Tuffi dal ponte di Calafuria: “Non fatelo è come atterrare sul cemento”
Fermo immagine tratto dal video del tuffo pubblicato da Livornogramm
"Ho visto molta gente svenire dopo un tuffo andato male e se li non c’è nessuno pronto a tirarti fuori dall’acqua è la fine". Parla a QuiLivorno.it Elisa Cosetti, 22 anni, triestina, specializzata nella disciplina cliff diving, tuffi dalle grandi altezze, prima atleta italiana a competere nella divisione femminile della Red Bull Cliff Diving World Series. E su quanto accaduto si è mosso il Comune che ha scritto ad Anas per capire la fattibilità di contromisure e ha chiesto alla polizia municipale di effettuare alcuni passaggi per monitorare la situazione
E’ di questi giorni il video di un tuffo dal ponte di Calafuria. Un’azione pericolosissima ripresa con lo smartphone da alcuni bagnanti assolutamente da non imitare. La pagina Instagram Livornogramm, pubblicando il video in una storia, invitava a non fare “ste ca…”. Che sia pericolosissimo compiere un tuffo del genere, parliamo di circa 20 metri di altezza, non ci vuole molto a capirlo. In più se a dirlo è una professionista del settore la cosa potrebbe aiutare. Parliamo di Elisa Cosetti, 22 anni, triestina, specializzata nella disciplina cliff diving, tuffi dalle grandi altezze, la prima atleta italiana a competere nella divisione femminile della Red Bull Cliff Diving World Series tuffandosi dai 20 metri nella finale 2021 di Polignano a Mare. “Dietro a quello che facciamo – spiega Elisa, che ringraziamo per la disponibilità – c’è tanto, tanto allenamento per avere il massimo controllo dei movimenti in aria e nell’arrivo in acqua. Ho visto molta gente svenire dopo un tuffo andato male e se lì non c’è nessuno pronto a tirarti fuori dall’acqua è la fine. Noi, nonostante siamo professionisti, abbiamo sempre 3/4 sub esperti pronti a salvarci in caso di necessità, barelle, medici e un’ambulanza pronta per portarci in ospedale nel caso servisse. Non sottovalutate l’altezza perché entrare in acqua da 20 metri o più è come atterrare sul cemento. Non fatelo”. E su quanto accaduto si è mosso il Comune che ha deciso di scrivere a Anas, l’ente che ha la competenza sul ponte, per chiedere di valutare la possibilità di prendere provvedimenti come, ad esempio, l’installazione di una recinzione simile a quella installata al ponte di Calignaia. E intanto ha chiesto alla polizia municipale di effettuare alcuni passaggi per monitorare la situazione.
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