“Industria e logistica per reindustrializzare la costa toscana”
Il presidente di Confindustria Livorno Massa Carrara, Piero Neri, ha partecipato all’evento organizzato a Livorno da Shipmag
Si è tenuto il 19 aprile l’appuntamento livornese “ShipMag Colloquia”, l’evento organizzato da Shipmag, magazine sul mondo dello shipping, nella splendida cornice della Fortezza Vecchia. Ad aprire la tavola rotonda intitolata “L’importanza della rete tra industria e logistica: il caso dei porti toscani”, è stato Piero Neri, presidente della Confindustria di Livorno Massa Carrara, che ha commentato: “Le multinazionali e le grandi imprese operanti sulla costa toscana e nell’area metropolitana di Firenze presto saranno unite in una nuova Confindustria unica, a conclusione del processo di fusione in atto tra le due associazioni Livorno Massa Carrara e Firenze”. Il presidente degli industriali della costa ha sottolineato la necessità di rafforzare l’integrazione tra le attività manifatturiere e quelle logistiche, per affermare una competitività potenziata dei sistemi industriali presenti sui territori interessati. “Le trasformazioni della nuova globalizzazione si stanno sviluppando con criteri che rendono indispensabile il binomio industria & logistica – ha continuato il numero uno degli industriali Neri -. Le direttrici dei traffici internazionali e le aree geografiche a elevata produttività manifatturiera troveranno nei porti di Carrara, Livorno e Piombino e nell’intermodalità collegata, forti motivi di attrattività sia per la collocazione geografica sia per l’alta specializzazione di importati player della logistica già operanti sulla costa della Toscana”.
D’altronde le ripercussioni occupazionali causate dalla deindustrializzazione sono attestate dai dati “storici” dei censimenti ISTAT, elaborati dall’Osservatorio Congiunturale di Confindustria LI MS: gli addetti nel comparto manifatturiero in provincia di Livorno erano 33.988 nel 1981. Nel 1991 erano già scesi del 35,5%. Nel 2001 i dati ISTAT certificano una diminuzione del 45,3% rispetto al 1981 e nel 2011, dopo un trentennio, gli addetti del comparto manifatturiero sono scesi di oltre la metà, con una perdita secca di circa 19 mila unità. Esiti analoghi per il territorio di Massa Carrara: anche in questo caso i dati dei censimenti ISTAT certificano la recessione del comparto manifatturiero nel trentennio 1981 – 2011. Gli addetti alle imprese manifatturiere passano dalle 16.249 unità del 1981, alle 7.950 unità del 2011, con una caduta pari alla metà dei posti di lavoro. La pandemia prima e la rivoluzione geopolitica in corso, nonostante non ne siano ancora chiari gli approdi, suggeriscono di verificare se nei singoli territori sia possibile una inversione a U pur tenendo conto delle diverse e mutate condizioni di contesto. “Oggi vorremmo fare una prima verifica con i nostri ospiti – ha proseguito Neri – ipotizzando un progetto imperniato sulla connessione stabile tra la manifattura che caratterizza la geo-economia compresa tra l’area metropolitana di Firenze ed il centro Italia e l’attuale ecosistema logistico di Carrara, Livorno e Piombino e le sue previste evoluzioni”. Dal lato della logistica, il sistema portuale fra Savona e Piombino (Darsena Europa, Sanpierdarena e Voltri) si presenta strategico per servire l’Europa dal Mezzogiorno. Dal lato della manifattura si sta assistendo ad un vero e proprio riorientamento delle varie componenti della supply chain: diversificazione degli approvvigionamenti di merci e materie prime, riduzione della catena logistica. Ha quindi concluso Neri: “In questo contesto e di fronte ai vari passaggi ancora necessari, il quesito che ci poniamo è se la logistica può avere parte attiva più diretta nel fluidificare l’attività manifatturiera e se quindi è configurabile un disegno strategico nel quale gli operatori logistici ed i rappresentanti dell’industria manifatturiera, attivando un dialogo costruttivo, possano aumentare l’attrattività del territorio, contribuire a creare occupazione e quindi l’aumento dei traffici”.
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