Emis Killa al Parco Levante: fan in delirio
Il rapper tra foto e autografi per il primo compleanno del centro commerciale. Poi risponde alle critiche: "Facile dire che sono misogino, non potrei mai, io sono cresciuto con le donne. Io mi sono spiegato su questo punto, chi continua a vederla così, si è messo un po’ i paraocchi a mio avviso"
di Anna Campani
Le sue canzoni, tratte dall’ultimo album “Terza Stagione” hanno invaso la piazza principale del Parco Levante fin dall’ora di pranzo, quando una schiera di fan si è messa in attesa del suo idolo. Lui è arrivato accolto dalle urla incessanti dei presenti che hanno intonato a gran voce il suo nome. Emiliano Giambelli, meglio conosciuto come Emis Killa ha festeggiato con la sua presenza il primo anno del Parco Levante, che ha deciso di festeggiare questo compleanno, con un evento speciale. Un ragazzo, Emis, di una semplicità ed educazione incredibile, ha risposto alle domande di tutti in modo esauriente, dimostrando quanto carattere e quanta passione metta nel suo lavoro. Un lavoro che lo ha portato in varie occasioni a raccontare la sua vita, le sue esperienze e a affrontare temi delicati che come spesso accade, hanno sollevato critiche da chi tende a travisare quei testi veri e schietti che da sempre lo contraddistinguono.
Una giornata che ha visto l’autore di “Cult” passare del tempo con i proprio fan, firmando le copie del suo nuovo album, con l’emozione generale, espressa dalla ragazze e dai ragazzi in attesa. Era facile leggere nei loro occhi quanto fossero in trepidazione di conoscerlo e scambiare due parole con lui. Fan che hanno avuto anche la possibilità di scattare una foto ricordo, foto che verranno pubblicate sulla pagina del Parco Levante già da domenica.
Abbiamo ascoltato la voce di tutti coloro che lo seguono con costanza fin dagli esordi, e che ci hanno espresso in poche parole emozionate le loro sensazioni poco prima dell’arrivo di Emis Killa.
Parola ai fan
Alessia: “In merito alle accuse sul fatto che “3 messaggi in segreteria” istighi al femminicidio penso che in realtà lui volesse approfondire un argomento di cui si parla molto nell’ultimo periodo. Questa canzone mi ha suscitato tante emozioni e io lo sosterrò sempre”.
Leonardo: “E’ una bella emozione poterlo incontrare. L’ho visto crescere come artista e nell’ultimo disco ha avuto una bellissima evoluzione e si è raccontato bene nelle sue canzoni. Si è creato da solo, grazie al suo talento e a tanti sacrifici”.
Martina: “La mia canzone preferita del nuovo album è “Dal Basso”, mi piace molto il ritmo e il suo testo. Sono molto emozionata d’incontrarlo”
Alice: “Non riesco a scegliere una canzone preferita. Adoro tutte quelle di Emis, anche degli album passati”.
Alessia: “L’ho già visto dal vivo durante un concerto, ma sono comunque emozionata di vederlo oggi”.
Roberta: “Mi piace troppo la nuova canzone dal titolo “Quello di prima”. In generale sceglierei “Qualcosa non va”, le sue prime canzoni erano spettacolari. Di lui, oltre al fatto che è un bel ragazzo mi piace il carattere e la personalità”.
E’ adesso tocca a lui, a Emis Killa, che in questa giornata del 29 ottobre ci ha tolto qualche curiosità parlando di “Terza Stagione”, di lui, della polemica scaturita da “3 Messaggi in Segreteria” e del tour che per il momento ha solo le due tappe in anteprima di Roma e Milano, confessandoci comunque che gli piacerebbe molto fare una data anche qui in Toscana.
