A Ginecologia e Ostetricia una strumentazione di ultima generazione da 180mila euro
Il nuovo sistema Rubina permetterà una chirurgia sempre più precisa e meno invasiva per le pazienti con tempi di recupero post operatorio più veloci. Il primario Abate: "Il reparto compie un ulteriore balzo in avanti nel percorso di avanzamento tecnologico. Grazie all'azienda per mettere a disposizione delle livornesi quanto di più avanzato possa esserci nel settore"
Il reparto di Ginecologia e Ostetricia di Livorno è stato dotato di una nuova colonna laparoscopica di ultima generazione del valore di circa 180mila euro che permetterà una chirurgia sempre più precisa e meno invasiva per le pazienti con tempi di recupero post operatorio più veloci. “Con l’arrivo della nuova dotazione – spiega il direttore di Ginecologia e Ostetricia Sergio Abate – il reparto compie un ulteriore balzo in avanti nel percorso di avanzamento tecnologico che l’industria sanitaria più all’avanguardia propone. Viene sistemato l’ultimo tassello per rendere la nostra chirurgia sempre più selettiva, riducendo al minimo gli interventi più demolitivi. Con la nuova strumentazione, ad esempio, sarà possibile eseguire la ricerca del linfonodo sentinella nei carcinomi della cervice e dell’endometrio andando a individuare e prelevare soltanto quelli potenzialmente raggiunti dalle cellule neoplastiche dei tumori. Questo permetterà di evitare, se non strettamente necessaria, l’asportazione di tutta la catena linfonodale pelvica e dei grossi vasi raggiungendo un altissimo livello di selettività, un minore tempo operatorio con benefici anche nei tempi di recupero post intervento. Tutto questo è reso possibile dalla scelta della direzione aziendale, che ringrazio, di investire sul nostro centro e mettere così a disposizione delle livornesi quanto di più avanzato possa esserci nel settore”.
Come funziona
Il nuovo sistema chiamato “Rubina” presente nella telecamera in dotazione oltre a permettere una visione estremamente definita e in tre dimensioni, assicura la possibilità di seguire il tracciante fluorescente che dall’utero raggiunge le stazioni linfonodali evidenziando solo quelle interessate. Il sistema permette inoltre di valutare con estrema precisione la vascolarizzazione degli organi pelvici al termine di grossi interventi demolitivi per neoplasie maligne femminili o per l’endometriosi, aspetto che assicura una migliore ripresa funzionale degli organi stessi. “L’arrivo della strumentazione – dice il direttore generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani – conferma la volontà espressa più riprese da parte della direzione di investire nella struttura, mantenere le attività presenti e avviarne nuove di livello avanzato. La progressiva e contemporanea crescita di competenze professionali e di tecnologia a disposizione sta facendo diventare il reparto livornese un punto di riferimento per la popolazione femminile al pari dei centri più avanzati ponendosi come importante riferimento nel settore”.
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