Violenze fisiche e verbali sui sanitari, quasi 20 segnalazioni in tre anni
Presentata la nuova procedura di Asl Tno e Nas. La direttrice Casani: "Con questa iniziativa vogliamo prima di tutto mandare un messaggio chiaro ai nostri operatori che non devono mai sentirsi soli davanti a un qualsiasi episodio di violenza"
Quasi 20 segnalazioni di episodi di violenza sono state inviate dal dipartimento degli Affari Legali della Azienda USL Toscana nord ovest al Comando Nas di Livorno negli ultimi 3 anni. A queste sono da aggiungere innumerevoli intimazioni rivolte a singoli cittadini per post contenenti dichiarazioni e minacce pubblicate sui social network. Sono questi alcuni dei dati resi noti questa mattina in occasione della presentazione congiunta da parte dell’Azienda USL Toscana nord ovest e del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri di Livorno della procedura di applicazione della Legge n. 113/2020 che dispone specifiche tutele da aggressioni verbali o fisiche per gli operatori sanitari in servizio. Solo in Toscana, rispetto ad un totale di circa 55mila operatori del servizio sanitario sono state registrate nel 2020, 752 aggressioni al personale sanitario (561 aggressioni verbali, 191 aggressioni fisiche); nel 2021, 817 aggressioni al personale sanitario (591 aggressioni verbali, 226 aggressioni fisiche); nel 2022 il dato si conferma stabile, leggermente in crescita. “In considerazione dell’aumento esponenziale di episodi di violenza fisica e verbale registrata nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, l’Azienda USL Tno si è dotata, tra le prime in Italia – dice Luca Cei, direttore del dipartimento Affari Legali Azienda USL Toscana nord ovest – di uno strumento, redatto in collaborazione con il Comando Nas di Livorno, in grado di garantire il tempestivo avvio delle procedure a tutela dei suoi dipendenti. Da parte nostra sono partite 7 segnalazioni nel 2021, 6 segnalazioni nel 2022, mentre nell’anno in corso siamo a 4 segnalazioni e 11 intimazioni a rimuovere post per minacce pubblicate sui social. Questo trend è dovuto sicuramente anche all’aumento di attività di sensibilizzazione all’interno delle Aziende Sanitarie per favorire l’emersione del fenomeno, ma non dobbiamo sottovalutare quanto sta accadendo. Esistono sicuramente reparti esposti a un rischio maggiore, basti pensare che quelli che trattano pazienti psichiatrici (26% del totale) e il pronto soccorso (35%) raccolgono assieme oltre la metà dei casi. Ed è proprio alla luce dell’entità del fenomeno che l’applicazione della procedura operativa risulta essere determinante per contrastare episodi di violenza”. “Con questa iniziativa – spiega Maria Letizia Casani, direttrice generale Azienda USL Toscana nord ovest – vogliamo prima di tutto mandare un messaggio chiaro ai nostri operatori che non devono mai sentirsi soli davanti a un qualsiasi episodio di violenza. Siamo consapevoli che si trovano spesso a lavorare in una condizione di aggressività diffusa dovuta ad una pluralità di fattori, ma devono anche sapere che da parte della direzione aziendale c’è il massimo sforzo per mettere in campo azioni di tutela. Lo dobbiamo a ciascuno di loro e lo dobbiamo alla collega Barbara Capovani, tragicamente scomparsa, il cui ricordo non ci lascerà mai. La violenza sui sanitari è purtroppo un fenomeno in crescita per questo ben vengano azioni di rafforzamento, come la definizione di questa procedura, contro le aggressioni anche tramite social rivolte nei confronti dei nostri operatori e del loro lavoro. Per ottenere risultati importanti è necessario agire in sinergia. Per questo ringrazio il Dipartimento Affari Legali guidato dall’avvocato Luca Cei per tutto quanto fatto, ma anche il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri e la prefettura di Livorno”. “Alla base dei comportamenti molesti contro il personale sanitario – conferma il comandante dei Carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Livorno, Michele Cataneo – c’è soprattutto la mancata comprensione dell’importanza del lavoro svolto da medici e infermieri magari accompagnata da una buona dose di maleducazione. Chi svolge professioni sanitarie deve poter lavorare con serenità al fine di svolgere al meglio il suo lavoro nell’interesso suo ancora di più del paziente assistito. Per questo è fondamentale colpire questo genere di comportamenti magari anche sentendo spesso il punto di vista degli operatori con i quali ci confrontiamo spesso all’interno dei reparti”. “Il procedimento messo a disposizione – dichiara la viceprefetto e dirigente Area Sistema Sanzionatorio Amministrativo Prefettura di Livorno, Valentina Pezone – consente una rapida definizione e le stessa sanzione amministrativa permette di chiudere velocemente e in maniera certa un contenzioso che sia sorto tra sanitari e cittadini. La stessa sanzione, molto onerosa e che può arrivare fino a 5mila euro, è inoltre un segnale importante a non sottovalutare i comportamenti di questo tipo con una forte funzione dissuasiva”.
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