L’intervista a Emis Killa
“Terza Stagione”, nei tuoi testi sembra che tu voglia raccontare il percorso di Emiliano che diventa Killa
“E’ più un passaggio. C’è stata una parentesi di mezzo. Sono stato molto più simile a quello che sono ora in passato, rispetto a qualche anno fa. Sono partito in un modo, facendo proprio la gavetta tradizionale del rap, dell’hip hop, le gare di free style, i mix tape, le canzoni con le parolacce. Dopo questa fase c’è stato un salto, mi sono confrontato con una realtà più commerciale. Negli anni c’è stata una sorte di pulizia del personaggio perché ho cominciato a propormi in televisione e nelle radio e di conseguenza ho cambiato atteggiamento per non sembrare quello che la gente si aspettava che fossi, quindi il rapper che viene trattato come una sorta di parodia”.
In che senso “pulizia del personaggio”?
“Nel mondo degli adulti, e io ero ancora più ragazzino di ora, è facile sembrare un pirla, fai una smorfia e di catalogano subito come uno scemo. Quindi ho fatto di tutto per sembrare il più serio possibile. Questa cosa è cresciuta e quindi questa sorta di pulizia è stata eccessiva. La gente non si aspettava più quello che in realtà ero sempre stato, se dicevo una parolaccia si chiedevano perché. Qualche giorno fa ho postato una foto sulla moto dove faccio il medio e una signora mi ha scritto “Ma come? Ti ho apprezzato così tanto in televisione e adesso questo cambiamento”. In realtà lei non sa niente, io sono quello, il cambiamento era avvenuto prima. Volevo quindi con questo album mettere in chiaro le cose. Non voglio che la gente mi pensi diverso da quello che sono. Si, sono una persona seria, so parlare bene e anche molto ammodo, ma ho anche questa parte di animo che esprimo”.
Parliamo della polemica sulla canzone “3 messaggi in segreteria” e quanto sia facile, delle volte travisare i testi.
“Mi sento di dire che per una delle poche volte, in questa situazione, in realtà i giornalisti sono stati comunque dalla mia parte, nel senso che hanno riportato la polemica senza accusarmi. Spiegando che queste polemiche sono nate da gruppi di donne che combattono per i loro diritti. Sono loro che si sono prese proprio di cuore per la canzone. Penso che sia comprensibile che alcune persone non l’abbiano colta immediatamente. Lo comprendo, anche a me e successo. La prima volta che ascoltai un testo hip-hop era talmente pieno di volgarità e parolacce, così crudo che persino io che non ero esattamente uno stinco di santo rimasi un attimo così. Quindi non biasimo quelle donne, che sono completamente al di fuori del mondo rap e che non hanno compreso il significato del testo”.
Perché hai ritenuto giusto dare delle spiegazioni allora?
“Il motivo per cui ho ritenuto giusto dare delle spiegazioni e non delle scuse che è ben diverso, perché non dovevo chiedere scusa proprio per niente, era per spiegare di che cosa si trattasse. Nonostante questo qualcuna ha continuato, allora in quel contesto mi viene da pensare che ti sta sulle palle Emis Killa o comunque sei incazzato perché ci sono persone che prendono superficialmente il femminicidio, e quindi nonostante io ti stia spiegando che sono dalla tua parte, preferisci buttarmi nel calderone e sfogare le tue frustrazioni. Avevo un incontro con Panorama per un’intervista e in teatro si è alzata una donna cominciando a gridare come una matta, senza darmi nemmeno la possibilità di rispondere alle accuse, non mi ha fatto proprio parlare. Ad un certo punto ha urlato che ci sarebbe stata una manifestazione a quel punto ho risposto che se la polemica era per far pubblicità a quella cosa, bastava dirlo e lo avrei fatto io. Qualche giorno fa è capitato che hanno distribuito delle lettere ai fan in fila dicendo che Emis Killa odia le donne, io le amo le donne”
In realtà Emis Killa ama le donne, quelle di cui parla, delle volte, nelle sue canzoni fanno parte di quelle che lo circondano, una certa tipologia di donna.
