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Provincia: lotta agli stereotipi di genere

Giovedì 23 Febbraio 2017 — 17:25

Presentati gli Indirizzi Progettuali per le politiche di Pari Opportunità per superare gli stereotipi che relegano le donne in posizioni di subalternità nei diversi ambiti della vita lavorativa e sociale

di Elena Zoncu

Nella mattinata del 23 febbraio, a Palazzo Granducale si è tenuto un incontro organizzato dalla Provincia e della consigliera provinciale di Parità, Cristina Cerrai. Obiettivo dell’iniziativa, realizzata dall’Amministrazione Provinciale e dalla consigliera provinciale di Parità, Cristina Cerrai, è la promozione di una cultura di genere e delle pari opportunità, che aiuti a superare gli stereotipi che relegano le donne in posizioni di subalternità nei diversi ambiti della vita lavorativa e sociale. “Ma non solo – sottolinea Cerrai – perché il concetto di pari opportunità vogliamo allargarlo a tutte le categorie di persone che per motivi culturali, sociali, etnici o anagrafici, non vedono riconosciuti i propri diritti”.
Oltre alla consigliera, erano presenti la vicesindaca Stella Sorgente e le curatrici dei progetti con le scuole, Irene Biemmi e Lorella Zanardo, insieme a Cecilia Robustelli, Paola Meneganti ed Eva Fedi. “I principali interventi che abbiamo attivato – ha aggiunto Cerrai – sono due: un percorso progettuale che coinvolge il mondo delle scuole di ogni ordine e grado del territorio provinciale, per sensibilizzare alunni e studenti alla cultura di genere e, quindi, ad una maggiore attenzione al problema delle violenza contro le donne; un tavolo sul linguaggio di genere, per favorire la diffusione di una comunicazione e un’informazione che contribuisca ad eliminare gli stereotipi. A questi si aggiunge una serie di iniziative, tra le quali la Marcia per la Parità, lo sportello VIS per il sostegno alle vittime di reato, e tanto altro”.
Alla presentazione sono intervenute la consigliera provinciale e vice sindaca di Collesalvetti Irene Visone, la vice sindaca di Livorno, Stella Sorgente, la segretaria generale della Provincia, Maria Castallo e la responsabile del Servizio Affari Generali, Paola Meneganti. Era presente, inoltre la prof.ssa Camilla Pasquinelli, referente dell’Ufficio Scolastico Provinciale insieme a numerose insegnanti. Irene Biemmi, Lorella Zanardo e Eva Fedi, hanno illustrato le attività che stanno svolgendo nelle scuole, grazie al finanziamento della Regione Toscana, che stanno riscuotendo notevole gradimento sia tra gli insegnati, sia tra gli alunni, gli studenti e i genitori.
“I corsi seminariali nelle scuole di elementari – ha spiegato Biemmi – hanno coinvolto gli insegnati delle scuole Carducci, Don Angeli e dell’Istituto comprensivo Marconi di Venturina-Suvereto-Campiglia. Il coinvolgimento del corpo docente, ma anche dei collaboratori scolastici, è importante perché la crescita culturale abbia ricadute positive e durature sull’insegnamento. Basti pensare che spesso si fa confusione tra due concetti molto diversi, come sesso e genere, che al contrario, hanno significati molto diversi. Il percorso formativo con le maestre dell’Istituto Marconi, è sfociato, poi, in un lavoro in classe sui mestieri dal titolo Non solo Cavalieri e principesse, ed è stato interessante vedere come, ancora oggi, molte bambine chiedono stupite se da grandi possono fare l’avvocato, o il medico o il panettiere. Il problema è che fin dalla nascita l’immaginario femminile, proprio a causa degli stereotipi, tende a rimanere ristretto e le bambine faticano e trovare le parole giuste per superare questo mondo limitato in cui sono costrette”.
Un analogo percorso è quello portato avanti nella scuola media Bartolena dall’Associazione “10 dicembre-Arci Ragazzi”. “Il lavoro che abbiamo fatto con le sei terze medie del plesso – ha detto Eva Fedi – si è incentrato sul saper riconoscere e contrastare gli stereotipi e capire che dietro ogni stereotipo vi sono soprattutto dei diritti lesi”. Educare ad avere uno sguardo capace di leggere le immagini con occhi consapevoli è, invece , l’obiettivo dei corsi formativi curati da Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne”. “Oggi la quasi totalità dei giovani possiede uno smartphone e con esso sviluppa il suo sguardo sul mondo. Per questo occorre fornire loro nuovi strumenti culturali in grado di evitare il rischio di non saper capire il messaggio che c’è dietro una foto o un video”. I corsi hanno coinvolto gli studenti di diverse scuole superiori di Livorno e del territorio provinciale. “La prima cosa che insegno ai ragazzi e alle ragazze – aggiunge Zanardo – è proprio l’uso della telecamera. Capire come si costruisce un video è un modo per farli riflettere sul fatto che ogni immagine è sempre il punto di vista di chi la produce, così come il messaggio implicito che vuol trasmettere”. Il tavolo sul linguaggio di genere si rivolge in primis alle operatrici e agli operatori del mondo dell’informazione ma anche a chi lavora nelle amministrazioni pubbliche. “La lingua riflette i cambiamenti della società – sottolinea la prof.ssa Cecilia Robustelli, curatrice dell’iniziativa – per questo è necessario superare le resistenze ad un uso più corretto del genere grammaticale, che la lingua italiana ha già ma che le abitudini culturali faticano ancora ad accettare. Rispettare il genere anche nel linguaggio istituzionale aiuterà questo cambiamento e la maggiore presenza di donne in ruoli importanti nelle istituzioni sta già producendo enormi passi avanti”.

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