggetto attivo del percorso assistenziale”10, pare necessario ristrutturare i processi del sistema in modo che il cittadino medesimo possa agevolmente comprenderli, accedervi e fruirne. Con un’espressione sintetica diremmo “il cittadino al centro”, invece che “la struttura al centro”.

Un decisivo contributo, sia all’efficiente uso delle risorse che alla ristrutturazione dei processi per porre il cittadino al centro, può venire dall’effettiva realizzazione di “un sistema di gestione tecnologica dell’informazione e della comunicazione unico, unitario e condiviso”, traguardo che ad oggi appare ancora ben lontano dall’essere raggiunto. Sul versante dell’utilizzo del sistema informatico da parte dell’utenza, una particolare attenzione deve essere rivolta all’uguaglianza delle condizioni di accesso, fornendo adeguati servizi per i soggetti socialmente più deboli (digital divide): in questo campo le Organizzazioni Sindacali confederali, con i loro servizi, potrebbero essere di grande utilità. Sul versante dell’utilizzo del sistema informatico da parte dei dipendenti del Servizio Sanitario Regionale e dei soggetti convenzionati, pare necessario che vengano assicurati opportuni percorsi formativi e adeguate risorse umane, sia in termini quantitativi che qualitativi.

2.2.     IL MONITORAGGIO DEL RIASSETTO ISTITUZIONALE E ORGANIZZATIVO

La legge regionale toscana 28 dicembre 2015 n. 84 ha attuato un profondo riassetto istituzionale e organizzativo del sistema sanitario regionale, anche per “dare una risposta alla crescita inesorabile dei bisogni assistenziali legati alla cronicità che assorbe oltre l’80 per cento del fondo sanitario e che impatta sullo sviluppo economico e sul benessere della comunità regionale”.

Si è così provveduto: ad accorpare le dodici aziende USL in tre aziende, una per ciascuna area vasta individuare il dipartimento, ai diversi livelli territoriale ed ospedaliero, quale strumento organizzativo ordinario di gestione delle aziende USL; ridefinire le funzioni e l’estensione delle zone distretto, per farle coincidere con gli ambiti ottimali di lettura dei bisogni e di identificazione delle priorità di salute; riorganizzare i presidi ospedalieri, alla luce dell’istituzione dell’organizzazione dipartimentale.

Appaiono pertanto necessari un puntuale monitoraggio dei cronoprogrammi, e dello stato di attuazione della riforma, dei risparmi generati (con evidenza dei reinvestimenti delle relative risorse) ed un’efficace interlocuzione, in quest’ambito, con le parti sociali.

2.3.     LA QUALITA’ DELLE CURE

Sulla scorta di quanto espresso nella Relazione sanitaria regionale 2016 dall’Agenzia Regionale di Sanità, la Toscana registra un buon posizionamento per screening oncologici17, emergenza-urgenza per quel che concerne l’efficacia e rapidità dell’organizzazione del 11818, ricovero ospedaliero19, mobilità ospedaliera20, trapianti e donazioni21, tempi di attesa chirurgici22, esiti23, percezione dei cittadini sui servizi24.

Aspetti critici presentano, invece, la copertura vaccinale nei bambini25, l’emergenza-urgenza per quel che concerne il numero degli accessi al Pronto Soccorso26, i volumi di attività ospedaliera27, i tempi di attesa ambulatoriali28, la riabilitazione29, l’assistenza all’anziano non autosufficiente30.

3.     LE SPECIFICITA’ DELLA PROVINCIA DI LIVORNO
Nel quadro di riferimento normativo e nell’alveo della Piattaforma regionale, CISL Livorno evidenzia alcuni punti fondamentali nell’ambito sociosanitario.

3.1.      LA RETE OSPEDALIERA

Il Presidio di Livorno è collocato in una struttura ormai in buona parte obsoleta. Dopo che nel 2010 i cittadini livornesi riservarono un’affluenza del 20 % al referendum abrogativo della deliberazione consiliare sul nuovo presidio ospedaliero in località Pascoli-Villa Serena31, le divergenze sorte tra Comune e Regione in seguito alle elezioni amministrative del giugno 2014 hanno impedito la realizzazione della nuova struttura32. Riteniamo necessario che, accantonati nell’interesse dei cittadini di Livorno gli scontri ideologici, si concretizzi al più presto una soluzione.

Nella Zona Distretto Bassa Val di Cecina-Val di Cornia, in ossequio al dettato della legge regionale33, è presente un unico presidio ospedaliero, articolato nei due stabilimenti dell’Ospedale Civile di Cecina e dell’Ospedale Civile di Piombino34. Il percorso di integrazione dei due stabilimenti, in precedenza operanti come presidi ospedalieri autonomi, è ben lungi dall’essere completato. Riteniamo necessario procedere nel più breve tempo possibile a tale integrazione, secondo le linee direttrici della ridefinizione della rete ospedaliera dell’Area Vasta Nord Ovest35:

Ø  “In ciascun livello ospedaliero verranno garantite almeno le funzioni come indicate dal DM 70; ulteriori attività, in accordo con gli indirizzi del PSSIR 2012-2015 potranno essere garantite se giustificate da specifici bisogni locali e/o expertise, pur rimanendo negli standard numerici indicati dal DM 70/2015 relativi alle strutture organizzative.

