Ricci: “Serve azione collettiva di promozione del ruolo degli operatori culturali”
La lettera a firma di Luca Zannotti recentemente diffusa ai media, al di là delle apparenze non chiama in causa Livorno Civica...
La lettera a firma di Luca Zannotti recentemente diffusa ai media, al di là delle apparenze non chiama in causa Livorno Civica, ma il mondo degli operatori culturali del territorio nel suo insieme. Per Zannotti infatti tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato o collaborano con l’Amministrazione comunale dovrebbero esimersi dal fare politica, perché il loro impegno sarebbe poco “trasparente”. Non sarebbero per lui sufficientemente liberi. Stupisce che questa critica provenga da una persona che si sta impegnando in politica su più fronti e che è, a sua volta, un operatore culturale del territorio. Dovrebbe infatti sapere che il mondo della cultura non può fare a meno del rapporto e, possibilmente, del sostegno delle istituzioni e che per gli operatori culturali lavorare a contatto con le istituzioni è normale e auspicabile. Questo non vale per Livorno, ma per qualunque territorio. E non vale in questo mandato, ma sempre. Secondo la logica di Zannotti, invece, chi ha collaborato o collabora con l’Amministrazione comunale dovrebbe farsi da parte: per “trasparenza”. Questo, specie in una stagione di grande vivacità, sgombrerebbe il campo di buona parte del mondo culturale livornese, indipendentemente dagli orientamenti politici dei vari operatori. Lo stesso Zannotti dovrebbe chiamarsi fuori dal dibattito politico. Alla fine, questa “trasparenza della cultura”, portata alle sue logiche conseguenze, si tradurrebbe nel “silenzio della cultura”. Come se gli operatori culturali fossero degli apolidi, come quando, non troppo tempo fa, neanche potevano essere sepolti in terreni consacrati. Non parte della comunità, ma necessari solo per il suo svago. La vita degli operatori culturali è già abbastanza precaria e difficile anche senza la confusione ingenerata da questa idea, malintesa, di “trasparenza” capace solo di produrre un inquisitorio sospetto generalizzato. Quello di cui c’è bisogno è, invece, un’azione collettiva di promozione del ruolo degli operatori culturali e del loro diritto, come attori della vita civile della comunità, a essere riconosciuti, tutelati e ascoltati.
Francesca Ricci Presidente Livorno Civica
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