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Il Partito Comunista Italiano corre da solo e presenta il suo candidato

Venerdì 12 Aprile 2019 — 17:23

Luigi Moggia nato a Livorno, 40 anni compiuti a febbraio, lavora alla Alp, art.17, in porto da 16 anni. E' lui il candidato sindaco per il PCI a Livorno

Luigi Moggia nato a Livorno, 40 anni compiuti a febbraio, lavora alla Alp, art.17, in porto da 16 anni. Diplomato all’ITI Galilei perito informatico, progetto Sirio serale, ha frequentato la facoltà d’ingegneria informatica a Pisa, iniziata a 32 anni, e per la quale gli mancano pochi esami al conseguimento della laurea triennale. E’ lui il candidato sindaco per il PCI a Livorno.

“Nelle prossime elezioni amministrative, il nostro partito, Partito Comunista Italiano, si presenterà con il proprio simbolo, la propria lista di candidati, e il proprio candidato sindaco – spiega Moggia – questo perché, malgrado nel corso di questi mesi abbia partecipato a numerose riunioni, incontri, dibattiti con le altre soggettività politiche, il nostro intento di formare una rinnovata aggregazione politica di sinistra di classe, anticapitalista, che rompesse con le dinamiche associative che trovano nel passaggio elettorale il fine ultimo e il senso stesso del essere politico, non è riuscito”.
“Non è riuscito a nostro avviso perché abbiamo avuto a che fare con concezioni – continua Moggia – e modi di pensare la politica delle alleanze, ormai vecchie e superate, in cui predomina la ricerca di guadagnare possibili posizioni di forza e di interessi a favore esclusivo del proprio partito, a scapito di un confronto, sia culturale sui nodi principali che la fase politica porta nella discussione di una rigenerazione della sinistra, che per noi va ricercata nella sua storia, là dove è nata, e sia sui programmi e proposte concrete per superare una crisi economica e politica, che rende da anni la vita dei nostri concittadini sempre più difficile. Tale concezione, significa l’invito a seguire una vecchia strada che dopo qualsiasi genere di elezioni ha sempre portato al risorgere di vecchi e nuovi dissensi, che rendevano l’azione della coalizione debole, insufficiente, non credibile, e quindi legata ad un arco temporale ristretto al percorso elettorale”.
“Il nostro intento era ed è invece, la rigenerazione e il rafforzamento dell’identità comunista e della sinistra di classe, attraverso una battaglia culturale che modifichi il modo di pensare unico che si è sviluppato in questo ultimo trentennio, riproponendo concetti, teorie, prospettive che sono state relegate al concetto di inopportune e superate, ovviamente attualizzandole alla fase storica moderna – continua il candidato-  e la creazione di una nuova e unita aggregazione di forze politiche autonome, plurale, aperta che rispetti le diverse identità, che si dichiarasse apertamente anti-capitalista, capace di elaborare un programma condiviso, per dare forza e continuità al lavoro da svolgere nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, e nelle lotte”.
“La nostra preoccupazione principale sarà il lavoro, e la qualità del lavoro, perché in una città che eredita più di 30000 disoccupati no è possibile pensare a qualsiasi tenuta e ricomposizione sociale – continua Moggia – se non si riparte dal lavoro, e il porto dovrà essere l’elemento cardine sul quale poggiare tale ripresa, pensando pero in termini di area vasta con i comuni limitrofi come Pisa, Collesalvetti e Piombino, la Darsena Europa in quest’ottica diventa fondamentale nella sua versione di primo step (ridotta), perché oltre ad incrementare traffici, è essenziale per la creazione di spazzi retro banchina che nel nostro porto sono insufficienti, da qui i collegamenti con l’Interporto di Guasticce, attraverso lo scavalco ferroviario, ed i collegamenti da esso alla rete ferroviaria nazionale, in modo che esso diventi effettivamente l’Interporto di cui il porto livornese necessita. Sempre in termini di area vasta bisogna pensare ad una collaborazione stretta con l’aeroporto di pisa per aumentare l’attrattività delle crociere, che in termini di turismo non possano essere l’unica risorsa da implementare, bisogna ripensare quella che e la vocazione naturale di Livorno, cioè il turismo balneare, bene la richiesta di andare verso il completamento del lotto zero”.

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