“L’Amante” al Teatro l’Ordigno di Vada
Al Teatro l’Ordigno a Vada domenica 26 febbraio ore 17.15 alcuni componenti del Piccolo Teatro Città di Livorno, compagnia teatrale stabile del Centro Artistico il Grattacielo, attiva a Livorno da 60 anni metteranno in scena lo spettacolo spettacolo “L’Amante” del Premio Nobel Harold Pinter – regia Maurizio Paolo Formichini Gori.
L’Amante (1962), atto unico di Harold Pinter, è il racconto di un rapporto matrimoniale sui generis.
Harold Pinter, nato e vissuto a Londra dove è deceduto nel 2008, è stato attore e regista teatrale, drammaturgo, sceneggiatore, scrittore e poeta. Ha scritto per il teatro, la radio, la televisione e il cinema. Scrittore tra i più complessi e originali della sua generazione, ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura nel 2005.
Pinter diceva che la vita di ognuno di noi è sempre minacciata ed incerta, che viviamo tutti nella repressione, ma che fingiamo di vivere nella libertà; e che questa crudele finzione comincia proprio dalla cellula apparentemente più solida della società: la famiglia.
Harold Pinter, acuto osservatore delle convenzioni e delle confortanti assurdità del nostro moderno vivere, nel L’Amante, forse tra i suoi più conosciuti lavori, con feroce ironia fa esplodere le contraddizioni che talvolta si nascondono dietro un’apparente ed ipocrita normalità. Indaga con garbata provocazione la problematica convivenza di una coppia, apparentemente ordinaria, ma in realtà sfibrata dalla routine quotidiana.
Lo spettacolo non esplora solo l’eterno gioco dell’erotismo e della seduzione amorosa, ma si immerge nei terreni paludosi delle emozioni in bilico tra realtà e apparenza, noia e trasgressione inoltrandosi nella ambiguità dei desideri.
La tragica e comica meschinità quotidiana di una coppia si svela sin dalla primissima battuta, quando Richard (il marito) chiede amabilmente a Sarah (la moglie) se nel pomeriggio vedrà il suo amante.
Con ingannevole alternanza di simulato e dissimulato amore tra i due, Pinter ci fa scoprire che anche Richard ha una relazione con una prostituta; e che entrambi sono perfettamente consapevoli delle avventure dell’altro, ma tranquillamente si rispettano indossando i panni di due irritanti perbenisti.
L’essenzialità e precisione delle battute produce un altrettanto assoluta precisione d’effetto quando lo spettatore riconosce in Richard-marito il Richard-amante ed in Sarah-moglie la Sarah-prostituta.
Inscenando giochi erotici di due rispettabili borghesi, i ruoli, le finzioni scivolano via fin quando Richard-amante dichiarerà a Sarah di voler troncare il loro rapporto, vanificando verità e verosimiglianza e rendendo, così, impossibile definire l’identità dei due protagonisti.
In questo perenne gioco di eccitante apparenza e noiosa realtà, l’amore come “impegno” finisce per lasciare il campo al tradimento come “linguaggio”, adoperato non per forza per ferire, ma spesso più semplicemente per parlare e, soprattutto, come vano tentativo di ritrovare l’altro.
E se l’appagamento può apparire come segno di vita e di riconoscimento, porta però con sé la “bianca maschera neutra” della morte dei sentimenti pìù profondi e condivisi.
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