La Livornina alla Coppa Barontini 2017. Il programma delle gare
Venerdì 16 il trofeo Edda Fagni per gozzette a 4 remi under 18 maschili e femminili. Sabato 17 la gara dei gozzi maschili a 10 remi. Inizio gare ore 22,45. Tante le iniziative collaterali messe in campo dal Comitato Organizzatore per questa 50esima edizione
Si è chiusa con una sorpresa la cerimonia di presentazione della 50esima edizione della Coppa Barontini – una presentazione caratterizzata da una chiara impronta storica-rievocativa rispetto alle due conferenze stampa dei giorni scorsi, in Regione prima e alla Autorità Portuale di Livorno poi – organizzata nella sala consiliare del Comune l’8 giugno (in allegato tutte le foto di Simone Lanari e l’emozionante video sullo spettacolo della Coppa Barontini con le riprese dai Fossi) alla presenza dei presidenti di tutte le sezioni nautiche e delle autorità militari. L’assessore allo sport Andrea Morini ha consegnato a Massimiliano Talini, presidente del Comitato Organizzatore della Barontini, la Livornina. Grande lo stupore generale e di Talini stesso tenuto all’oscuro anche dai suoi più stretti collaboratori riguardo questa sorpresa finale. Un riconoscimento inaspettato per Talini che a stento ha trattenuto l’emozione: “Questo premio non è per me ma per tutti gli uomini che lavorano a questa gara che è diventata una vera e propria tradizione“. La pergamena con la quale Morini ha consegnato la massima onorificenza recita: “Al Comitato coppa Ilio Dario Barontini a perenne memoria per l’impegno profuso in questi cinquanta anni nella promozione e nello sviluppo della gloriosa tradizione remiera livornese, l’amministrazione comunale volle esprimere gratitudine e riconoscenza”.
Il programma della 50° edizione della Coppa prosegue così:
Sabato 10 cantina della Coppa Barontini
Presentazione del libro di Otello Chelli “Cinquant’anni della Coppa Barontini. Fra storia, tradizione e cultura” (Edizioni del Boccale – 2017). Oltre all’autore e la giornalista Iuna Goti, che ha scritto la prefazione, saranno presenti il Presidente del Comitato organizzatore della Coppa Barontini, Massimiliano Talini, e Maurizio Mini per le Edizioni Erasmo e componente del Comitato Coppa Barontini.
Martedì 13 giugno, ore 21.00 Fortezza Vecchia
La Barontini: “50 anni? Gliene davo meno” a cura di Emanuele Barresi e Paola Pasqui, con i bambini della Scuola elementare Cattaneo, Fulvio Pacitto e i suoi stornelli. Il Tirreno e la Barontini.
Venerdì 16 giugno, ore 21.30 Pratone della Fortezza Nuova
“Anacronistici” spettacolo, in versione ridotta, del gruppo Mayor Von Frinzius.
LE GARE … A CRONOMETRO IN NOTTURNA NEI FOSSI MEDICEI
Venerdì 16 giugno – 20° edizione Trofeo Edda Fagni
Per Gozzette a quattro remi e timoniere, under 18 maschili e femminili.
Percorso: Scali delle Cantine, Piazza dei Legnami (giro di Boa), Scali delle Cantine, Ponte del Voltone (giro di Boa), Scali delle Cantine (Arrivo) percorso circa 800 Mt. Le partenze avverranno in sequenza, si stima un tempo medio di percorrenza di 5/6 minuti.
– Ore 22,45 Inizio gare.
– Ore 23,30 Premiazione degli equipaggi.
Sabato 17 giugno – 50° edizione Coppa Barontini
Per Gozzi a dieci remi e timoniere, senior maschili
Percorso: Fossi Medicei con partenza e arrivo sugli Scali delle Cantine
– Ore 21,30 Sfilata dei “Gozzi” delle cantine con a bordo dei gozzi le vecchie glorie della Barontini e delle gare remiere.
Esibizione di Fulvio Pacitto con la Scia (100 anni fa la prima gara della Scia);
Gli armi dei giovani rendono omaggio ai veterani;
Inizio Gara. Gli equipaggi partono in ordine inverso rispetto all’arrivo della Coppa Risiatori, ogni 5 minuti;
Consegna Targhe e Premiazione degli Equipaggi in gara.
