Porta a porta: multe per chi trasgredisce
Il Cda di Aamps spiega il nuovo piano industriale: la tariffa passerà dai 224,22 € pro-capite attuali ai 186,08. E si pensa a come eliminare l'inceneritore
“Quanto fatto in questi sei mesi è stato sicuramente complesso e non è stata certamente una passeggiata”. È stato questo l’esordio, ieri durante la conferenza stampa che si è tenuta nella sede di via dell’Artigianato, del presidente di Aamps Federico Castelnuovo. “Il piano industriale che abbiamo messo in piedi – ha continuato – permette da una parte di incrementare l’efficienza della società e dall’altra di generare una riduzione dei costi a carico del cittadino. Come si legge infatti a pagina 30 del piano la tariffa passerà dai 224,22 € pro-capite attuali ai 186,08 che saranno versati nel 2021. “La fattibilità di ciò che abbiamo presentato è stata validata sia da professionisti sia soprattutto dal Tribunale”.
Investimenti e risparmi: Complessivamente, per il periodo 2016-2021 il piano industriale prevede investimenti per un totale di 7,5 milioni a cui vanno aggiunti altri 9,1 milioni di finanziamenti ordinari. Dieci milioni sarà la cifra che sarà risparmiata (2 milioni all’anno): maggiori economie che deriveranno principalmente da una diversa organizzazione del lavoro e da una rinegoziazione dei prezzi d’acquisto.
Questione inceneritore: Nel piano non è stato inserito lo spegnimento delle due linee dell’inceneritore: “La situazione economica che abbiamo trovato – ha affermato la consigliera Paola Petrone – ci ha obbligato a considerare l’impianto di incenerimento. Detto ciò nel nostro mandato è contemplato che sia trovata una soluzione per eliminare l’inceneritore e dal 2018 inizieremo a pensarci. Posso dire che i rifiuti bruciati saranno inferiori a quelli attuali”.“Il piano rispetta le caratteristiche che l’amministrazione si è data – è intervenuto l’assessore al bilancio Gianni Lemmetti – a inizio mandato abbiamo bloccato la creazione della terza linea e tra due anni cominceremo a riflettere su come spegnere l’impianto in modo definitivo”. Non nasconde la soddisfazione il responsabile alle partecipate: “Abbiamo dimostrato che non serviva l’aumento di capitale e abbiamo evitato di prendere 10,7 milioni dalle tasche dei cittadini”.
Porta a porta e raccolta differenziata: Come già scritto negli scorsi giorni uno degli obiettivi principali del progetto industriale è l’estensione in tutta la città entro il 31 dicembre 2017 del sistema di porta a porta. Attualmente il “Pap” (porta a porta ndr) serve 20.000 abitanti nelle zone di Venezia, Salviano-Cimarosa-Coteto e Colline. E a partire da maggio del prossimo anno, come ha fatto sapere Petrone, sarà allargato all’intero territorio cittadino, dividendolo al massimo in 3 o 4 fasi. Nelle aree in cui la trasformazione è già stata introdotta hanno considerevolmente incrementato la percentuale di raccolta differenziata (si attesta intorno al 75% ndr), contribuendo a portare la percentuale generale intorno al 46%. “Sicuramente quello del porta a porta è un servizio che deve essere migliorato – ha assicurato Petrone – e pensiamo di iniziare a rivederlo a partire da settembre”.
Ha annunciato inoltre che da Aamps hanno chiesto di far iniziare l’iter in modo da permettere alle ‘sentinelle del decoro’ di poter comminare sanzioni a chi non rispetta le regole. Ma l’introduzione della tariffa puntuale che fine ha fatto? Dall’azienda che gestisce i rifiuti hanno riferito che non appena i margini lo permetteranno si penserà alla sua attuazione.
Personale: Tra il 2016 e il 2021 le nuove assunzioni saranno in totale 62, di cui la maggior parte verranno fatte il prossimo anno (saranno 56) per implementare il servizio del porta a porta. Si conta che a fine 2017 lavoreranno al sistema di “Pap” 150 persone. Le uscite invece saranno, nei cinque anni, 36. ”Non abbiamo licenziato nessuno, anzi”. È stato il lapidario commento del consigliere Massimiliano Tolone.
Retiambiente: “La nostra volontà è ancora quella di non entrare in Retiambiente – ha ribadito Lemmetti – tuttavia siamo disponibili a metterci a un tavolo con Ato per fare capire loro che esiste un modo diverso di governare. Mi confronterei infatti col vantaggio di avere dalla mia un piano, di un’azienda pubblica, migliore di quello d’ambito”.
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