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Debora Caprioglio torna sul palco in città. “Amo Livorno, anticonformista come me”

Mercoledì 3 Gennaio 2018 — 19:01

L'attrice veneziana racconta a QuiLivorno.it alcuni particolari del suo nuovo spettacolo. "Amo il quartiere della Venezia, mi ricorda la mia città"

di Jessica Bueno

Un racconto del proprio passato: l’infanzia, gli esordi nel mondo cinematografico, gli alti e i bassi, l’avventura del teatro, le persone incontrate. Una narrazione condita con un ingrediente d’eccezione: l’ironia. L’attrice Debora Caprioglio ha deciso di svelarsi in una chiave del tutto inedita e particolare in “Debora’s Love”, lo spettacolo che verrà presentato il 6 gennaio alle 21.30 al Teatro Vertigo di via del Pallone, scritto con la collaborazione del regista Francesco Branchetti e che conta la presenza dell’aiuto regia Isabella Giannone, della costumista e scenografa Clara Surro e del musicista-compositore Pino Cangialosi. L’attrice ha deciso di svelarci qualche dettaglio riguardo a questa nuova avventura autobiografica.

Quali sono state le sue fonti di ispirazione?
“Sicuramente le persone che ho avuto la fortuna di incontrare durante il mio percorso, in primis i miei maestri. Ci sono state persone che mi sono state vicine in ogni momento, sia positivo che negativo. Da ogni singola esperienza vissuta ho tratto ispirazione ed insegnamenti che hanno contribuito a rendermi quella che sono oggi”.

Come nasce l’idea di questo spettacolo?
“L’idea è nata due anni fa, insieme al regista Branchetti. Dovevo fare intrattenimento durante una serata e decisi di cimentarmi in un esperimento: un’auto intervista in cui raccontare la mia esperienza di donna e di artista, partendo dai miei sogni di bambina. Una narrazione a 360 gradi, insomma, in cui erano presenti anche aneddoti riguardanti la mia vita privata. Decisi di impostare questa intervista in chiave ironica e briosa. Il pubblico gradì molto. Da qui, con la collaborazione di Branchetti, è stato realizzato lo spettacolo vero e proprio. Sono presenti momenti recitati tratti dalla Commedia dell’Arte, da Dante e dalla ‘Locandiera’ di Goldoni”.

Possiamo quindi affermare che l’ironia è la chiave di questa rappresentazione?
“Certamente. Il lavoro dell’attrice non è semplice come può apparire. Spesso si ha una versione edulcorata di questo mestiere tanto ambito. Sicuramente ha una sua grande bellezza e fascino, ma richiede tanta disciplina, lavoro e soprattutto sacrificio, oltre alla capacità di essere pazienti e non lasciarsi mai andare. Vivere in modo ironico tutto questo è una sfida grande. Io mi ritengo una persona ironica e di conseguenza ho voluto inseguire questo tentativo”.

L’ironia è un elemento che contraddistingue la città di Livorno. Che rapporto ha con questa città?
“Ho avuto modo molte volte di recitare in bellissimi teatri, tra cui il Goldoni. Ho un bel rapporto con Livorno, è una città bella ed anticonformista. Un po’ come me”.

Cosa ama in particolare di Livorno?
“Il suo affaccio sul mare è strepitoso ed unico. Il quartiere che mi ha colpito sicuramente di più è stato quello della Venezia. Ho avuto modo di fare un giro in battello la prima volta che sono venuta qui, ed è veramente suggestivo. Mi ricorda molto la mia Venezia, per l’appunto. In generale, amo lo spirito vivo di questa terra”.

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