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Lectio Magistralis di “Pardo”: così il filologo ha fatto rivivere Pietro Martini

Sabato 6 Maggio 2017 — 07:48

Lectio Magistralis di "Pardo" Fornaciari su "I canti di Pietro Martini e la Difesa di Livorno". Il filologo è riuscito a mettere in musica i canti e gli stornelli di Martini, uno dei più importanti difensori della città di Livorno nel 1849, attraverso studi e ricerche proprie

di Alessandro Lazzerini

“Una miniera d’oro, una miniera di sapere”, così Giovanni Balzaretti, insegnante all’Accademia delle Commedie, ha presentato Paolo Edoardo “Pardo” Fornaciari, relatore della Lectio Magistralis “I canti di Pietro Martini e la Difesa di Livorno” svoltasi venerdì 5 maggio alle ore 17 alla Villa del Presidente in via Marradi.
E non poteva esserci definizione più adatta per il professore-stornellatore-cantastorie-filologo latino-medievale che è stato un vero e proprio “fiume in piena” durante la sua lezione, tanto incontenibile nei suoi racconti quanto esaustivo nelle spiegazioni dei vari testi.
Ha cominciato elencando i “5 maggio” più importanti durante la storia. Uno su tutti quello del 1860, data di partenza dei Garibaldini da Quarto,”perché quello del 1821, anno di morte di Napoleone, non mi interessa” chiosa con schiettezza. Per poi passare all’argomento clou della giornata, ovvero la lettura di alcuni canti del “Diario Livornese” di Pietro Martini, del quale fa notare le differenze fra le 3 diverse edizioni (1861, 1961 e 2011).
Fornaciari è riuscito a mettere in musica i canti e gli stornelli di Martini, uno dei più importanti difensori della città di Livorno nel 1849, attraverso studi propri e ricerche perché le note sulle quali venivano cantati non sono arrivate ai giorni nostri. Gli stornelli, prima analizzati e poi cantati, sono stati: “Centone Livornese del 1849”, una canzone popolare di protesta, vista nella versione Pisana, Livornese e Fiorentina, l’inno “Via da noi tedesco infido” realizzato sempre da Martini e la Rodninella Livornese.
Insomma, un’immersione totale nelle vicende e nella cultura dell’800, alimentata dai sonetti cantati e suonati con la chitarra che ha permesso al pubblico di passare un piacevolissimo pomeriggio all’insegna del sapere e della storia della nostra città e del nostro Paese.

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