Una mummia nei sotterranei dell’ospedale. Ursula Galli ricorda la storia nel suo ultimo libro
Ecco il passaggio del libro Fantasmi a Livorno in cui la giornalista-scrittrice livornese parla delle leggende su misteriose apparizioni all'ospedale di viale Alfieri e della storia (vera) di Gaetano Arrighi, la mummia
Forse non tutti conoscono (o forse sì) la storia della mummia presente fino al 2005 nei sotterranei dell’ospedale di Livorno. A portarla alla ribalta (googlando in rete mummia ospedale Livorno escono un articolo dall’archivio del Tirreno, wikipedia, un articolo del portale intoscana oltre che il libro scritto da Daniele Monnanni e altri risultati) è la scrittrice-giornalista livornese Ursula Galli (nelle foto) nel suo ultimo libro Fantasmi a Livorno pubblicato a ottobre 2021. Riportiamo qui di seguito il passaggio del libro in cui Galli parla delle leggende su misteriose apparizioni all’ospedale di viale Alfieri e della storia (vera) di Gaetano Arrighi, la mummia appunto. […] “Con quei lunghi corridoi coperti che collegano i padiglioni, e per la natura stessa di un luogo dove soggiornano e purtroppo anche muoiono malati di ogni età, anche l’Ospedale di Livorno (o Spedali Riuniti) è circondato da leggende su misteriose apparizioni. Progettato dall’architetto Romano Ghigo Venturi e inaugurato nel 1931 alla presenza del re Vittorio Emanuele e dalla regina Elena, è antico e austero quel tanto che basta per far fiorire storie di spiriti. La più diffusa è quella di una donna in camice con lunghi capelli neri che si manifesterebbe la notte in alcuni padiglioni. Qualcuno dice invece che sia una suora ‘cappellona’, come le chiamavano quando le religiose indossavano copricapi voluminosi. La donna reciterebbe versetti del Vangelo in latino. Si racconta che possa aggredire, e che sotto le spoglie rassicuranti di una religiosa si celi il demonio.
Secondo alcuni pazienti, poi, nelle stanze gira un fantasma vestito in abiti da lavoro senza testa e grondante sangue. Un’altra leggenda racconta che di notte, nei giardini dell’ospedale, si possono sentire strani rumori di carrozze trainate da cavalli, mentre nei corridoi c’è chi dice di essere stato inseguito da figure di luce fluttuanti nell’aria.
A spaventare a morte chi vi si è imbattuto senza preavviso è stata invece la mummia di Gaetano Arrighi, forzato del bagno penale, il cui corpo mummificato è rimasto abbandonato nei sotterranei fino al 2005. Si tratta, dicono le cronache, di un raro esempio di mummia artificiale ottenuta con il metodo di Tranchina – dal nome
del medico che lo ha messo a punto nella prima metà dell’Ottocento – che prevede l’imbalsamazione dei corpi senza eviscerazione, ma attraverso l’iniezione intravascolare di una soluzione di arsenico e sublimato corrosivo effettuata poco
dopo il decesso. […]”.
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