Bonelli, la candidata di Cittadini in Comune promotrice del “turismo lento”
La candidata di Vicarello ha organizzato ad ottobre un evento sul turismo lento a Guasticce e che come ci spiega vuole aiutare i colligiani a riscoprire e valorizzare la bellezza che li circonda
Continuiamo la serie di interviste ai candidati della Lista Civica indipendente Cittadini in Comun per Collesalvetti. Questa volta parliamo con Alessandra Bonelli, la candidata di Vicarello che ha organizzato ad ottobre un evento sul turismo lento a Guasticce e che come ci spiega vuole aiutare i colligiani a riscoprire e valorizzare la bellezza che li circonda, perché “non dobbiamo abituarci al brutto”.
Alessandra, cosa ti ha spinto ad affrontare questo impegno?
“Carlo Azeglio Ciampi nel 2011 ha pubblicato un bellissimo libro che consiglio e si intitola L’Italia non è il paese che sognavo. Sono cresciuta a Vicarello in una bellissima comunità che si stava formando grazie ad un Prete, con la P maiuscola, che è riuscito a tirar fuori da ogni cittadino il meglio di sé, indipendentemente dal suo credo religioso. La mia adolescenza è stata segnata dall’impegno per la comunità e dalla bellezza del fare per gli altri. Successivamente ai miei studi universitari in ambito turistico, ho lavorato a Bolzano in un centro di ricerca applicata, come ricercatrice nel ramo della pianificazione territoriale del turismo e nello sviluppo di progetti europei legati alla mobilità sostenibile. Sono rientrata a Vicarello con l’arrivo del mio primo figlio.
In quel periodo mi sono rivenute a mente le parole di Carlo Azeglio Ciampi Non è il paese che sognavo. Questa è stata la scintilla che ha mosso in me quell’impegno della mia adolescenza. Se questo non è il paese che sognavo, posso comunque impegnarmi e contribuire a cambiarlo partendo anche dalle mie piccole azioni giornaliere. Quando ho incontrato i primi membri dell’associazione Cittadini in Comune per Collesalvetti, ho capito che questo progetto sposava in pieno il mio sentimento”.
Quali caratteristiche vi contraddistinguono rispetto alle altre forze politiche in gara?
“Ci sono tante parole che potrei utilizzare, la prima fra tutte è visione. Non vogliamo governare pensando che fra 5 anni dobbiamo essere rieletti, logica di partito. Anzi vogliamo governare per lasciare un Comune migliore per le prossime generazioni. Non penseremo di governare per 5 anni, ma per 30 anni. La nostra visione è di lungo periodo, quello che semineremo nei prossimi anni porterà frutto a noi ma anche alle amministrazioni a seguire. Noi viviamo in campagna e chi meglio dei nostri agricoltori, sa quanto sia importante pensare a raccogliere per il presente, ma anche ad accantonare e curare per i raccolti futuri. Altra caratteristica importante sono le competenze, siamo un gruppo eterogeneo sia per età che per titoli di studio ed esperienze, ma quello che ci accomuna tutti è l’energia e l’entusiasmo”.
E sul vostro programma?
“Credo che in questo primo lavoro di presentazione si possano leggere molte cose di noi. Siamo stati i primi a presentarlo alla cittadinanza, lo abbiamo studiato nei minimi dettagli sui contenuti e abbiamo voluto curarlo anche dal punto di vista grafico. Per noi i dettagli fanno la differenza”.
Rimanendo proprio sul programma quali punti le stanno a cuore?
“Ci sono molti punti che mi stanno veramente a cuore. Parto dal primo che sento come mamma. Sempre nel libro di Carlo Azeglio Ciampi, ad un certo punto scrive: “Un Paese che non investe sulle nuove generazioni, è un paese che non pensa al futuro”. Trovo che stiamo togliendo veramente tanto ai nostri bambini, dalle scuole alla parte ludica, li stiamo abituando al brutto. Un tema che sembra superfluo, ma non lo è per niente sono i parchi pubblici, dove un bambino dovrebbe poter giocare in sicurezza e socializzare. Era stato presentato un progetto bellissimo sui parchi a tema sui pittori che in pochi mesi doveva essere realizzato, ma purtroppo non è andata così. Ad oggi ci ritroviamo ad avere pochi giochi non idonei, neppure dal punto di vista della sicurezza. Rimanendo sempre sul tema bambini credo che siamo molto importante creare un forte sentimento identitario con il nostro territorio. Molte volte, noi adulti non sappiamo neppure quali siano le bellezze del nostro territorio. La conoscenza crea identità. E’ importante partire da progetti concreti con le scuole per creare un senso di identità comunitaria fra i nostri piccoli e le loro famiglie.
Un altro punto che ti sta particolarmente a cuore?
“La partecipazione. Le risorse economiche sono state depredate nel corso degli ultimi anni. Bisogna che il cittadino sia parte viva della vita della comunità. Abbiamo studiato molti casi di buone pratiche di cittadinanza attiva, fra cui la città di Bologna. Sappiamo che vanno stipulati degli accordi e delle convezioni assicurative, sappiamo anche che dobbiamo investire in questo. Ma se una città metropolitana come Bologna c’è riuscita possiamo farlo anche noi.
E sul turismo che è la sua competenza principale che cosa ci racconta?
“Avrei davvero molto da raccontare. Dico solo che immagino che il nostro comune diventi una destinazione turistica, in una logica di patti con i nostri comuni limitrofi. In ambito turistico ci vuole davvero una visione. Il turismo non è fatto solo da alberghi e agriturismi, oltre alle strutture ricettive dobbiamo creare un vero e proprio sistema che lavora in rete. Inoltre prima di fare infrastrutture per i turisti, bisogna pensare a creare una buona qualità di vita per i cittadini, sono loro i veri primi promotori del territorio in cui vivono. Se arriva un turista in una delle nostre frazioni e la prima persona che incontra gli dice: O te! O cosa sei venuto a fa qui? Cosa possiamo costruire? Le “cattedrali turistiche” tipo grandi villaggi turistici, la storia recente ci ha insegnato che non portano una ricaduta economica importante sul territorio. Invece investire su un turismo lento che spesso abbraccia anche una clientela con maggiore capacità di spesa, la quale vuole conoscere e capire un territorio. Questo ci permetterebbe di costruire una destinazione turistica.
Invece nell’oggi ed ora, inizierei subito aprendo dei tavoli di ascolto con gli operatori del territorio, che nonostante la mancanza di visione, riescono a portare un numeri importante di visitatori. Lo step successivo è creare un brand territoriale e collaborare anche con i comuni limitrofi per creare una vera e propria destinazione turistica.
Parlaci degli eventi…
“Ci sono alcuni eventi molto belli che portano davvero molte persone a conoscere luoghi che altrimenti rimarrebbero sconosciuti. Abbiamo in mente eventi legati alla sostenibilità come la “Landart” nei boschi o nei campi. La Landart sono sculture create nella natura con materiali organici e del posto, gli artisti studiano l’ambiente naturale in cui sono, creano la scultura e poi lasciano che la natura faccia il suo corso”.
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