… DOPO LA BARONTINI
Domenica 18 giugno, ore 21.00
“Livorno in Acqua” lungo i Fossi Medicei a cura dell’A.S.D. Canoa club Livorno
Manifestazione turistico-sportiva sullo stesso percorso della Barontini, aperta a tutti i tipi di canoe da diporto, fluviali olimpiche, ski-surf, sup, dragon-boat, polinesiane, a tutti coloro che per una sera vorranno condividere il piacere di effettuare una vogata nella nostra città.
Pergamene – Prima della consegna della Livornina, mentre sugli schermi scorreva il video della gara realizzato da Luciano De Nigris, sono state consegnate le pergamene ai vari soggetti il cui contributo si è rivelato essenziale al successo della Barontini nel corso degli anni. Hanno ritirato la pergamena Mauro Nocchi, voce storica della Barontini “fedele interprete dei suoi valori di pace, libertà e democrazia”, Renato Tedeschi, fondatore della gara nel 1966, i familiari degli ex presidenti del Comitato organizzatore Gino Calderini e Vittorio Cioni, per aver contribuito a “valorizzare la coppa con la forza del loro lavori e delle loro idee”, infine i presidenti delle varie sezioni nautiche: Pirro Stefanini (Ovosodo), Andrea Maffei (San Jacopo), Alessio Marra (Salviano), Davide Panicucci (Borgo), Angiolo Lorenzini (Venezia), Emilio Braccini (Ardenza), Attilio Lemmi (Pontino), Lino Capozzi (Labrone).
Le dichiarazioni dei protagonisti – “La Barontini – ha detto Talini – è il frutto del lavoro di Ilio e della sua lotta. Mi ricordo ancora la prima edizione con oltre 30mila livornesi e le donne con abiti di festa. Siamo riusciti a far diventare questa gara una vera e propria festa cittadina con due punti fermi: lo sport e il legame con Livorno. Adesso dobbiamo continuare su questa strada con la speranza che le imprese ci diano una mano. Per ringraziare gli sponsor che ci hanno sostenuto sarà esposto un cartellone in Fortezza con tutti i loro nomi. La Barontini è pronta per un rilancio e noi come comitato organizzatore siamo pronti a dare il nostro contributo”.
Emozionato anche Gino Niccolai, presidente Anpi Livorno: “La Barontini offre uno spettacolo degno di questo nome e si percepisce il sacrificio di centinaia di persone che hanno reso possibile tutto ciò. Si tratta di un espressione vera di antifascismo e di una festa di popolo di cui Barontini andrebbe molto fiero. Vorrei anche sottolineare il lavoro certosino che è stato fatto per creare dei rapporti con tutte le altre forze che rendono possibile ogni anno lo svolgimento di questa manifestazione”.
“La Barontini da manifestazione di partito – ha commentato l’assessore Morini – è diventata un patrimonio della città. Dietro c’è un grande lavoro e di questo voglio ringraziare tutti quanti. E’ stato raggiunto un equilibrio tra lo sforzo dei ragazzi che vogano e il contesto in cui la gara si svolge. Alla prima edizione c’erano 30mila livornesi, adesso dobbiamo far venire anche gente da fuori città per far sì che questa gara diventi appetibile anche per tutta la Toscana”.
