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Il porto come non si è mai visto tra volumi e geometrie

Martedì 29 Novembre 2016 — 14:55

Un viaggio storico, fotografico e artistico all’interno di quel micro-mondo chiamato porto, con una attenzione particolare alle sue geometrie, forme, trame e reticoli. Districandosi tra ponti mobili, gru, magazzini e silos che affollano le banchine dello scalo labronico, il volume confezionato dall’Autorità Portuale che è stato presentato è qualcosa di più che non la classica strenna natalizia da mettere sotto l’albero come augurio per l’anno che viene, ma un prodotto editoriale d’eccezione e, soprattutto, singolare. D’eccezione, perché a realizzarlo, su commissione della Port Authority, sono stati ben quattro curatori, che hanno messo in sinergia competenze e professionalità diverse: dall’ex assessore alla cultura sotto il mandato Lamberti, Dario Matteoni, alla fotografa Irene Taddei, dalla critica d’arte Francesca Cagianelli all’architetto Massimo Gasperini.
Singolare perché è la prima volta che il porto di Livorno viene visto attraverso i filtri della geometria e delle forme: le finestre squadrate del Silos del Tirreno; le nervature storiche della Torre del Marzocco; le masse cilindriche dei rotoli di carta Kraft; i capitelli del Silos Granari, i transtainer della Darsena Toscana e le architetture navali riprese dall’alto della Calata Punto-Franco risaltano dagli stupendi scatti della Taddei con la stessa vitalità e ricchezza con cui il Carpaccio era solito dipingere la sua Venezia, e hanno la forza di introdurre nel porto, nel mondo di tutti i giorni, elementi di insospettabile novità. Nel libro è anche presente una sezione dedicata alla pittura: dalle vedute portuali di Ugo Maranesi alle lezioni sul porto-atelier di Giovanni Fattori e Guglielmo Micheli per arrivare a Lloyd e a Mario Puccini.
“Oggi – ha detto Matteoni durante la Conferenza Stampa – ci siamo abituati a vedere il porto attraverso le immagini cartolinistiche e dal sicuro effetto scenografico scattate da macchine fotografiche all’ultima moda; con questo prodotto editoriale abbiamo provato a rileggere lo scalo labronico usando griglie e punti di vista particolari: si tratta di un percorso di riflessione visiva e storica che ci mostra ciò che ad occhio nudo non riusciremmo a cogliere: Walter Benjamin lo chiamava inconscio ottico”.
“Non è la prima volta che questa Autorità Portuale realizza pubblicazioni fotografiche sul porto – ha aggiunto il segretario generale dell’APL, Massimo Provinciali – lo scalo portuale e le sue architetture sono e rimangono una fonte inesauribile di emozioni. Siamo contenti di aver contribuito a diffondere l’immagine di Livorno attraverso iniziative di alto spessore culturale, e questo libro ne è la dimostrazione”.

 

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