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Libri. Patrizia Poli racconta la “Signora dei Filtri”. L’intervista

Domenica 21 Gennaio 2018 — 11:48

L'autrice livornese racconta la genesi del suo ultimo lavoro letterario che segue "L'Uomo del Sorriso", opera segnalata al "Premio Calvino"

Si intitola “Signora dei Filtri” ed è l’ultimo romanzo della scrittrice livornese Patrizia Poli, già autrice con Marchetti Editore, di “L’uomo del Sorriso”, libro segnalato al 26esimo “Premio Calvino”. La nostra redazione è andata a intervistarla per capire i segreti più intimi della genesi di questo ultimo lavoro letterario. Una storia nella storia, tra miti e segreti.

Genesi del romanzo: l’idea e il percorso (mi ricordo che hai detto che prima era un racconto, poi lo hai fatto girare sul web…)
“L’idea di Signora dei filtri nasce si sviluppa da un racconto breve scritto molti anni fa, dal quale poi ho tratto un romanzo che è stato a lungo autopubblicato, fino a quando Marchetti ha deciso di darlo alle stampe”.

Perché gli Argonauti e Medea? È un tema (il mito) che ti ha sempre interessato?
“No, la mitologia in sé non mi è mai interessata particolarmente, è piuttosto la figura di Medea che mi ha affascinato. Volevo provare a entrare nell’animo di una donna capace di uccidere i propri figli per troppo amore”.

Il mito è umanizzato, i sentimenti sono molto ‘terreni’: perché questa scelta?
“Perché a me interessano proprio i sentimenti, le pulsioni forti, universali, quelle che probabilmente hanno provato i nostri progenitori e che proveranno ancora i nostri discendenti, magari su un’altra galassia: amore, odio, ambizione, invidia, paura, sentimenti talmente violenti da diventare fisici. Mi piace calarmi di volta in volta nei vari personaggi, pensare e sentire come loro e, nel frattempo, far procedere la narrazione che, pur raccontata da molte soggettività differenti, risulta comunque oggettiva. Avevo cinque anni e mia madre mi portò a vedere Via col vento e I dieci comandamenti. Ricordo che rimasi cinque ore inchiodata alla poltrona, folgorata dalla regina Nefertiti e da Rossella O’Hara. Io amo i personaggi come quelli, potenti, ossessionati – come Cathy e Heathcliff di Cime tempestose – personaggi tormentati e in parte anche oscuri, perché dentro ciascuno di noi ci sono una parte luminosa e una buia, ci sono sia il male che il bene, ed è questo a rendere affascinante l’animo umano. I miei personaggi, tuttavia, hanno sempre una motivazione per la loro cattiveria, perché siamo quello che ci fanno diventare”.

C’è un filo conduttore con L’uomo del sorriso in questo senso?
“Senz’altro. Se Medea è un gran bel personaggio, un personaggio, appunto, mitico, Maria Maddalena e Gesù non sono da meno. Anche ne L’uomo del sorriso mi sono cimentata con due caratteri titanici, circondati da un’aura di fascino e di mistero. Nel caso di Gesù, è l’incanto di una storia millenaria che ha improntato di sé tutta la civiltà occidentale”. E con L’uomo del sorriso ci sono anche altre due sottili somiglianze. Una è il tema dell’orfismo, che è senza dubbio un credo precristiano con connotazioni fortemente cristologiche, l’altra è Medea stessa che, come Maddalena, è collegata al culto della dea, Ishtar, Ecate, Gea, madre terra o che dir si voglia. Sia Maddalena che Medea sono due donne medicina, due guaritrici, Medea, però, è capace anche di volgere al male le proprie conoscenze.

Medea: cosa ti affascina di questo personaggio?
“Mi affascina il suo non avere mezze misure, il suo non essere capace di sentimenti tiepidi. Non la si può giudicare secondo l’etica comune. Sebbene le sue azioni siano disumane e riprovevoli, Medea non è immorale, bensì pre-morale, è di là dal bene del male, come le forze stesse della natura. Lei è come un sole che brucia, un’onda che travolge, un terremoto che distrugge. Si comporta così perché quella è la sua essenza. Giasone s’imbatte in questa forza della natura e ne resta ammaliato, a suo modo la ama, ma in maniera umana, maschile, razionale. Non capisce la potenza e la vastità dei sentimenti di Medea e perciò ne uscirà distrutto”.

Biografia – Patrizia Poli Nasce a Livorno nel 1961, si laurea in lingua e letteratura inglese all’università di Pisa. Per venticinque anni gestisce un negozio in un quartiere popolare della città labronica e, nel frattempo, scrive parecchi romanzi e racconti. In passato ha collaborato ai siti Criticaletteraria e Livorno magazine. Dal 2012 amministra il blog letterario signoradeifiltri.blog. Il nome deriva proprio dal titolo del romanzo cherisale a qualche anno fa.

Nel 2015 è uscito con Marchetti L’uomo del sorriso che è stato segnalato al XXVI premio Calvino.

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