“Se si legge tra le righe nei miei testi dove parlo delle donne, si capisce che la mia non è una generalizzazione. Sto parlando delle donne che sono intorno a me, di una certa categoria, che fanno parte del mio mondo. Alla giornalista che qualche giorno fa mi ha fatto una domanda in merito, ho risposto: non ammetti che ci sono delle donne che farebbero di tutto e si comportano in un certo modo per arrivare da qualche parte? Beh io parlo di quelle, punto. Quindi bisogna fare bene attenzione prima di travisare. Facile dire Emis Killa è misogino, non potrei mai, io sono cresciuto con le donne. Io mi sono spiegato su questo punto, chi continua a vederla così, si è messo un po’ i paraocchi a mio avviso”.
Commenta queste tre parole: Jack, Blocco, Sneakers
”Jack” è l’altro tema che ho affrontato nel disco, ma questo non ha alzato il polverone di “3 messaggi in segreteria”. Sono io che interpreto un personaggio nella canzone e l’ho fatto in maniera ironica. Diciamo che l’alcol e l’alcolismo non vanno di moda in questo momento in Italia. Siamo in un periodo dove la gente non muore perché beve, se fosse stato cosi avrebbero fatto un casino pure su questo testo. E’ un pezzo che è stato molto apprezzato dico la verità, è piaciuto tanto. Non pensavo, a me piaceva molto quando l’ho registrato ma credevo che fosse un po’ indiretta come canzone e invece sta piacendo tanto. Blocco è il nome del mio crew ma in realtà deriva dai blocchi, palazzi, che in Italia poi sono pochi. Rappresenta un po’ il mio mondo musicale, il Blocco Records, da dove è nato tutto. Sneakers, mi piacciono le Sneakers . Sono pieno di queste scarpe. Da quando ho cominciato ad avere la mia indipendenza economica ho cominciato a comprarle, senza non dover più rompere a mia mamma, penso che diano un tocco particolare. Nell’outfit puoi essere vestito bene ma se le scarpe non sono belle, stona tutto. Solitamente parto da quelle per vestirmi”.
Nella canzone “Cult” parli del tuo passato e di quello che andava di moda, quel è il tuo cult? Quello che ti rappresenta meglio?
“Quello dei motorini lavorati, adesso forse questa moda non esiste più o almeno è calata parecchio. Ho vissuto con fanatismo quegli anni. C’era un giornale che si chiamava “Scooter Magazine” e io mi compravo tutti questi giornali per guardare tutti questi motorini. Sverniciare, verniciare, cambiare i pezzi, andavamo a fare le gare e queste cose adesso si sono perse quasi del tutto. Il mio cult probabilmente è questo. Il Booster, l’F10, questi motorini qua, che ci sono ancora adesso, ma non sono più quelli di una volta”.
La canzone del tuo ultimo album che ti rappresenta di più o che comunque hai scritto con maggiore intensità?
“Vestiti Sporchi. Diciamo che è la versione street di “Cult”, quella meno pettinata. E’ un pensiero talmente aderente a quello che ti direi a parole che ti dico che forse è il pezzo più vero che ho scritto Una canzone dove parli anche del rispetto che non c’è in alcuni ragazzini di oggi…
“Si, io esempio le sberle le ho prese. Mia madre era la prima a darmele. Esempio se tuo figlio torna tardi e alla terza volta prende una sberla, magari non comprenderà i motivi ma alla fine comincia a tornare presto, poi con il tempo capirà perché. Adesso tutto questo non usa più, se una mamma da uno schiaffo al figlio in spiaggia si alza un polverone. Sinceramente penso che sia un po’ eccessivo”.
Parliamo del tour che partirà con le due date in anteprima di Roma e Milano. In Toscana verrà Emis Killa?
“Spero vivamente di venire in Toscana, soprattutto durante l’estate. In Versilia si fanno delle serate molto belle nelle discoteche, veramente divertenti. Per il momento però abbiamo solo queste due date sicure, quelle di Roma e Milano. Credo che durante l’estate suoneremo in tutte le piazze e i festival e d’inverno verranno dilazionate altre tappe”.
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