L’intervento del presidente del consiglio – “Inizio il mio intervento ringraziando il presidente Massimiliano Talini, i consiglieri comunali Monica Ria e Yari De Filicaia, tutti gli altri componenti del Comitato, il gruppo di lavoro, i Giudici di gara, i cronometristi, i Piloti delle gabbianelle, che vanno a seguito degli equipaggi, la Capitaneria di Porto, le Forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco, la Protezione civile, la SVS, la Croce rossa, tutti i volontari che permetteranno il regolare svolgimento della manifestazione, tutti gli sponsor. Mi sono tenuto per ultimi i doverosi saluti e ringraziamenti all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. La Coppa è nata per ricordare e onorare la vita e le gesta di un partigiano “Ilio Dario Barontini” e oggi ne celebriamo il 50° anniversario. L’anno scorso, un candidato di una lista civica di Padova, ha dichiarato che l’ANPI andrebbe cancellata per legge perché “semina odio e rancore”. Io, invece, credo che vada ringraziata, perché ogni giorno, a più di 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale e dalla caduta del fascismo, ricorda alle generazioni, che come la mia non hanno vissuto quel periodo storico, che se oggi e in questo preciso momento sono libero di esprimere il mio pensiero, è grazie a quei partigiani che a metà del secolo scorso hanno combattuto, lottato e, in molti casi, perso la vita per un ideale che si chiama “Libertà e Democrazia”. Anche se il mio intervento doveva limitarsi ai saluti, mi sento di dover fare anche una riflessione sul mondo remiero livornese. Ci tengo a precisare che non si tratta di una critica fine a se stessa, ma di una riflessione che potrebbe essere utilizzata come punto di partenza. Mi spiego meglio: il presidente Talini ha detto di essere stato colpito dalle parole del presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani, che ha considerato la “Coppa Barontini” alla stessa stregua delle manifestazioni storiche della Toscana più importanti: Palio di Siena, Calcio Fiorentino ecc. e da livornese ringrazio il presidente Giani per avere omesso il Gioco del Ponte. Per me la “Coppa Barontini” non ha eguali per bellezza e suggestione e non la cambierei con tre giri di piazza a cavallo “non ci legano nemmeno le scarpe!” ma noi livornesi, lo sappiamo, spesso non ci accorgiamo delle nostre bellezze se non quando ce le fanno notare gli altri, per esempio i Fiorentini.
A questo punto, però, vorrei fare una domanda, forse per qualcuno retorica, ma forse anche no, “come consideriamo l’attività remiera livornese?
Uno sport? Anche se unico nel suo genere. Oppure come viene riportato da Wikipedia, semplicemente una manifestazione sportiva folcloristica.
Io credo che si debba parlare di attività sportiva e conseguentemente affrontare il problema delle caratteristiche degli atleti, mi riferisco nello specifico all’età. I 32 anni di media, attuali, direi che fanno pensare. A mio avviso, sarebbe opportuno, per far avvicinare i giovani a questo sport, rivisitare il “concetto di cantina”. “La cantina”, “fornita di palestra” dovrebbe divenire prima di tutto un punto di aggregazione, per i vari rioni. Insomma dovrebbe divenire quello che per noi è stato il “Circolo”. Capisco che per chi, come noi, è cresciuto nel “Circolo”sia difficile sostituirlo con la “Cantina”dove pagando anche una quota sociale, chiunque può allenarsi. Eppure, in questo modo i ragazzini salendo sul remoergometro potrebbero avere l’opportunità di osservare e magari imitare il “senior”cercando di tenere i suoi stessi ritmi. Questo è uno sport che, come si dice a Livorno “ti vuole vedere in ghigna”, dove si dura molta fatica. Nelle attuali cantine, basse e umide, i giovani non vengono ad allenarsi, e se lo fanno, rimangono per poco, proprio per le condizioni non troppo idonee. Occorrono strutture diverse che invoglino i giovani a provarsi in questa attività; se riuscissimo ad impegnarci in questo, credo che nell’arco di 4/5 anni si riuscirebbe a recuperare anche quei quartieri che hanno abbandonato l’impegno. Si riuscirebbe a riportare sulle spallette anche quella sana goliardia che ha caratterizzato il passato.
Viceversa, se intendiamo l’attività remiera come attività a finalità folcloristiche, occorre focalizzare l’impegno alla vendita del prodotto. L’atleta passa in secondo piano e tutto è concentrato sullo spettacolo per il turista. In questo caso sono necessarie solo dieci persone che sappiano tenere i remi in mano. Questo non mi convince anche se sarebbe molto più semplice. Riuscire e riunire le due cose: l’impegno degli atleti ed il folklore, potrebbe essere il massimo. Si tratterebbe di riuscire a dare vita ad una attività sportiva anche da esportare. Naturalmente per fare questo è necessario sedersi intorno a un tavolo per progettare. In ogni caso, per il futuro qualsiasi strada si intenderà percorrere sarà necessario non sperare solo nella volontà e nella perseveranza di alcuni stoici appassionati”.
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