Vernacolo. Il maestro Pancaccini apre un piccolo grande “museo”
Un immenso archivio denso e stipato di anni di spettacoli, interviste ed eventi di colui che ha fatto della recitazione popolare il suo punto di forza
Un regalo che il re del teatro vernacolare livornese ha voluto fare alla cittadinanza. "In questi oltre mille pezzi, c'è tutta la mia vita"
Fotografie, manifesti, articoli di giornale e molto altro. È questo che Giuseppe Pancaccini, storico maestro del teatro vernacolare, ha voluto raccogliere in un fondo sugli scali Del Pesce 13/15 nel quartiere Venezia.
Un immenso archivio denso e stipato di anni di spettacoli, interviste ed eventi di colui che ha fatto della recitazione popolare il suo punto di forza (Foto Amore Bianco).
“Mia figlia e mio genero hanno impiegato circa sei mesi per sistemare tutta la documentazione presente – spiega Pancaccini – queste sono le mie costole, i ricordi di una vita. Più di sessant’anni di carriera e di storia teatrale che ho vissuto in prima persona”.
Oltre mille pezzi che in un tripudio di colori invadono le stanze della struttura raccontando aneddotti e situazioni che hanno fatto divertire intere generazioni (almeno tre) per mano del re del vernacolo livornese, ormai più che ottantenne, e degli attori che lui stesso ha lanciato con la storica compagnia “Il Carrozzone”.
“Questo posto non è per me – prosegue – È un regalo che ho voluto fare alla cittadinanza. Chiunque può venire qui a studiare e a farsi un’idea di quello che è stato, e che è, il mondo dello spettacolo. Spesso lavoro anche con le scuole, per far comprende anche ai più piccoli l’importanza di questo mestiere. Che bella emozione quando mi trovo invaso da bambini che fotocopiano copioni!”.
La mostra resterà aperta e visitabile gratuitamente per tutta la durata di Effetto Venezia nei consueti orari della manifestazione e ogni primo sabato del mese. In fase di organizzazione un accordo con l’amministrazione per la gestione dell’esposizione a livello comunale.
“Nella mia vita ho creato un tipo di recitazione amatoriale – conclude – Neanche da dilettanti, che poi diventano professionisti, ma proprio amatoriale a tutti gli effetti. Ciononostante sono sempre riuscito a trascinare una grandissima quantità di spettatori, tanto che anche personaggi del calibro di Massimo Dapporto mi chiedevano Come fai a far ridere e a portare a teatro così tante persone?”.
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