Italia Viva, Livorno e Pisa unite per la ripresa dell’area vasta costiera
La pandemia del Coronavirus è una tragedia umana di proporzioni bibliche. Ed è evidente che in questa prima fase, in cui molti temono per la loro vita o piangono i loro morti, il governo si è impegnato con una serie di misure per impedire il collasso delle strutture sanitarie, azioni che sono state coraggiose e necessarie, ma che hanno avuto un costo economico elevatissimo.
In questo quadro l’economia lancia segnali preoccupanti giorno dopo giorno. Le aziende di ogni settore devono far fronte alla perdita di introiti, e molte di esse stanno già riducendo la loro operatività e licenziando i lavoratori. Appare scontato che ci troviamo all’inizio di una profonda recessione.
Il Decreto Cura Italia è stato un primo intervento per dare risposte alle criticità del momento: sanitarie, lavorative, fiscali, familiari e di sostegno ai più deboli e Italia Viva è impegnata nel proporre una serie di misure per migliorare il decreto.
La sfida, però, che ci si pone davanti è come intervenire con la necessaria forza e rapidità per impedire che la recessione si trasformi in una depressione duratura e irreversibile.
Sia a livello nazionale che a livello locale, Italia Viva ha lanciato la sfida di aprire un dibattito sulla seconda fase, quella cosiddetta della “mitigation”, sapendo che alla “normalità” ci torneremo solo quando saremo tutti vaccinati; ma sapendo anche che da qui ad allora ci può e ci deve essere una fase di «semi-normalità», in cui si convive con il virus.
Lo sforzo di Italia Viva è rivolto all’ascolto e al confronto con tutte le categorie economiche e le forze politiche per creare le condizioni e le modalità della ripresa delle attività produttive. Siamo, infatti, consapevoli che saremo costretti a convivere con il contagio ancora per lungo periodo e non ci possiamo permettere un salto esponenziale del già critico debito pubblico.
A livello regionale la crisi economica colpirà sicuramente maggiormente l’area costiera anche per il tipo di imprese presenti, un territorio già soggetto a tre aree di crisi complessa. Le richieste di Cassa Integrazione sono già arrivate a numeri difficilmente sostenibili. A maggior ragione non bisogna perdere tempo per individuare le modalità riformiste su cui affrontare l’evolversi dello scenario socioeconomico che si sta delineando.
Come affrontare la questione della Toscana a due velocità? A dispetto dei nazionalisti populisti, un messaggio che sta chiaramente emergendo è quello che da soli è senz’altro più arduo affrontare e trovare soluzioni a crisi complesse come l’attuale. Questo vale a livello europeo – pur nell’incompleto e al momento poco solidale contesto – dove non possiamo certo fare a meno del potere di acquisto della moneta unica e dei relativi modesti saggi d’interesse. Vale anche a livello locale, dove le singole amministrazioni se non coordinate con quelle vicine possono trovare difficoltà ad affrontare problemi che vanno oltre la dimensione territoriale
Si parla tanto della necessità di un programma gigantesco di infrastrutture e si auspica la copertura con finanza comunitaria. Al di là di quest’ultimo aspetto, è interesse dei territori costieri individuare progetti validi sia dal punto di vista ambientale che economico per trovarsi pronti all’appuntamento che sta maturando.
In particolare, Italia Viva ritiene importante che le Amministrazioni di Livorno e di Pisa si coordinino per proporre congiuntamente progetti di area che facilitino la movimentazione delle persone e delle merci all’interno del territorio, verso Firenze, Roma e il Nord Italia. Questo come primo passo di innovazione istituzionale che pensi a un futuro dell’area vasta come area pseudo metropolitana.
Alfio Baldi e Caterina Calderone – Coordinatori Italia Viva Livorno e Provincia
Antonio Colicelli e Valentina Delmonte – Coordinatori Italia Viva Pisa e Provincia
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