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La maggioranza si defila in Consiglio Comunale: “Meglio il silenzio ai processi sommari”

Giovedì 5 Ottobre 2017 — 17:40

La maggioranza decide di abbandonare l'aula del consiglio comunale dove all'ordine del giorno era stata fissata la sfiducia al sindaco. In un comunicato il perché di questa decisione

di Letizia D’Alessio

All’ordine del giorno del consiglio comunale del 5 ottobre era stata fissata la sfiducia al sindaco. Ha destato sorpresa vedere i banchi della maggioranza vuoti (foto Lanari): erano presenti solo i consiglieri dell’opposizione, oltre alla giunta. Tuttavia in serata, tramite un comunicato, il gruppo consigliare M5S ha chiarito il perché di questa decisione: “Chi presenta una mozione di sfiducia ha il diritto di poterla discutere e sostenere le proprie motivazioni. Nello stesso modo, chi non l’appoggia e quindi non la condivide, ha il diritto, altrettanto democratico, di non presentarsi, dimostrando in tale modo il proprio dissenso. Le opposizioni hanno deciso di privilegiare, in questo momento particolarmente difficile per la nostra città, un aspetto piuttosto discutibile come può essere la mera vittoria politica che di fatto consegnerebbe, con l ‘approvazione della mozione, Livorno nelle mani di un commissario e costringerebbe tutto il consiglio comunale, votato democraticamente, ad abdicare alle sue funzioni di indirizzo e controllo. Una situazione che la città non può permettersi e alla quale non vogliamo prestare il fianco. Vogliamo che sia fatta chiarezza su tutta la vicenda: alle opposizioni interessa trovare un responsabile o anche un capro espiatorio, la maggioranza al contrario vuole trovare soluzioni per mettere in sicurezza il territorio perché in futuro non si debba più piangere. Oggi, confermando la nostra totale fiducia al sindaco Filippo Nogarin, abbiamo preferito mantenere il numero legale e permettere alle opposizioni di votare la loro mozione. Oggi abbiamo optato per il silenzio ai processi sommari”.

In aula a rappresentare chi da tre anni guida la città c’erano, oltre al sindaco, il presidente del Consiglio comunale Daniele Esposito e il capogruppo Marco Galigani. Fatto questo che ha da subito innescato la rabbia delle opposizioni. Dall’altra parte invece Nogarin è rimasto in silenzio e immobile per tutta la durata della discussione . Le uniche parole le ha pronunciate quando ha chiesto di poter uscire dall’aula prima della votazione. Una volta conclusa la seduta ha affidato a Facebook una sua dichiarazione. Duri gli interventi dei consiglieri di minoranza. Per Elisa Amato (Forza Italia) la decisione di mettere la sua firma alla mozione non è stata presa “a cuor leggero, ma dopo aver visto l’attività di questi anni della giunta e in particolare delle ultime settimane. Non si tratta di una sfiducia personale ma politica, all’operato del primo cittadino. L’esperimento del governo Cinque Stelle non ha funzionato”.
Anche per il capogruppo del Partito democratico Pietro Caruso: “Oggi il gruppo di maggioranza per me non si è presentato per due motivi: o perché non hanno alcuna considerazione per il Consiglio comunale o, seconda ipotesi, è mancata la possibilità di opporsi all’atto da noi sottoscritto”. Marco Valiani (Livorno per tutti) ci va ancora più pesante: “Fa schifo che la maggioranza non sia in aula. Il sindaco doveva esserci poiché obbligato, altrimenti non ci sarebbe stato neanche lui. Livorno non merita questo, spero vada via il più presto possibile”. A Valiani ha subito replicato il presidente Esposito: “È un diritto della maggioranza non essere in aula”. Sulla stessa lunghezza d’onda di Valiani si sono posti i consiglieri di Livorno libera Giuseppe Grillotti e Alessandro Mazzacca: il primo parla “di spregio ai familiari delle vittime e a chi perso tutto, non certo un dispetto alle opposizioni”. Mentre per il collega” quello della maggioranza “è un comportamento difficile da comprendere”. Secondo Andrea Raspanti (Futuro) “La mozione si sarebbe potuta evitare se il sindaco avesse magari presentato un percorso serio e condiviso per la ricostruzione”. E sull’assenza dei consiglieri di maggioranza ha aggiunto: “È la rappresentazione plastica del vuoto politico che viviamo in città”. Per Marco Cannito (Città diversa) l’amministrazione avrà ancora meno credibilità. L’unico esponente dell’opposizione a non firmare la mozione è stato Marco Bruciati di Buongiorno Livorno: “Non ho cambiato idea: per me si tratta di un atto inutile,nonostante ciò voterò la sfiducia al sindaco. Quello che è avvenuto in’aula durante questo consiglio è vergognoso”. Infine Yari De Filicaia (Pd) ha insinuato che la maggioranza non si sia presentata perché non ha più i numeri per governare. Dal canto suo invece Marco Galigani difende il suo gruppo: “Siamo uniti, tra di noi non è cambiato niente da ieri a oggi. Era inutile partecipare al consiglio.

Al momento del voto, come era prevedibile, la mozione non è passata: i voti a favore sono stati quindici (tutte le opposizioni, unica assente la consigliera del Pd Bini), due le astensioni (Esposito e Galigani).

Il commento del sindaco – Il primo cittadino ha affidato alla propria pagina Facebook il suo commento riguardante la mozione di sfiducia: “Ora che la questione della mozione di sfiducia – legittimamente presentata dalle opposizioni e altrettanto legittimamente lasciata cadere nel vuoto dal Consiglio comunale – è stata archiviata, questa amministrazione può andare avanti più forte di prima. Le cose da fare non mancano di certo, in particolare per rimettere in piedi la nostra città ferita. Detto questo, vi vorrei chiedere, il tempo che è stato utilizzato oggi pomeriggio non sarebbe stato meglio dedicarlo alle difficoltà che stanno vivendo quotidianamente i nostri concittadini o per cercare di trovare una risposta alla fragilità del nostro territorio? E’ davvero un peccato vedere che le due sedute del Consiglio comunale successive all’alluvione siano state utilizzate per imbastire un processo sommario al sindaco. Ma anche di ciò, ne sono consapevole, è politica. Da parte mia continuerò a lavorare senza sosta nell’interesse dei livornesi per fare in modo che tragedie simili non si ripetano mai più. La ricerca delle responsabilità la lascio invece agli organi competenti: la magistratura, per quanto riguarda eventualmente quelle penali e il Segretario generale del Comune, che io stesso ho incaricato di condurre un’istruttoria interna per stabilire se tutte le procedure amministrative siano state seguite o meno, nel corso di quei terribili giorni”.

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