Presentata la mozione di sfiducia contro il sindaco. Lui non si dimette e si scusa per la polemica con Giusti
I consiglieri di opposizione chiedono le dimissioni del primo cittadino, lui respinge le accuse e va avanti. Istituita una commissione d'indagine sul nubifragio
Dopo molte ore di Consiglio comunale, mercoledì 20 settembre alle 20:57 è arrivata al presidente del Consiglio comunale la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Filippo Nogarin. A sottoscriverla sono stati 14 consiglieri di opposizione (per portarla in aula servivano 13 firme su 32, i due quinti del totale) di Partito democratico, Livorno per tutti, Livorno libera, Futuro, Forza Italia, Città diversa. Marco Bruciati di Buongiorno Livorno non ha appoggiato l’atto. La mozione di sfiducia verrà messa in discussione non prima di dieci e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione.
Sono passate da pochi minuti le 14 quando è iniziato uno dei Consigli comunali più delicati e complessi – anche sotto il piano emotivo – che la nostra città si sia dovuta a dover affrontare. Il primo dopo l’alluvione che ha colpito la città lo scorso 10 settembre.
Le parole del sindaco – “Oggi mi presento davanti a voi e alla città con un peso enorme – ha esordito Filippo Nogarin -che non è solo quello del sindaco ma anche quello della persona”.
“La magistratura ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza su quello che è accaduto e noi ci siamo messi a disposizione degli inquirenti – ha continuato – e forniremo loro tutta la documentazione necessaria a spiegare in che modo ci siamo mossi e perché”.
Questo sul piano penale, passando poi su quello amministrativo: “Come capo dell’amministrazione comunale ho il dovere di verificare e accertare le procedure previste ed è per questo che provvederò a dare l’incarico al segretario generale, secondo gli articoli del 52 e 53 dello statuto comunale”.
“In cima ai miei pensieri ora però c’è chi continua e continuerà a lavorare anche quando la fase acuta dell’emergenza sarà passata. Penso agli uffici, ai tecnici e agli operai del Comune, protezione civile, forze dell’ordine, associazioni, Aamps e Asa per ripristinare i servizi e ripulire le strade al più presto. Sia chiaro, l’emergenza non è finita“.
Per quanto riguarda il conteggio dei danni è ancora molto presto per dare una cifra definitiva: “Alcuni cittadini dovranno aspettare forse anni. Noi come Comune siamo pronti a tutto il possibile per venire incontro alle esigenze di coloro che sono in grave difficoltà. Non abbiamo sospeso la Tari ma è stato deciso di sospendere il pagamento dei tributi da settembre 2017 all’intero 2018, per le imprese e i cittadini che il commissario certificherà avere subito gravi danni del nubifragio”. Nei prossimi giorni, ha fatto sapere ancora il sindaco, sarà allestito un punto informativo in Comune per fornire chiarimenti sulle richieste di risarcimento.
“Sappiamo che la Regione vuole ridurre i tempi e presentare tutte le carte entro il 15 ottobre – ha continuato Nogarin – stiamo già lavorando di concerto con loro per raggiungere questo obiettivo”. Col piano strutturale “non ci saranno più case costruite sull’argine di un fiume e neanche aule scolastiche negli scantinati”. E Nogarin ha concluso il suo intervento scusandosi per la polemica ingaggiata col vescovo Simone Giusti: “Ho commesso un errore e ho sporcato una giornata di lutto con una polemica sterile, inutile e inopportuna”. Ma Nogarin per il resto continua dritto per la sua strada non pensando alle dimissioni e non rimettendo il mandato, come molti dei consiglieri comunali di opposizione gli hanno chiesto.
Il dibattito in consiglio comunale. Parola ai consiglieri.
Elisa Amato (Forza Italia): “In questi anni abbiamo assistito a un’urbanizzazione abnorme della città, che non ha avuto alcuna compensazione sotto il profilo infrastrutturale e di tutela idraulica. Siamo sempre in attesa che il nuovo piano comunale di protezione civile sia discusso in commissione e Consiglio. Come mai non è arrivato? Al sindaco non interessava? Nogarin avrebbe dovuto avvertire i cittadini e attivare l’unità di crisi. Invece ha gestito la situazione con superficialità, lavorando in modo sconclusionato e disorganizzato. Per questo chiediamo con forza le sue dimissioni”. Sulla stessa linea si è posto Pietro Caruso (Pd): “Nogarin per dignità umana si dovrebbe dimettere”. Per Marco Valiani (Livorno per tutti) doveva essere fatto di più attivando l’alert system: “Il codice arancione non può servire per scaricare responsabilità su altri – è l’accusa rivolta al sindaco – noi l’allerta rossa non possiamo averla in quanto non abbiamo corsi d’acqua principali”.
Marco Cannito (Città diversa) ha puntato il dito contro la mancata pulizia dei torrenti: “Gli abitanti delle zone colpite hanno detto che da tempo i rii non venivano puliti. Il Consorzio di bonifica dovrà spiegarci qualcosa”. E annuncia la volontà di presentare una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco: “Le dimissioni sarebbero un atto dovuto nei confronti dei cittadini. Altri dovrebbero dimettersi? Forse, ma ciò non toglie le responsabilità del primo cittadino. Alcuni si sono dimessi per molto meno. Se il sindaco non si trovava doveva essere chiamata la vicesindaco”.
Secondo Andrea Raspanti (Futuro!) “quanto fatto sull’alluvione è assolutamente insufficiente e all’inizio il meglio che Nogarin ha saputo fare è stato fare una difesa d’ufficio. Per il rispetto del ruolo, della città e delle istituzioni dovrebbe rimettere il mandato”. Anche Marco Bruciati (Buongiorno Livorno) sostiene che il sindaco avrebbe dovuto un passo indietro: “Evidenti responsabilità, incongruenze, dichiarazioni inadeguate: per molto meno altri lo avrebbero già fatto. Le responsabilità non sono però solo del sindaco ma anche del responsabile della Protezione civile”. Barbara Lenzi (Movimento 5 stelle) rifiuta con forza la mozione di sfiducia: “Non si può accusare una singola persona, qualora fosse approvata porterebbe solo all’arrivo di un commissario. Tutto ciò ritarderebbe soltanto i lavori per la ricostruzione”.
Commissione d’indagine sull’alluvione: E’ stata poi approvata all’unanimità l’istituzione di una commissione speciale per verificare eventuali responsabilità dell’amministrazione e del sindaco riguardo agli eventi che si sono abbattuti sulla città. La commissione sarà formata da 12 consiglieri comunali Per essere attiva tuttavia si dovrà aspettare il voto di sfiducia contro Filippo Nogarin.
Marchetti lascia i Cinque stelle: In apertura di Consiglio comunale è stata comunicata da parte del presidente Daniele Esposito l’uscita del consigliere Edoardo Marchetti dal gruppo del Movimento 5 stelle e il suo passaggio al gruppo misto. L’abbandono di Marchetti tuttavia non comprometterà i numeri del Movimento 5 stelle, dal momento che il consigliere continuerà a sostenere la maggioranza.
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