Ø  Le allocazioni delle attività all’interno dei presidi andranno modulate per gradi di complessità differenziata nell’ambito della rete secondo modelli più atti a garantire la prossimità di servizi al cittadino e il rispetto dei volumi soglia in cui le UUOO garantiscono, come peculiari nodi della rete, l’uniformità tecnico professionale nel rispetto dei parametri definiti nel DM 70. Il presupposto organizzativo per la realizzazione del modello è la costituzione di Unità Operative concepite come maglie di una rete che possano svilupparsi su più stabilimenti/presidi con una stretta connessione e collaborazione tra équipe di professionisti”.

Per l’Isola d’Elba, la legge regionale annovera tra i principi ispiratori del servizio sanitario il “rispetto del criterio di attenzione alle zone (…) insulari (…), alla loro identità territoriale, alle esperienze ospedaliere maturate”36. Riteniamo che sia necessario:

Ø  dare piena attuazione al paragrafo del PSSIR 2012-201537, che prevede “atti specifici che garantiscano: l’assistenza nell’Emergenza/Urgenza; la continuità delle cure (dimissioni protette, cure intermedie/ospedale di comunità, hospice, etc.); le cure primarie (medicina generale, case della salute, assistenza domiciliare, etc.); l’assistenza ospedaliera caratterizzata da uno specifico livello di complessità ad integrazione delle tipologie previste al paragrafo 2.3.3.1, classificando l’ospedale di Portoferraio come ospedale di prossimità. I servizi erogati dovranno, altresì, rispettare l’accordo già sottoscritto tra Regione Toscana e Conferenza dei sindaci dell’Isola d’Elba in materia di sanità del 12 novembre 2011”.

Ø  concretizzare le previsioni degli specifici Patti Territoriali tempo per tempo sottoscritti tra l’Azienda Usl e i Comuni dell’Isola d’Elba.

Sulla scorta dei dati 2017, in provincia di Livorno sono presenti 821 posti-letto (716 ordinari e 105 diurni) su una popolazione di 337.334 abitanti39, corrispondenti a 2,43 posti-letto per mille abitanti: ben lontani dai 3,3 posti-letto per mille abitanti che costituiscono la media toscana40. Occorre pertanto intervenire per un riequilibrio.

Superare le criticità nella gestione delle liste di attesa, è uno degli obiettivi del Programma Regionale di Sviluppo 2016-202041: la Giunta Regionale è intervenuta con una pluralità di delibere (476/2018, 750/2018, 1457/2018), ma il problema è ben lungi dall’essere risolto. Occorre proseguire con determinazione, per dare attuazione all’obiettivo programmato.

3.2.      I SERVIZI TERRITORIALI

In provincia di Livorno sono oggi presenti 3 Zone Distretto: Livornese, Bassa Val di Cecina-Val di Cornia, Elba. Risulta costituita un’unica Società della Salute42, quella delle Valli Etrusche per la Zona Distretto Bassa Val di Cecina-Val di Cornia, mentre nelle altre due Zone Distretto l’integrazione sociosanitaria è attuata attraverso apposita convenzione43.

La legge regionale 11/2017 ha accorpato le preesistenti Zone Distretto della Bassa Val di Cecina e della Val di Cornia44: occorre procedere speditamente nel reale processo di integrazione.

In Toscana, elemento essenziale dei servizi di Cure Primarie è la Casa della Salute: “La Casa della Salute è parte fondamentale ed essenziale della rete dei servizi aziendali delle Cure Primarie, permettendo una relazione diretta tra l’assistenza territoriale e gli altri nodi della rete assistenziale. È strutturata in sedi fisiche ben riconoscibili e presenti in maniera omogenea sul territorio regionale e i cittadini saranno presi in carico per i loro problemi assistenziali da team multiprofessionali coordinati clinicamente dai MMG titolari della scelta del singolo paziente, garantendo la fluidità dei percorsi e i necessari raccordi con gli altri servizi aziendali attraverso la medicina di comunità”45. Il programma di realizzazione delle Case della Salute pare ben lungi dall’essere completato: appaiono pertanto necessari un puntuale monitoraggio dello stato di realizzazione ed un’efficace interlocuzione, in quest’ambito, con le parti sociali.

Nel territorio livornese (ex Asl 6) risulta notevolmente inferiore alla media, sia della Toscana che dell’Area Vasta, la percentuale di anziani non autosufficienti assistiti46. Per l’assistenza domiciliare si registra una proporzione standard di 7,80 anziani per mille, rispetto ad una media regionale di 23,30 per mille e di area vasta di 13,70 per mille. Per la Residenza Sanitaria Assistenziale permanente una proporzione standard di 4,70 anziani per mille, rispetto ad una media regionale di 8,70 per mille e di area vasta di 6,60 per mille. Disparità si registrano anche tra le diverse Zone Distretto comprese nel territorio della ex Asl 6. Occorre intervenire rapidamente, per eliminare le disomogeneità territoriali.

 

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